C’era una volta un lento tramvai che collegava Milano a Monza. Il viaggio era piuttosto lungo (si legge che, per non disturbare gli animali nelle campagne, fosse imposto il limite dei 15 chilometri orari) e i viaggiatori solevano portarsi uno spuntino, che spesso e volentieri era semplicemente pane arricchito con uvetta. Talvolta, questa merenda veniva data al posto del resto a chi acquistava il biglietto del tram, se non c’erano delle monetine a disposizione.
Ed è così che è nato il Pan Tramvai, il dolce che oggi viene associato alla Brianza anche se molti brianzoli non lo conoscono nemmeno: un dolce che, a loro insaputa, è una delle specialità locali e che è stato presentato come tale all’Expo 2015 che ha avuto luogo proprio a Milano. Il dolce, nonostante abbia origini piuttosto antiche, è rispuntato nel momento in cui Monza è diventata provincia nel 2004. Non esistendo un dolce che rappresentasse la nuova provincia, è stato indetto un concorso che ha visto vincitore proprio questa vecchia conoscenza.
Non c’è molta letteratura sull’argomento in giro, tuttavia si legge che il Pan Tramvai fosse un dolce molto semplice diffuso a Milano e provincia nel tempi passati. Sulla semplicità, non ci piove. Sulla diffusione sembra invece non esserci una versione univoca anche se poi, alla fine della favola, non ci allontaniamo molto da Milano.
Il Pan Tramvai è un dolce talmente semplice che quasi si fa fatica a considerarlo come tale. In passato c’è chi lo ha addirittura soprannominato il panettone dei poveri: dopotutto qualche ingrediente in comune lo hanno.
Oggi le cose sono un po’ cambiate: ci troviamo sempre davanti ad un dolce non particolarmente elaborato, ma la ricetta originale è stata rivista e adattata alle esigenze moderne. E che richiede l’uso della pasta madre, cosa che non tutti i pasticceri sanno o possono gestire. Se prima poteva essere considerato una semplice evoluzione dolce del pane, adesso è da considerarsi un dolce a tutti gli effetti.
È un prodotto da forno a pasta morbida, a lievitazione naturale, con forma rettangolare. Ha un gusto che vagamente ricorda il panettone ed è ricoperto da una glassa zuccherata, ma non esageratamente dolce. Semplice ma gustoso.
A dispetto di quello che si può pensare, il Pan Tramvai è una cosa seria, serissima. Tanto che c’è un disciplinare che lo tutela e una pasticceria, per poterlo produrre, deve farne richiesta formale, mica si può improvvisare così.
Se lo volete assaggiare dovete quindi andare in una delle pasticcerie certificate, ossia le uniche autorizzate a sfornare Pan Tramvai. Io ho provato quello della pasticceria Bona di Monza (8,80€ per 300 gr, l’unico formato esistente), che è poi la pasticceria che, nel concorso sopra citato, ha proposto il Pan Tramvai come il dolce che potesse rappresentare Monza e Brianza.
Nota a margine: il sito del disciplinare non è più online e, di conseguenza, non si trova l’elenco delle pasticcerie autorizzare a fare il Pan Tramvai. Nel mio ultimo giro a Monza, a ottobre 2019, sbirciando un po’ nelle vetrine delle pasticcerie monzesi, non l’ho intravisto. Sono andata dritta da Bona, dove l’avevano appena sfornato. 🙂
Cosa c’è dentro il Pan Tramvai? Tra le altre cose: uvetta, noci e fichi. Gli altri ingredienti sono sostanzialmente i soliti dei dolci di questo tipo. È poi tutto un gioco di proporzioni, cosa su cui il disciplinare non transige…
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