Lo sapevate che il panettone milanese ha proprietà curative? Forse chiamare in ballo la medicina è un po’ esagerato, ma credenza popolare vuole che il panetùn serva ad allontanare i malanni di stagione (invernali, si intende). Però, affinché preservi dalla malattia, bisogna attenersi a ciò che è scritto nel bugiardino e rispettare la corretta posologia. Devono quindi sussistere tutte le seguenti condizioni:
- il panettone deve essere avanzato da Natale (se anche un po’ raffermo meglio ancora);
- ne va mangiato un pezzettino come prima cosa la mattina del 3 febbraio (San Biagio) in famiglia;
- deve essere fatto benedire.
Per quanto riguarda la prima condizione, se avete fatto piazza pulita in casa o se non ne avevate proprio (come è successo a me: ho fatto un Natale senza panettone o.O), il problema non sussiste perché qualche posto in cui comprare un panettone, a prezzi inferiori rispetto al periodo natalizio, si trova.
Un tempo a Milano era la norma per le pasticcerie, in prossimità del 3 febbraio, vendere i cosiddetti “panettoni di San Biagio”, ossia panettoni a prezzo scontato. Adesso non lo è più, ma se avete la pazienza di cercare, qualche “svenditore” lo trovate ancora.
A tal proposito le malelingue sostengono che la tradizione sia proprio nata per la volontà (necessità) dell’industria alimentare di smaltire lo stock di panettoni invenduti. Chissenefrega, aggiungo: io che sono una persona frivola accolgo con piacere la possibilità di comprare un buon panettone a metà prezzo!
A Milano, dove il culto di San Biagio è piuttosto sentito, si dice che San Bias el benediss la gola e el nas. Da qui l’esigenza di mangiare un pezzetto di panettone il 3 febbraio, come auspicio per allontanare in maniera preventiva i malanni di stagione quali raffreddore e mal di gola. Il panettone però va fatto benedire, altrimenti si rompe l’incantesimo e, oltre a non proteggere dai malanni stagionali, si deposita sui fianchi e difficilmente andrà via prima della prova costume.
Chi era San Biagio e cosa c’entra col panettone avanzato
San Biagio era un vescovo e medico armeno, identificato anche come protettore della gola. La sua figura è legata ad una leggenda secondo cui una madre disperata si rivolse a lui perché al figlio si era conficcata una lisca di pesce in gola. San Biagio si limitò semplicemente a somministrare al bambino un pezzo di pane, la cui mollica portò via la lisca permettendo al bimbo di riprendere a respirare.
Il collegamento tra San Biagio e il panettone si riconduce, invece, a un’altra leggenda. Una donna milanese portò a un frate un panettone per farlo benedire. Il frate, troppo preso da altri impegni, disse alla donna di lasciarglielo che lo avrebbe benedetto in un altro momento. Passarono i giorni e la donna si scordò di ritirare il panettone: il frate goloso cominciò così a mangiarselo lui. Quando la donna si presentò a reclamarlo, il frate, mentre era alla ricerca di una scusa, si diresse verso l’involucro vuoto del panettone e ne trovò uno grosso il doppio rispetto a quello che gli aveva portato la donna. Era il 3 febbraio e da allora a San Biagio a Milano c’è la consuetudine di mangiare panettone avanzato da Natale.
NB se non trovate coerenza tra quanto scritto nel post e i commenti è perché questo post è stato originariamente scritto in data 2/02/2014, per poi essere aggiornato e ripubblicato diverse altre volte.
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Se è per fare del bene alla gola e uscire indenne dai malanni di stagione…mi sacrificherò a mangiare un panettone 🙂
Eh già, tocca sacrificarci. Che vita difficile 😉