Ci troviamo in Corso Matteotti 45, a due passi dalla stazione di Porta Susa: se si osserva bene il portone di ingresso, si noterà una piccola mano in marmo che tra le dita tiene un biglietto. Non è molto evidente, bisogna quindi cercarla con attenzione, altrimenti si passa dritti senza nemmeno accorgersene. Ma di chi è?
La protagonista è una donna bellissima che in epoche passate abitava nel palazzo: si chiamava Ebe de Marivaux, era francese, faceva la cortigiana e pare che fosse anche molto spendacciona. La sua bellezza la agevolava nel lavoro, permettendole di avere molti amanti ai quali chiedeva soldi in prestito che poi non restituiva mai. Le andò bene finché non cominciò ad inciuciare con tale Bilinsky, un finanziere russo che non sopportava l’idea di vedere la “sua” Ebe con altri uomini. Fu lui, in un impeto di gelosia, che tentò di pugnalare la donna mentre rientrava a casa accompagnata da un altro. Tentativo che andò male dato che il pugnale colpì un albero davanti casa -da allora soprannominato “l’albero di Ebe“- e non la donna. La leggenda finisce qui, fortunatamente senza spargimento di sangue, lasciandoci però con la curiosità del perché qualcuno abbia voluto ricordare Ebe facendo realizzare la scultura della sua mano che tiene un foglietto e collocandola sopra il portone d’ingresso della casa che aveva abitato. L’interpretazione è, quindi, libera 🙂 Alcuni sostengono che sia una richiesta d’aiuto di Ebe, impaurita dall’episodio del finanziere, altri una “semplice” lettere d’amore. E voi che spiegazione dareste?
Infine, c’è chi la leggenda di Ebe non se la fila nemmeno, liquidando il tutto con la seguente tesi: la mano sta ad indicare la presenza, in passato, di una casa chiusa che trovava alloggio nel palazzo.
Il mistero è sempre molto fitto a Torino e non sempre risolto, ma è proprio questo il bello! ♥
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NB anche durante una visita di un solo giorno in città, con un buon ritmo, riuscite a vedere tutte queste cose! 😉