La lunga isola di São Jorge sorprende per la sua natura selvaggia e la sua vegetazione lussureggiante. Solo qui si ha la possibilità di vedere le fajãs, ossia delle pianure costiere molto “basse” collocate appena sotto una scogliera che scende a picco sul mare. Viste nel loro insieme le fajãs sono semplicemente spettacolari. A onor del vero, anche in altre isole dell’arcipelago delle Azzorre se ne vedono, ma nulla di così scenografico come a São Jorge.
Consiglio di trascorrere nell’isola almeno un paio di giorni, per avere tempo a sufficienza per esplorarla in lungo e in largo (…ma soprattutto in lungo vista la conformazione): sia la costa Nord, dove si susseguono diverse romantiche fajãs, che la costa Sud estremamente ricca di vegetazione (si coltiva addirittura caffè), nonché fare un’escursione all’interno dell’isola e, condizioni meteo permettendo, godere di una vista impareggiabile su Pico e Faial da una parte, Terceira e Graciosa dall’altra. Non so se si capisce, ma São Jorge è una delle mie isole preferite ♥ e di seguito vi propongo una breve ma intensa lista di attività da fare.
A piedi dai monti alle fajãs
Una bella passeggiata di circa 10 chilometri che si può fare in poco più di 2 ore e mezzo e che prevede un importante dislivello in discesa per scendere dalla Serra del Topo, il punto di partenza, fino al livello del mare, attraversando le pianure costiere di Fajã da Caldera di Santo Cristo, Fajã do Belo e Fajã dos Cubres.
Un percorso bellissimo che dà la possibilità di immergersi nella natura di quest’isola. Si incontra una piccola cascata (la cascata Pequena), si attraversano dei graziosi villaggi che si sono sviluppati nelle pianure costiere, adesso abitati principalmente durante l’estate da portoghesi del continente benestanti, e si ha l’occasione di assaggiare le vongole veraci dal guscio striato, le amêrijoas, che non si trovano in nessun’altra parte alle Azzorre. Vi segnalo due posti in cui mangiarle: il ristorante O Borges nella Caldeira de Santo Cristo, dove però conviene prenotare in alta stagione (NB sono disorganizzatissimi!), oppure, a fine percorso, al piccolo e piacevole bar Costa Norte, nella Fajã dos Cubres (1 kg di vongole costa 30€).
Qualche informazione in più in sul percorso la trovate qui (in inglese).
Da un punto di vista logistico, dato che il punto di partenza e quello di arrivo sono diversi (a meno che non abbiate abbastanza tempo ed energie per fare andata e ritorno), bisogna mettere di mezzo un taxi per farsi portare e venirsi a prendere. Ogni tratta la pagherete non meno di 25€.
A piedi al Pico da Esperança
Che poi, a dire il vero, ci si arriva anche in macchina (non proprio fino in cima, ma si riesce ad avvicinarsi molto: la strada è sterrata ma percorribile anche con un mezzo).
Si parte già abbastanza in quota, nella strada tra Norte Grande e Urzelina (l’inizio del sentiero è ben segnalato, impossibile perderlo) e si sale dolcemente “attraversando” diverse cime vulcaniche (Pico do Pedro, 901 metri, Pico do Carvão 956 metri) per poi arrivare al punto più alto dell’isola, il Pico da Esperança a 1053 metri.
Il percorso è molto bello perché, vista la conformazione di São Jorge -stretta e lunga- permette di vedere quasi sempre il mare sia da una parte che dall’altra, con panorami pazzeschi, soprattutto lato Pico (il fascino del vulcano più alto delle Azzorre è innegabile).
Dal punto di partenza al Pico da Esperança ci vogliono un paio d’ore scarse di cammino. Una volta raggiunta la vetta e piantata la bandierina o ci si fa recuperare da un taxi in un punto concordato (chiaramente non sul cucuzzolo, ma poco oltre, lungo la strada) oppure, si può decidere di scendere da una parte o dall’altra per raggiungere il mare, ma qui la faccenda si fa molto più lunga (contate altre 3 ore di cammino) e il dislivello in discesa aumenta vertiginosamente.
Raggiungere le “estremità” dell’isola
Con una macchina a disposizione (ho già detto in più di un’occasione che alle Azzorre avere un mezzo proprio per muoversi è pressoché indispensabile), si possono raggiungere facilmente le estremità della lunga isola di São Jorge: Topo a est e Punta do Rosais a ovest. Magari non nella stessa giornata dato che ci sono oltre 60 km da un punto all’altro e tante cose da vedere e fare nel mezzo (e ai lati).
A Topo, il punto in cui è iniziata la colonizzazione di São Jorge, non ha senso arrivare con un mezzo diverso dall’auto. Si tratta di una piccola località con un fascino suo tutto particolare, il fascino di quei posti alla fine di qualcosa. Da qui, nelle belle giornate, si riesce a intravedere l’isola di Terceira. Proprio sulla punta ci sono delle belle piscine naturali in cui poter fare il bagno, e sullo sfondo l’Ilhéu do Topo, un’isolotto piatto e disabitato dove nidificano gli uccelli e in cui si riescono ad avvistare delle caprette (che però non si capisce come ci siano arrivate).
Dall’altra parte dell’isola invece si trova Punta do Rosais, con il suo faro situato proprio sull’estremità. A dire il vero del faro non ne rimane più molto, ma rappresenta comunque la “cosa” più ad ovest dell’isola. Da qui, nelle belle giornate, si vede piuttosto bene l’isola di Graciosa. Sulla punta ci si arriva tramite una strada sterrata percorribile in macchina ma anche a piedi (andata e ritorno ~ 4 ore).
Le fajãs del Sud
Le fajãs a sud di São Jorge differiscono un pochino dalle sorelle nordiche, principalmente per la loro vegetazione: estremamente rigogliose, qui crescono numerosi tipi di frutti tropicali e ci sono addirittura delle piccole piantagioni di caffè, le più settentrionali del mondo. Da non perdere sono la Fajã de São João, dove al bar del paese si può degustare il caffè locale, prodotto in piccolissime quantità e principalmente per il consumo dei residenti, e la Fajã das Almas, un piccolo insediamento abitato da un’ottantina di persone, situato proprio sotto un tratto di costa a picco sul mare. La vista sul Pico da qui è sublime, ancora più bella sorseggiando una bibita e mangiando un piatto di pesce freschissimo al ristorante Maré Viva, l’unico del villaggio (il servizio è super lento, ma il cibo buono, il personale cordiale e la vista… chevvelodicoafare).
Per raggiungere entrambe queste fajãs si deve percorrere una strada tutta a curve che scende di parecchio dalle montagne al mare. Già percorrere queste strade, rappresenta parte dell’esperienza.
Formaggio e tonno
In tutte le Azzorre si produce del buon formaggio ma l’isola del formaggio per eccellenza è São Jorge. Qui viene prodotto il Queijo São Jorge (vabbé, col nome non son stati molto fantasiosi), denominazione protetta UE, un formaggio a pasta dura/semi dura, il cui aroma caratteristico è dovuto alla menta di montagna, presente in grande quantità sull’isola e mangiata dalle vacche locali, nonché dall’abbondanza di sale nell’aria. Nasce così un formaggio unico, che si può assaggiare in diverse fasi di stagionatura (fresco, 6 mesi, un anno). Lo trovate da comprare un po’ in tutta l’isola, ma perché non andare a visitare proprio una cooperativa che lo produce (e dove comprarne in quantità industriale)? Vi do due indirizzi: Uniqueijo a Beira, a pochi km dal capoluogo Velas e Finisterra, nei pressi di Topo.
Altra eccellenza dell’isola è il tonno in scatola Santa Catarina. Lo so, è un po’ contraddittorio parlare di eccellenza gastronomica e di tonno in scatola ma questo è davvero una spanna sopra (e non c’è Alessandro Gassmann che tenga). Nel villaggio di Calheta si trova la fabbrica, visitabile in alcuni orari.
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