Le cene, quelle inaspettatamente belle, si fanno in posti come Pino Banana. Non è il ristorante più ricercato della storia dei ristoranti, forse non è nemmeno classificabile come ristorante fatto e finito –nasce come negozio di frutta e verdura, mestiere che Pino continua a fare prima di “trasformarsi” a pranzo e soprattutto a cena- ma è comunque un’esperienza gastronomica da provare.
Il signor Pino Banana, all’anagrafe Giuseppe Cerisola, l’ho amato da subito, ben prima di conoscerlo di persona. Una domenica l’ho chiamato per prenotare un tavolo per cena e lui mi ha risposto, con una cadenza squisitamente ligure, queste testuali parole: “Eh no mi spiace, la domenica io esco con mia moglie“. Giusto, la famiglia prima di tutto!
Sono così riuscita ad andarci un venerdì sera di luglio, in transito da Milano a Pietra Ligure, dove vado al mare, con sosta studiata a tavolino apposta per provare le leccornie di Pino Banana. Aspettative altissime e la minaccia di Raff che mi echeggiava in testa dopo averlo fomentato per settimane: “Guarda che se facciamo tutto ‘sto sbattimento e poi si rivela una sòla, finisce male!“. Per chi non lo sapesse: io e lui ci spostiamo principalmente in treno o con BlaBlaCar, potete immaginare la logistica infelice di questa sosta per cena.
Pino Banana non corrisponde proprio al nome più appealing da dare a un ristorante, e forse nemmeno a un verduraio: io non ci avrei mai messo piede se non me l’avesse caldamente consigliato un informatore fidato che abita a Savona. Mi ha ingolosito così tanto che ho pensato che dovevo provarlo!
Il locale -bottega di frutta e verdura/ristorante- si trova in una zona non particolarmente entusiasmante di Savona, a 5 minuti a piedi dalla stazione ferroviaria. Di sera non c’è niente da queste parti, la via è poco illuminata e anche il bar di fianco ha le serrande abbassate da un bel po’. L’unico posto da cui arrivano cenni di vita è l’animata bottega di Pino Banana. Pochi tavoli ben apparecchiati a riempire il piccolo locale, 6 o 7 al massimo e qualche cassetta di verdura accatastata vicino alla parete per lasciare spazio al “mestiere della sera”.
Un menù scritto a mano su una lavagnetta di ardesia con poche proposte, soprattutto di mare, ma tutte molto valide.
Io ho provato un piatto di crudi di pesce -sublime, in particolare il salmone selvatico, decorato con frutta e verdura tanto per ribadire le origini del locale- (26€), e un delizioso totano ripieno (18€). Una bottiglia di vermentino sardo ben in fresco (20€) è scesa giù come niente, mentre ci gustavamo il pesce. Aveva ragione Pino a dire che era un vermentino speciale.
Per concludere in bellezza abbiamo fatto un bis di dolci: siamo partiti volando basso dividendoci una crema diplomatica in due (si tratta di una crema pasticcera molto leggera guarnita con fragole e altri frutti rossi), per poi ordinare anche uno zabaione con biscottini. Entrambi deliziosi, fatti dalla signora Adriana, la moglie di Pino, che promuoviamo a pieni voti come pasticcera.
75€ il conto finale per tutta la roba di cui sopra (non so dirvi il prezzo esatto dei dolci né se abbiamo pagato il coperto: non ci ho proprio fatto caso, ero troppo impegnata a godermi la serata!).
Il servizio è lento e “casalingo”: ci sono solo Pino, la moglie e un’altra persona a mandare avanti la baracca. In tre fanno tutto: dall’accogliere gli avventori nella maniera più calorosa possibile (principalmente ci pensa Pino a questo, è lui dopotutto che ci mette la faccia), all’esporre il menù accertandosi se ci siano cibi non tollerati o graditi, allo spadellare nella piccola cucina nel retro. La bottiglia di vino me l’ha data in mano e l’ha fatta aprire a me, fornendomi di cavatappi, così lui nel frattempo poteva andare in cucina a prepararci la cena. Un posto quindi molto arrangiato, ma arrangiato bene e in cui si sta bene!
Se non si fosse capito io Pino Banana lo consiglio, però adesso voglio che mi consigliate voi delle chicche di questo tipo: non è che posso svelarvi i segreti solo io!
Pino Banana si trova in via Tasso, 25-27 rosso a Savona, per prenotare un tavolo (consigliato) chiamate il numero 339 829 4449.
Aggiornamento settembre 2019
Ancora sull’onda dell’entusiasmo della “prima volta”, son voluta tornare da Pino Banana a settembre e devo dire che un po’ di cose son cambiate. Dopo nemmeno due mesi.
Pino e la moglie son sempre due persone squisite, i piatti proposti sono sempre molto buoni e la formula ristorante allestito tra le cassette di frutta e verdura è sempre molto originale.
Però, caro Pino, non ci saremo mica montati un po’ la testa, vista soprattutto la copiosa affluenza di clientela milanese (a cui forse, nel mio piccolo, ho contribuito pure io)?
I prezzi sono infatti aumentati di un bel po’ nel giro di poche settimane, ma la quantità è rimasta più o meno la stessa (esempi: il piatto di crudi da 26€ a 35€; 15€ una mezza bottiglia di vino; 8€ un dolce). Sulla qualità invece nulla da dire: resta tutto molto buono, ma non so se in futuro ci tornerò.
Ripeto, è sicuramente un’esperienza da provare e la prima volta sono rimasta davvero entusiasta. Però dopo questo ritocco dei prezzi credo che la stessa esperienza si possa fare anche altrove, ma con una location e un servizio di ben altro tipo.
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