Il tratto di costa che va da Noli a Varigotti nel ponente ligure, col suo mare color turchese, è semplicemente meraviglioso.
Oltre a spiagge e calette in cui fare il bagno o prendere il sole, c’è la possibilità di osservare tutta questa bellezza dall’alto, percorrendo un sentiero che collega i due borghi regalando panorami mozzafiato e qualche chicca.
Il sentiero si chiama Sentiero del Pellegrino e lo si può percorrere in entrambe le direzioni senza differenze significative, se non quelle dettate dalla logistica (= dove si trova parcheggio, impresa da non sottovalutare nel periodo estivo).
Chi come me predilige i mezzi pubblici, troverà l’autobus n. 40 che percorre l’Aurelia da Savona ad Andora e che collega in pochi minuti Noli a Varigotti (anche se siete in macchina lo dovrete prendere al ritorno, se non volete fare la passeggiata due volte).
Il sentiero non è impegnativo, presenta soltanto qualche tratto un po’ ripido in cui fare più attenzione. Attenzione però a non sottovalutarlo: si tratta comunque di un sentiero escursionistico ed è necessario avere delle calzature adeguate (che non vi venga neanche in mente di incamminarvi in infradito, anche se è state).
Inoltre il sentiero è completamente esposto al sole quindi è bene non fare come ho fatto io, ossia partenza a mezzogiorno in piena estate (recidiva, tra l’altro). Si sopravvive eh, altrimenti non sarei qui a scrivere, ma se vi cimentate in questa impresa al mattino presto oppure in un soleggiato pomeriggio autunnale/invernale è forse meglio. In qualsiasi caso, portate con voi abbondante acqua.
Ci vogliono un po’ meno di 3 ore per farlo tutto: la distanza non è abissale tra le due località (sono circa 6 km) ma vale la pena fare qualche piccola deviazione nonché fermarsi ad ammirare di tanto in tanto questo bellissimo paesaggio.
Le possibilità di perdersi sono pressoché nulle, tuttavia il segnavia da seguire (se partite da Varigotti) è inizialmente quello con una X rossa e poi un pallino rosso.
Lungo il percorso ci sono diversi punti di interesse storico/naturalistico. Ve li segnalo di seguito in ordine di apparizione da Varigotti a Noli (se fate il percorso in partenza da Noli, leggete al contrario):
- L’antichissima chiesa di San Lorenzo, raggiungibile con una breve deviazione dal percorso principale subito dopo la prima salita che si incontra.
La chiesa è molto piccola e ha una struttura altomedievale in cui sopravvivono, incastonati nelle pareti, dei frammenti di età bizantina. Si trova in una posizione molto suggestiva che osserva dall’alto la baia dei Saraceni. Con tutta probabilità, in passato era un centro monastico dedicato all’eremitaggio… mica male meditare da qui! 🙂 - Ritornando sul sentiero principale, continua la salita ma, dopo poco, si sbatte contro il punto più colorato di tutto il percorso, comunemente identificato come Mausoleo Cerisola.
In questo punto il signor Giuseppe Cerisola delimitò il suo terreno con una recinzione del tutto particolare fatta di un muro dipinto e decorato con salvagenti, ancore, stelle marine, conchiglie e tutto ciò che ricorda il mare. Questa recinzione sui generis venne realizzata dal Cerisola per (auto) celebrare le sue “gesta” poiché, nel corso della sua vita, aveva salvato numerose persone in mare durante delle burrasche. E per questo era stato soprannominato “Uomo dei sette mari”, ricevendo pure una medaglia d’oro a Noli.
A questo punto, vale la pena aprire una parentesi su chi era questo personaggio. Beppino – così veniva chiamato il Cerisola – nacque a Varigotti nel 1914. Durante la 2° Guerra Mondiale fu fatto prigioniero dagli inglesi mentre era imbarcato a Singapore e portato nei campi di lavoro in Australia (che ai tempi era tutto tranne una meta turistica). A guerra finita rientrò a Varigotti ma, dopo aver scoperto che la sedicente fidanzata nel frattempo si era sposata con un altro e aveva pure provveduto a fare tre figli, se ne tornò in Australia dove visse per altri 30 anni. Ritornò a Varigotti una volta andato in pensione e qui rimase fino alla fine dei suoi giorni nel 2006, lavorando al suo monumento.
Questa sorta di mausoleo all’aria aperta, in un punto del tutto inaspettato, non solo non passa inosservato ma incuriosisce molto poiché, oltre alle decorazioni, vi sono incisi i nomi di alcune persone salvate dal Cerisola e incorporati degli articoli di giornale che narrano alcuni dei suoi salvataggi in mare. Insomma, un posto che non lascia indifferenti. - Dopo ancora un po’ di salita, vuoi non trovare un punto panoramico? Bisogna camminare ancora un po’ dopo aver sorpassato il mausoleo per incontrare uno dei punti più panoramici di tutto l’itinerario. Il percorso, essendo in buona parte esposto, offre vedute mozzafiato per quasi tutto il tempo ma la vista da 10 e lode si trova qui. Punta Crena è sulla destra, capo Noli sulla sinistra e in mezzo, tutta la brillantezza del mare della baia dei Saraceni.
Una sosta foto è d’obbligo (e fornisce pure la scusa per riposarsi un po’ dopo la salita). - Quando la salita è ormai finita e Noli è sempre più vicina, il sentiero permette una breve deviazione per raggiungere la Torre delle Streghe, altro gran bel punto panoramico nonché di interesse storico.
La torre risale al 1582 e venne fatta erigere dagli abitanti di Noli, molto fedeli a Genova, per delimitare il confine preciso con Varigotti. Pare infatti che gli abitanti di Varigotti, appartenenti al Marchesato di Finale, avessero il “vizietto” di spostare il confine a proprio favore. E per ovviare a ciò venne eretta la torre.
L’appellativo “delle streghe” è invece più recente: è stato ideato dai nolesi per deridere le donne varigottine. - Un po’ più avanti, quando la cittadina di Noli è ben visibile, un’altra deviazione (NB nel tratto finale è molto ripida, fare estrema attenzione!) conduce alla Grotta dei Falsari. Identificata anche come Grotta dei Briganti o Antro dei Falsari è una grotta preistorica che, pare, fungesse da luogo in cui i contrabbandieri conservavano la loro merce. Al di là di questo passato poco nobile e che rimane impresso nel nome (qualsiasi si voglia usare!), la grotta è davvero un luogo molto suggestivo. Si tratta di un’ampia cavità naturale in cui si sta al fresco anche quando il termometro supera i 30° e che si affaccia sul mare cristallino di questo tratto di costa, rimanendo però nascosta dalla strada, da cui non è visibile. Un vero e proprio balcone che offre un panorama a 5 stelle.
Si può entrare proprio dentro la grotta calandosi da una piccola cavità nella roccia. Nei fine settimana estivi questo luogo è affollato, con l’aggravante che nessuno se ne vuole andare perché, grazie all’ombra e alla ventilazione, si sta da Dio! - Il penultimo punto di interesse che segnalo, quando ormai si è praticamente arrivati a Noli, è ciò che rimane della Chiesa di Santa Margherita (anche in questo caso c’è l’abbinamento con un punto panoramico – da qui si vede l’isolotto di Bergeggi!), gravemente danneggiata durante la 2° Guerra Mondiale.
A onor del vero le chiese sono due, Santa Giulia e Santa Margherita, una addossata all’altra (la prima è molto piccola). Ma si tende a pensare che si tratti di un’unica chiesa inizialmente dedicata a Santa Giulia e poi a Santa Margherita. In qualsiasi caso, parliamo di edifici edificati dal XI secolo (Santa Giulia) al XIII-XIV secolo (Santa Margherita), anche se non è remota l’ipotesi che le chiese siano state costruite su un preesistente tempio pagano. - A brevissima distanza dalla chiesa di Santa Margherita, nella strada che ormai è in discesa, si trova l’Eremo del Capitano De Albertis, in uno stato di abbandono che mette un velo di tristezza. È una costruzione in legno in stile coloniale che assomiglia alla cabina di una nave a picco sul mare, adesso proprietà delle sterpaglie e dei vagabondi che transitano da lì.
Enrico De Albertis, a cui apparteneva, è un interessante personaggio del passato. Nacque a Voltri nel 1846 in una famiglia dell’aristocrazia genovese. Aveva miliardi di interessi (oltre a tanti soldi che gli permettevano di coltivarli a tempo pieno) e la sua voglia di scoprire e sapere lo portò a fare per ben 3 volte il giro del mondo. Complice anche la non necessità di dover lavorare, Enrico De Albertis ha avuto una vita affascinante e per nulla banale ed è proprio un peccato che ciò non venga ricordato in questo suo eremo.
Da qui si tira poi dritti per Noli, sempre con un delizioso panorama a fare da sfondo. E, altrettanto deliziosa è la cittadina: prendetevi qualche ora per visitarla e, perché no, fare anche un bel bagno ristoratore!
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Leggi i commenti (4)
personalmente trovo veramente fastidioso che l'allora fidanzata del signor cerignola venga qui definita come "sedicente fidanzata "
che mentre lui era prigioniero in australia lei si era sposata ed aveva "persino "provveduto a fare dei figli.
ma che ne sa chi scrive, delle storie di allora ?
di quanta disperazione,di quanta miseria e quanto dolore dolore .
quanto è stato via , senza dare notizia il signor cerignola ?
che certamente credevano morto .
le parole sono importanti !
Buongiorno Riccardo,
mi spiace che non abbia colto il chiaro tono ironico con cui è stato scritto il paragrafo del Cerisola (e non Cerignola come scrive lei ;) ).
Buon pomeriggio,
Silvia
Ciao sono una guida ambientale della Liguria, di casa nel finalese.
Ottima descrizione, ti chiedo solo di sottolineare l'uso di scarpe adatte e ricordare che comunque il sentiero è categorizzato come E( escursionistico) .
Inoltre ti chiedo in enfatizzare di porre attenzione se si vuole fare la deviazione alla grotta dei Falsari.
Tutto questo perché negli ultimi tempi molta gente impreparata si è cimentata nell'escursione, e purtroppo di recente c è scappato anche il morto.
Per il resto, grazie di dare visibilità al.ponente Ligure.
Guglielmo
Ciao Guglielmo,
grazie mille per il tuo commento. Ho enfatizzato ancora un po' sul non sottovalutare l'escursione e mi auguro che il messaggio venga recepito.
Buona serata,
Silvia