Nelle guide specializzate si legge che Scannabue a Torino è il ristorante che mancava. Sinceramente non ho le possibilità di confermare o smentire questa affermazione non essendo di Torino e non vivendoci, però mi sento di dire che è un locale assolutamente interessante, in cui passare una piacevole serata mangiando bene.
Il nome di questo ristorante è tutto un programma ma, al di là di ciò che può evocare, Scannabue è lo pseudonimo con cui il critico letterario e artista poliedrico Giuseppe Baretti iniziò a scrivere sul quindicinale da lui fondato la “Frusta Letteraria”, una rivista di stampo decisamente polemico attraverso la quale il nostro si scaglia e “frusta” i cattivi libri e gli autori, responsabili della decadenza del popolo italiano (fosse vissuto ai nostri tempi ne avrebbe avuto da scrivere…). Scannabue è uno che si ribella al sistema, al quale non appartiene e non vuole appartenere.
E’ così anche per l’omonimo ristorante?
Non posso sapere il motivo per cui i proprietari hanno deciso di dargli questo nome (proprietari mi state leggendo? In caso di risposta affermativa svelate il segreto nei commenti?) ma, trovandosi una breve biografia di Baretti nel sito ufficiale, mi viene da pensare che qualcosa leghi questo personaggio déraciné al locale, che una sua identità ben marcata ce l’ha tutta.
Chiedo scusa se mi son persa in chiacchiere ma la storia del Baretti e della Frusta Letteraria mi ha portato a divagare un po’ troppo (dopotutto son queste le cose che più mi affascinano, le storie e gli aneddoti legati ai luoghi). Parliamo di Scannabue ristorante e soprattutto del cibo!
Romantico ma non troppo ed elegante quanto basta: Scannabue ha tutta l’aria di essere un bistrot parigino nel cuore del quartiere di San Salvario. Però non ci troviamo a Montmartre, ma a Torino, a due passi dalla stazione di Porta Nuova, e si mangiano i piatti della tradizione piemontese.
Assolutamente da assaggiare gli antipasti a base di carne cruda: la tartare di fassone servita con rosso d’uovo e senape e il tonno di coniglio (ossia carne di coniglio tenerissima, lasciata a macerata nell’olio).
Tra i primi piatti non mancano i tajarin o i gnocchetti al castelmagno fatti in casa mentre, tra i secondi, la parte del leone la fanno i piatti di carne tra cui la tagliata di carne di fassone (da provare!) e l’immancabile brasato.
E’ facile intuire che la protagonista della tavola sia la carne, come da tradizione piemontese, anche se non mancano nemmeno i piatti di mare. Tutto facilmente abbinabile con una delle numerose etichette di vino proposte nel menù.
Dulcis in fundo arriviamo ai dessert. Vorrei soffermarmi su quello che ho provato io (e che vi consiglio) ossia una bavarese del tutto particolare, preparata con il seirass, la ricotta piemontese che si conserva avvolta nel fieno. Questo formaggio dà alla sofficissima bavarese un gusto un po’ salato che contrasta con il crumble di nocciole ed il miele d’accompagnamento. Non perdetevela.
Il conto? Mi spiace deludervi ma non so dirvi il “grado di salinità” perché la cena mi è stata offerta (grazie Federica e Stefano, a buon rendere! :-)).
Scannabue si trova nel quartiere di San Salvario a Torino, in largo Saluzzo 25/h. E’ aperto tutti i santi giorni (dal lunedì al venerdì solo a cena, sabato e domenica anche a pranzo) e per prenotare (consigliato) basta chiamare il numero 011.6696693. Cliccando qui andrete dritti dritti al sito web ufficiale.