Travnik è una cittadina di circa 75.000 abitanti nel cuore della Bosnia Erzegovina, a circa 80 km a nord ovest della capitale Sarajevo. Si sviluppa lungo la valle del Lašva ed è circondata dai monti Vlašić e Vilenica. Le sue ridotte dimensioni permettono di visitarla in una giornata ma, tuttavia, consiglio di rimanerci almeno una notte per respirare l’atmosfera narrata da Ivo Andrić in un suo celebre romanzo.
I fan di Andrić, infatti, avranno sicuramente già sentito parlare di Travnik, la città in cui lo scrittore premio Nobel è nato e in cui ha ambientato uno dei suoi più noti libri, “La cronaca di Travnik“, appunto, forse un po’ meno famoso de “Il ponte sulla Drina” ma altrettanto evocativo e che proietta il lettore direttamente ad inizio ‘800, epoca in cui Travnik era il principale centro diplomatico di tutta la Bosnia. Il romanzo narra la storia di Jean Daville, console francese inviato in Bosnia da Napoleone durate la dominazione ottomana. Daville viene catapultato in un ambiente aspramente multiculturale che lo porta a profonde riflessioni sulla diversità tra modernità e tradizione, tra il vento di “nuovo” che spira da Occidente e il conservatorismo spesso oppressivo della dominazione turca.
Ma passiamo a Travnik città (il libro vi consiglio vivamente di leggerlo!) e alle sue attrattive. Prima però un po’ di storia (pochissima, lo giuro!).
Grazie alla sua posizione strategica, durante il periodo di occupazione Ottomana Travnik fu residenza del Visir, fungendo quindi da ponte tra Oriente ed Occidente, e conobbe una rapida crescita. Anche durante il periodo austroungarico, continuò ad essere il centro diplomatico più importante della Bosnia.
La guerra civile del 1992 lasciò numerosi segni nella città che, 3 anni dopo (accordi di Dayton), venne integrata nella Repubblica Federale della Bosnia Erzegovina.
Cosa vedere e fare a Travnik (non sto a darvi troppe informazioni pratiche su dove trovare questi luoghi perché il centro città è davvero molto piccolo e raccolto, li troverete senza problemi).
La moschea multicolore
Costruita nel 1815 nel luogo in cui sorgeva una precedente moschea andata in fiamme, è completamente decorata da motivi di alberi e viti all’esterno (il nome non è mica stato dato a caso!). Ha un pregevolissimo portale in legno scolpito e conserva al suo interno alcuni peli della barba di Maometto (almeno così si dice). Questo edificio unisce il sacro al profano: un piccolo bazar (bezistan) è situato proprio sotto.
Castello medievale
Fatto costruire nel XV secolo per tenere lontani i Turchi (missione fallita), svetta sulla città da una posizione privilegiata. Venne rinforzato proprio dai Turchi durante la loro dominazione e grazie a ciò è arrivato ai giorni nostri pressoché intatto.
Casa natale di Ivo Andrić e altri “suoi” luoghi
Volete mica visitare Travnik senza rendere omaggio a Ivo Andrić? Negativo. Un piccolo museo a lui dedicato in quella che fu la sua casa natale si trova sopra il Restoran Divan (ristorante molto popolare dove si mangia dell’ottima carne), mentre in altre parti della città si trovano il Caffè Lutvo (“In fondo al mercato di Travnik, sotto la sorgente fresca e gorgogliante del fiume Sumec, è sempre esistito, da che mondo è mondo, il piccolo Caffè di Lutvo”) e la Casa Hafizadic, che oggi ospita il Cafè Consul, nel cui giardino sorgeva un albero di prugne.
Tombe dei Visir
Collocate nel bel mezzo della cittadina, a testimonianza dell’importanza di Travnik negli anni della dominazione ottomana.
Ed infine qualche info pratica. Arrivare a Travnik da Sarajevo è piuttosto semplice: ci sono indicativamente 4 pullman al giorno in partenza dalla capitale, che impiegano circa 2 ore. Altri collegamenti in pullman sono da e per Banja Luka (3 ore) e Bihać.