Se non fosse stato per una congiunzione astrale particolare, io a Santorini non avrei mai messo piede. Ma non perché sia un brutto posto – la bellezza di quest’isola è indiscutibile -, piuttosto perché è una meta troppo fighetta per i miei standard e, se vogliamo, anche un po’ esclusiva. Insomma, in un posto come Santorini, io non c’entro proprio niente!
Eppure, un bel giorno mi son trovata con un biglietto aereo in mano che mi avrebbe portata proprio lì, e con poco tempo a disposizione per trasferirmi su un’altra isola a me più congeniale. Non stavo andando al fronte, di questo ne ero ben cosciente, ma confesso che prima di partire qualche timore di annoiarmi ce l’avevo. Ma sono stata fortunatamente smentita e son riuscita a fare una vacanza di quelle che piacciono a me… anche a Santorini! 🙂
Inutile aggiungere che non si è trattato di un viaggio avventuroso come quando son partita da sola per la Patagonia o ho attraversato tutta la Siberia in treno, ma il concetto che voglio passare è che anche a Santorini si può fare un certo tipo di vacanza che va oltre l’aspettare il tramonto con un costoso drink in mano, nuotare nell’infinity pool della propria stanza d’albergo con vista sulla caldera, tirarsi a lucido per girare tra i vicoli di Oía o Firá e, ovviamente, postare questa #bellavita in tempo reale su Instagram.
In rete avevo trovato qualche articolo su cosa fare a Santorini di meno turistico ma devo confessarvi che non ero rimasta granché soddisfatta: li avevo trovati tutti paraculi e, in sostanza, non dicevano nulla di concreto. Pertanto provo io stessa a colmare questo vuoto elencando un po’ di attività meno fighette da fare in una vacanza a Santorini.
#1 – Scalare la “montagna” di Santorini
La tentazione di salire nel punto più alto del posto in cui mi trovo è sempre più forte di me. E non ho resistito nemmeno a Santorini, dove uno di sicuro non pensa di poter scalare montagne. A onor del vero va detto che il tetto di Santorini, Profitis Ilias, non è una vera e propria montagna, ma piuttosto una collinetta che raggiunge i 567 metri slm che però, nel piattume dell’isola, sembra altissima.
Si può salire e scendere in due punti diversi dell’isola: io son salita da Pírgos e scesa a Kamari, ma nulla vieta di fare il contrario e, in alternativa, scendere (o salire) da Perissa. Anzi, col senno di poi prediligerei la discesa su Pírgos perché il panorama da quella parte si affaccia sulla caldera e la mulattiera che si percorre è deliziosa (e relativamente breve). In vetta si trova, mimetizzato tra brutti e poco fotogenici antennenoni, il pacifico monastero dedicato al profeta Elia in cui vivono ancora dei monaci.
Per darvi un’idea delle tempistiche: ci vogliono una quarantina di minuti da Pírgos al monastero, mentre un’ora più che abbondante per scendere a Kamari o Perissa. Occhio che la discesa è piuttosto esposta, soprattutto nel tratto iniziale e se tira vento forte, cosa non insolita, bisogna fare molta attenzione.
#2 – Visitare i borghetti meno conosciuti
Facendo finta che non ci sia sempre la calca che in effetti c’è, Firá e soprattutto Oía sono due località molto graziose ed entrambe riflettono l’idea che nell’immaginario collettivo si ha di Santorini. Per quanto siano comunque delle tappe imprescindibili (da tentare di fare in orari non di punta per godersele un po’ meglio), a Santorini ci sono delle località minori, snobbate da buona parte dei turisti, che però valgono bene una sosta. Anzi, nel contesto di una vacanza non turistica a Santorini, io valuterei l’ipotesi di fermarmi a dormire proprio in uno di questi posti.
Comincio da Pírgos che, tra i borghi meno turistici è il più frequentato sebbene non raggiunga i livelli fastidiosi di affollamento di Firá e Oía: qui, nonostante i visitatori non manchino, si sta ancora piuttosto bene. È il paese più in alto dell’isola e, proprio per questo, si vede da tanti punti. Case bianche, stretti vicoli che si arrampicano sulla collina fino a ciò che rimane del castello, qualche sporadico negozio e taverna, nonché una vista bellissima e privilegiata della caldera. Anche da Pírgos il tramonto è bellissimo, ma più intimo poiché quasi tutti si riversano a vederlo per le strade di Firá e Oía.
Sulla strada per Perissa si trova il piccolo villaggio di Emborío che si fa fatica a notare poiché la parte più interessante rimane nascosta al di là della piazza principale. Il Kástro (o Kastélli) è il nucleo storico di Emborío composto da un groviglio di stretti vicoli – talvolta molto stretti – e abitazioni scavate nella roccia, costruite senza logica di continuità (quelle più esterne costituivano la cinta muraria difensiva). Questo è il posto giusto in cui ammirare la tipica architettura delle Cicladi. E per una pausa in tutta tranquillità vi suggerisco di fermarvi a bere e/o mangiare qualcosa nel delizioso caffé The Barber Shop, proprio nel bel mezzo del Kástro.
Altro graziosissimo posticino da visitare, in cui troverete di sicuro poca gente, è Megalochóri. Letteralmente, significa “grande paese” anche se di grande… non ha molto. Il minuscolo centro, caratterizzato da stradine tortuose, case bianche e chiese con la cupola blu si visita in meno di mezz’ora e il pezzo forte (nonché il punto più fotografato) è la struttura di sostegno per le campane sulla via principale a mo’ di arco. Nel villaggio ci sono alcune botteghe d’arte in cui trascorrere piacevolmente un po’ di tempo.
Infine Mezzaria. Passandoci in auto o in bus si ha l’impressione di essere in una località brutta, troppo trafficata e insignificante. Cosa che in parte è vera. Ma allontanandosi dalla piazza principale e facendo due passi nel nucleo originario, la prospettiva cambia di un bel po’. Si tratta di un posto meno grazioso di quelli di cui vi ho appena parlato, ma se vi avanzano una trentina di minuti fate un giro anche qui. Dopotutto ci passerete spesso se l’intenzione è quella di visitare l’isola in lungo e in largo: Mezzaria è un importante crocevia e, come suggerisce anche il nome… è sempre nel mezzo!
E poi non va tralasciata la visita di Vóthonas, ma approfondisco a parte. 🙂
#3 – Cercare le chiese scavate nella roccia a Vóthonas
Non lontano da Kamári, ma in una posizione poco visibile dalla strada, si trova il piccolo villaggio di Vóthonas che fino a non molto tempo fa era pressoché sconosciuto, mentre oggi sta iniziando a farsi conoscere grazie anche all’apertura d qualche struttura ricettiva. Raggiungere Vóthonas rappresenta una piccola avventura, nel contesto santoriniano. Di turisti ne passano ben pochi da queste parti, ma quelli che lo fanno vengono ripagati da un’isola del tutto diversa da quella che si conosce passeggiando per le stradine bianche di Firá e Oía. La particolarità di Vóthonas è che si sviluppa in una valle erosiva e la salita che attraversa il nucleo più antico del paese costeggia abitazioni scavate nella roccia. Se si percorre tutta la strada, tra fichi d’india e pietra pomice, si incontrano due piccole chiese scavate nella roccia. E sebbene non si possano visitare all’interno (come tutte le chiese di Santorini) la loro posizione le rende davvero uniche. Scoprire questo piccolo e suggestivo angolo dell’isola vi farà dimenticare, per un attimo, di essere nella caotica Santorini.
NB per dovere di cronaca va detto che qualcuno nel villaggio ha le chiavi per entrare nelle chiese. Il problema è trovare quel qualcuno. :-/
#4 – Arrivare fino al faro di Capo Aktrotiri
Il faro in sé non è nulla di spettacolare ma arrivare fin qui, nella parte più meridionale dell’isola, dove ci sono viste mozzafiato sulla caldera da una prospettiva un po’ diversa dalla “solito” è un’esperienza che va fatta. La strada che conduce fino al faro prevede un po’ di deviazioni su sentieri polverosi che conducono a tranquille spiagge di sassi, quasi tutte dotate di una taverna di pesce.
L’aspetto gastronomico, oltre a quello paesaggistico, è un’altra ottima scusa che può condurvi da queste parti. E un ottimo posto in cui mangiare pesce appena pescato è la Taverna Giorgaros, il ristorante più a sud di tutta Santorini (si trova poco distante dal faro). É un locale a conduzione familiare dove si mangia pesce freschissimo a prezzi onesti, con una vista che lascia senza parole.
#5 – Cercare le taverne non turistiche
A Santorini la quantità di locali-sòla, ossia posti in cui vieni spennato in quanto turista straniero e mangi così così, è altissima, in particolare nei paesi più grandicelli e turistici come Firá e Oía. Alcuni puntano poi solo sul panorama, preoccupandosi poco di cosa presentano nel piatto. Ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio e, chi ha pazienza di cercare, verrà ricompensato a dovere. A volte bisogna sacrificare la vista, ma si tratta di un compromesso necessario per il sol tempo di riempire lo stomaco!
In quest’articolo ho già snocciolato qualche nome di ristorante da non perdere. Ve ne dico ancora uno, poi sta a voi andarne a cercare altri (e tornare a commentare l’articolo con le vostre scoperte!). Si tratta dello storico Galini Restaurant, una taverna sul mare ma dalla parte “sbagliata” dell’isola, ossia che non affaccia sulla caldera (quindi scordatevi di cenare ammirando il leggendario tramonto di Santorini). Questo locale si trova sulla spiaggia di Agia Paraskevi a Monolithos, in una posizione piuttosto tranquilla fatta salva per la vicinanza all’aeroporto. Galini è molto frequentato anche da gente del posto e la sera è sempre molto affollato e vivace, nonostante la posizione un po’ isolata (bisogna andarci apposta perché non c’è altro nei paraggi). Si mangia benissimo, le porzioni sono generose e il conto giusto.
#6 – Andare da Firá a Oía a piedi (o viceversa)
Non esistono scuse, nemmeno il troppo caldo, per non fare la passeggiata che collega le località di Firá e Oía tutta sul bordo del cratere che affaccia sulla caldera. In due o tre ore al massimo percorrerete un paesaggio che non smetterà di stufarvi e di riempirvi gli occhi di bellezza. Attraversando la raffinata Imerovigli capirete – e forse invidierete anche un po’ – tutti quelli che trascorrono una settimana intera senza muoversi dalla propria suite vista mare. E non vorrete nemmeno andar via dalla rocca di Skáros, tanto che quando starete per arrivare a Oía, magari all’ora del tramonto, sarà ormai troppo tardi: il fascino di Santorini avrà fregato pure voi turisti “avventurosi” capitati qui per sbaglio.
Ok, forse ho un po’ esagerato, ma che Santorini sia un capolavoro di isola è cosa risaputa e questa passeggiata non farà che sbattervi davanti la prova definitiva, qualora servisse. La spesa è minima e la resa è massima: non serve né un fisico bestiale né particolare allenamento per fare questa passeggiata che è quasi tutta in piano e si può percorrere in entrambe le direzioni. Abbiate solo l’accortezza di indossare scarpe da ginnastica e portarvi abbondante acqua.
#7 – Sconfinare nella vicina Thirassia
Con questo punto abbandono per un attimo l’isola di Santorini per approdare sulla vicinissima e decisamente meno turistica Thirassia. Perdonerete la digressione ma se siete alla ricerca di pace, tranquillità e autenticità – Thirassia rappresenta un po’ quello che era Santorini prima del boom turistico – questo è il posto che fa per voi.
Suggerisco però di non fare toccata e fuga in giornata perché non avrete il tempo di apprezzarla nella sua interezza (e comunque insieme a voi ci saranno un bel po’ di “pendolari” da Santorini), ma di fermarvi almeno una notte. Quando parte l’ultima imbarcazione che riporta i turisti nel trambusto di Oía, a Thirassia si gode della più totale tranquillità (fatto salvo per qualche miagolio degli onnipresenti gatti, come in tutte le isole greche che si rispettino) e il panorama sulla dirimpettaia Santorini, illuminata per la sera, sarà tutto per voi.
Zacharo Rooms è praticamente l’unica sistemazione dell’isola ma è in una posizione talmente bella e panoramica, che non ci penserete due volte a prenotare (i prezzi sono inoltre onesti e la coppia di anziani signori che la gestisce è adorabile).
Per quanto riguarda il mangiare, l’offerta è più generosa seppur non illimitata. Giù al porticciolo turistico ci sono un po’ di taverne altrettanto turistiche, mentre nella parte alta del principale centro abitato ci sono due ristoranti con vista. Io ho cenato al Panorama Resto dove ho mangiato una moussaka fenomenale.
Thirassia è molto più piccola di Santorini, quindi è pacifico che ci siano meno attività da fare. Da non perdere è un bagno nelle acque cristalline che lambiscono l’isola e un giro a piedi fino all’estremità sud, dove si trovano due chiese in posizioni meravigliose che regalano viste su Santorini e sulla caldera che difficilmente si dimenticano.
#8 – Alzarsi presto per vedere l’alba
È troppo facile aspettare il famoso tramonto di Santorini, magari con un cocktail in mano a bordo piscina. Così siamo capaci tutti. La vera sfida è invece quella di alzarsi presto e godersi, praticamente da soli, un altro spettacolo della natura che però viene snobbato dalla maggior parte dei vacanzieri transitanti da Santorini per il suo orario scomodo: l’alba. Forse il sole a quell’ora non avrà la tonalità rosso fuoco di fine giornata e bisogna trovarsi nella parte est dell’isola, ma è comunque uno spettacolo a cui vale la pena di assistere, almeno una volta (eddai, non siate così pigri!). Un posto magico in cui assistere allo spettacolo dell’alba è l’isola di Thirassia di cui vi ho parlato al punto precedente: qui vedrete il sole salire da dietro l’isola di Santorini e illuminare, poco per volta, tutta la caldera.
#9 – Visitare il birrificio artigianale
Santorini è famosa per i suoi vini, in particolare l’Assyrtiko, e oltre a poterli provare in tutti i ristoranti e locali dell’isola, si può prendere parte anche alla visita delle cantine in cui vengono prodotti con tanto di degustazione finale. Ma la vera chicca è rappresentata dall’unico birrificio artigianale dell’isola nato nel 2011 che, in tempi in cui la birra artigianale va molto di moda, trova la perfetta collocazione. Peccato però per gli orari di visita davvero ingenerosi (da lunedì a sabato dalle 12 alle 17) e la posizione anonima e scomoda sulla strada tra Firá e Kamári. Se non riuscite a visitare il birrificio, potrete comunque assaggiare le varietà di birra Santorini Brewing Company in diversi locali dell’isola anche se, va detto, non si trovano proprio dappertutto.
#10 – Scoprire l’antica storia dell’isola
Forse non tutti sanno che Santorini non nasce così come la conosciamo oggi, zeppa di alberghi esclusivi dotati di terrazze con vista sulla caldera dove sorseggiare un drink al tramonto. Quest’isola ha anche un passato, importante e molto interessante, che vale la pena approfondire sottraendo qualche ora alla tintarella. A testimonianza di ciò ci sono due siti archeologici che vanno visitati: Thera antica e Akrotiri, entrambi nella parte sud dell’isola.
Thera antica, situato in una strategica e bellissima posizione sopraelevata a poco meno di 400 metri slm (proprio sotto la vetta più alta di Santorini di cui vi ho già parlato), è un insediamento fondato dai Greci della tribù dei Dori intorno al 900 a.C., i quali avevano l’intenzione di colonizzare l’Egeo. Il sito, che è stato abitato dal 9° secolo a.C. fino al 726 d.C., ha rivisto la luce grazie a degli scavi incominciati a fine 800, e oggi viene valorizzato da percorso di visita che attraversa i resti di case private ed edifici pubblici (ci sono resti dell’era ellenistica ma anche romani e bizantini), avendo sempre davanti un panorama eccezionale.
Se avete una macchina o un quad, per arrivare a Thera antica dovete percorrere la ripida strata tutta tornanti (sembra quella dello Stelvio, fatta eccezione per lo sfondo!) che sale dalla località di Kamári, se invece disponete solo delle vostre gambe, sia da Kamári che da Perissa partono dei ripidi e assolati sentieri che, per fortuna, non sono però troppo lunghi. Un’idea è quella di salire da una località e scendere dall’altra per visitare due minuscole e graziose chiesette che trovate, rispettivamente, una per versante.
Gli scavi di Akrotiri del 1967 hanno riportato alla luce una città minoica dell’età del bronzo distrutta e sepolta dalla potente eruzione vulcanica del 1628 a.C.. Cenere e pomice con cui è stata ricoperta la città hanno permesso, nei limiti del possibile, di preservarla piuttosto bene. Una storia che ricorda molto quanto successo alla nostrana Pompei.
Il sito archeologico in sé è estremamente interessante e affascinante, dopotutto si tratta di ciò che rimane di una fiorente città portuale che, nel momento dell’eruzione, si trovava nel bel mezzo degli scambi commerciali tra Creta e la Grecia continentale. Va purtroppo detto che le spiegazioni e i cartelli in loco sono molto carenti e non permettono di capire granché e non è nemmeno possibile prendere parte a una visita guidata (NB informazioni aggiornate all’estate 2020). Servirebbe un’integrazione da questo punto di vista, anche alla luce del fatto che il prezzo del biglietto non è proprio irrisorio (12 euro!).
Beh, son riuscita a convincervi che a Santorini si può fare anche una vacanza non fighetta?
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Non mi hai convinto. Sono a Santorini ora e l’unico aggettivo che riesco a formulare e’ orribile. Orribile nonostante la bellezza della caldera e i colori della terra. Forse proprio per questo ancora piu’ orribile. Fira e Oia pari sono: un enorme villaggio turistico con all’interno un enorma centro commerciale mal gestito e di bassa qualita’. E tutto intorno all’isola costruzioni in stile greco per turisti. E milioni di turisti che fanno tutti le stesse 10 cose che leggono nelle guide. Non c’e’ nulla di autentico. Soprassedendo sul fatto che i prezzi sono sproporzionati. Non andateci.
Ciao Mimma,
son d’accordo con te su alcune cose e mi spiace che la tua opinione di Santorini non sia positiva. Nonostante tutto, ritengo ci siano anche qui dei posti autentici che bisogna andare a cercare col lanternino… ma ci sono! Sei stata a Thirassia? Non puoi dirmi che lì non si respira autenticità, soprattutto se rimani per la notte! 🙂
Buon proseguimento!
Silvia