Di seguito vi propongo i miei posti e le mie esperienze preferite a Palermo, consapevole di tralasciare un sacco di cose, ma esigenze editoriali mi impediscono di stilare una lista più lunga, non me ne vogliate.
#1 – Rimanere a bocca aperta nella Cappella Palatina
Qui trovate orari e giorni di apertura della Cappella Palatina e prezzi dei biglietti.
#2 – Cercare la pace interiore a San Giovanni degli Eremiti
Il complesso è visitabile il lunedì, la domenica e i giorni festivi infrasettimanali dalle 9 alle 13:30, dal martedì al sabato dalle 9 alle 19. Il prezzo del biglietto intero è 6€.
#3 – Visitare una chiesa che non c’è
La storia della chiesa è legata al celebre dipinto di Raffaello Lo Spasimo di Sicilia e alle sue vicissitudini (venne dipinto a Roma e spedito via mare a Palermo. La nave naufragò e si perse tutto tranne il dipinto, imballato in una cassa, che la corrente trasportò fino a Genova), oggi conservato al Museo del Prado di Madrid.
La chiesa è visitabile gratuitamente tutti i giorni dalle 8 alle 11 e dalle 16:30 alle 18. Il giovedì è chiusa al mattino.
#4 – Passeggiare sui tetti della Cattedrale di Palermo
La Cattedrale di Palermo è una meraviglia architettonica, e questo è un dato di fatto. Spettacolare ed eccentrica all’esterno, opinabile all’interno (a me personalmente non ha fatto impazzire) ma pazzesca dall’alto! Da qualche anno a questa parte, infatti, è possibile salire sui tetti della Cattedrale tramite un’angusta scala posta all’interno dell’edificio: un’esperienza unica che permette non solo di godere di una vista superlativa su tutta la città, ma anche di ammirare da un’angolazione differente la stranezza architettonica della cattedrale stessa.
La visita ai tetti della Cattedrale, possibile anche in orario serale, costa 5€. Maggiori informazioni sul sito ufficiale.
#5 – Cercare la cupola colorata tra la confusione del mercato di Ballarò
#6 – Spingersi “oltre” con lo street food palermitano
Una cosa che deve essere ben chiara a chi si avventura in quel di Palermo è che non deve sottovalutare il cibo da strada, quello potente intendo. Sarebbe da ingenui pensare di potersela cavare ingozzandosi di arancine (mi raccomando, qui sono femmine, cambiano sesso a Catania) piuttosto che di pane e panelle: se volete fare un’esperienza 100% palermitana dovete mettere da parte pregiudizi e schizzinoserie varie e osare. Interiora, frattaglie, budella: queste sono le parole chiave su cui ruota lo street food di Palermo, quello duro e puro, adatto solo a stomaci forti. Pani câ meusa, frittole, stigghiole e l’introvabile quarume: se non li provate tutti, non siete titolati a bullarvi con amici e parenti di aver fatto la vera esperienza gastronomica palermitana. E non accampate scuse digestive: a sistemare tutto ci pensa poi un autista 😉
Un approfondimento sul cibo da strada palermitano (e sull’autista) lo trovate qui.
#7 – Riconoscere i re nei Quattro Canti
L’ombelico di Palermo è rappresentato da piazza Villena, meglio conosciuta come Quattro Canti, punto di intersezione tra le due vie più importanti della città, via Maqueda e Via Vittorio Emanuele. I Quattro Canti propriamente detti sono i quattro splendidi palazzi con facciate concave realizzati tra il 1609 e il 1620, ognuno a un lato dell’incrocio. E se a una prima, distratta, vista i palazzi possono sembrare un copia/incolla uno dell’altro, osservandoli più attentamente si nota che solo la struttura di base è la stessa, ma che il tripudio decorativo di ognuno di essi fa storia a sé. Ogni facciata è ripartita in questo modo:
– nel basamento si trova una fontana che rappresenta uno dei 4 fiumi della città antica (Oreto, Kemonia, Pannaria, Papireto);
– al primo piano (con colonne con capitelli dorici) si trova un’allegoria di una stagione;
– al secondo piano (con colonne con capitelli ionici) si trova la statua di un re spagnolo (Carlo V, Filippo II, Filippo III, Filippo IV);
– all’ultimo piano si trova la statua di una santa palermitana (Agata, Ninfa, Oliva, Cristina)
Insomma, c’è da divertirsi un sacco a trovare la giusta collocazione a re, sante, stagioni e fiumi 🙂
#8 – Rimanere senza parole entrando in una chiesa apparentemente anonima
L’apparenza inganna anche in fatto di chiese. Se dall’esterno San Giuseppe dei Teatini non ispira particolare fiducia, una volta entrati cambierete immediatamente idea, trovandovi davanti a quella che forse può essere definita come la più esuberante chiesa palermitana (il che è tutto un dire – la concorrenza in città è agguerrita): un tripudio di decori, stucchi, bassorilievi, affreschi e intarsi che riempiono gli occhi. Il Barocco qui dà il bianco e lo spettatore si trova in difficoltà sullo scegliere dove guardare, con tutta questa abbondanza. Una chiesa che passa troppo inosservata e che rischia di non essere visitata -io ammetto di esserci finita perché stavo cercando riparo dalla pioggia-, eclissata dai vicini Quattro Canti, in particolare dal cantone sud (quello della Primavera, di Carlo V e di Santa Cristina), la cui facciata convive nel fianco della chiesa. Dando a San Giuseppe dei Teatini l’importanza che si merita si noterà anche l’importante cupola policroma e lo scenografico campanile decorato da colonne tortili.
Il fatto che l’ingresso in chiesa sia gratuito la rende ancora più interessante.
#9 – Visitare le carceri della Santa Inquisizione
Dal XV al XVII secolo la Sicilia faceva parte dell’Impero Spagnolo e anche sull’isola approdò la Santa Inquisizione, gestita da inquisitori arrivati direttamente dalla Spagna.
Palazzo Chiaramonte-Steri a Palermo, è stato palcoscenico di interrogatori, torture e uccisioni di uomini e donne inquisiti per quasi tre secoli e le sue prigioni hanno reso possibile documentare tutto questo grazie ai numerosi graffiti dei carcerati, visibili ancora oggi. È molto affascinante visitare le celle del palazzo per poter ammirare questi graffiti che hanno (più o meno) permesso di ricostruire le loro storie dei carcerati e di fantasticare sul significato di questi messaggi lasciati 4 secoli fa.
La visita non si può fare in autonomia, ma deve necessariamente prevedere una guida. I tour guidati durano circa un’ora e trenta minuti, costano 8€ e comprendono anche una tappa ad ammirare il celebre dipinto di Renato Guttuso “Vucciria”, ospitato proprio nel palazzo. Qui più informazioni.
#10 – Cannoli e cassate come se non ci fosse un domani
Leggi i commenti (2)
Grazie, post molto interessante.
:)