Se Tokyo è una città in perenne movimento, che dà l’idea di non fermarsi mai e che rappresenta il Giappone alla velocità della luce, Kyoto è il suo alter ego zen, il posto in cui si vive il Giappone di epoche passate, quello fatto di templi, case basse interamente in legno, geishe e kabuki. Un luogo magico, risparmiato dall’orrore della bomba atomica grazie al “buon cuore” del segretario alla guerra americano, che c’era stato in luna di miele e non se la sentì di farla bombardare. Il luogo depositario delle tradizioni giapponesi, dove chi vuole approfondire la cultura di questo paese non può non recarsi. Gli stessi giapponesi visitano Kyoto per conoscere più da vicino la loro stessa cultura. Ma Kyoto è anche il luogo in cui la tradizione del passato si mescola brillantemente con la modernità dei giorni nostri. Una città da visitare, almeno una volta nella vita e che difficilmente lascerà indifferenti. E da vivere con estrema calma.
Tra le tante cose da fare a Kyoto, di seguito le 5 esperienze che mi hanno colpito di più e che consiglierei a qualsiasi persona lì diretta.
Aspettare il tramonto dal tempio Kiyomizu-dera
Nel momento in cui mi son trovata affacciata da una delle balaustre in legno del Kiyomizu-dera, ho capito di essermi innamorata di Kyoto. Ed ero arrivata in città da poche ore soltanto. Stava per arrivare il tramonto, c’era un po’ di gente ma non tantissima e il rosso della giornata che stava per finire si mischiava in una maniera quasi perfetta col verde della vegetazione che in parte nasconde questo luogo. Ho scoperto solo dopo che era candidato a diventare una delle nuove sette meraviglie del mondo, e capisco perfettamente il perché.
Ci troviamo ad Hygashiyama sud, una delle zone più ricche di attrazioni di Kyoto. Qui si respira l’atmosfera di un tempo, resa ancora più palpabile dalle tante abitazioni in legno scansate dall’orrore della seconda guerra mondiale. In cima alla collina sorge questo maestoso tempio, composto da una serie di edifici sparsi. Nonostante la tanta gente che lo visita è un luogo in cui si perde la concezione del tempo e si ha la sensazione di essere in pace col mondo.
Il tempio con 1000 facce
La foresta di bambù ad Arashiyama è un luogo mistico, da non perdere per nessun motivo durante un viaggio a Kyoto. Ma non siate così stolti e pigri dal non fare qualche passo in più per andare a curiosare cosa c’è in zona, potreste pentirvene. Camminando per circa una ventina di minuti dalla regale residenza di Denjirō Ōkōchi (l’Ōkōchi Sansō, altra cosa da non perdere) si raggiunge un tempio “secondario”, l’Otagi Nenbutsu-ji. Questo tempio isolato non figura in tutte le guide (nella Lonely Planet del Giappone ad esempio non è nemmeno nominato, ne ho scoperto l’esistenza quasi per caso) e senza un navigatore non è facilissimo da trovare, ma suggerisco caldamente di insistere finché non lo si trova, perché si verrà ripagati da ogni sforzo. È anche il suo essere pensoso in disparte, tranquillo e solitario come un tempio dovrebbe essere, che me l’ha fatto apprezzare così tanto: a Kyoto spesso la troppa ressa nei templi ti fa dimenticare che son luoghi di preghiera e meditazione.
Quindi trovare un angolo di pace, nel senso letterale del termine, predispone già nel modo giusto. E poi ci sono loro che te lo fanno amare alla follia: 1200 piccole statue in pietra con le loro (spesso) buffe espressioni che sembra ti stiano in qualche modo osservando. Questi 1200 rakan, ossia le rappresentazioni dei discepoli del Buddha, non fanno parte del disegno originale, ma sono state aggiunte (in quantità industriale a quanto pare) in seguito alla distruzione del tempio da parte di un tifone. Avevano e hanno una funzione propizia, insomma. Ma la cosa forse più peculiare è che tutti questi rakan sono stati realizzati in maniera un po’ meno canonica del solito: la creatività degli artigiani (alcuni professionisti, altri sulla via di diventarlo) è potuta andare a ruota libera, tanto che se ne vedono alcuni favolosi – uno tra tutti, il pugile. Un po’ di muschio che si è formato nel corso degli anni, rende l’atmosfera di questo luogo ancora più speciale 🙂
In giro per i giardini, tra i più belli del Giappone
Luoghi di meditazione, contemplazione e tranquillità, i giardini in Giappone sono parte integrante della cultura nipponica: la pace dei sensi si può trovare in un piccolo (o meno piccolo) spazio in grado di trasmettere armonia. Proprio come un giardino 🙂
Nei giardini giapponesi, di cui esistono diverse tipologie, vengono riprodotti dei paesaggi ideali in miniatura, con una cura e precisione di dettaglio che si riscontra solo in Giappone. In questi giardini non mancano mai 4 elementi fondamentali: acqua, rocce, crescita delle piante e paesaggio. Kyoto è il posto ideale per andare in giro per giardini. Intorno a tutti i templi si sviluppano opere d’arte vere e proprie: spesso sono dei percorsi obbligati che il visitatore attraversa rimanendo affascinato sempre più da tanta perfezione. Una natura dominante in cui lo zampino dell’uomo risulta essere fondamentale. In primavera o in autunno, quando una dominante di rosa e di marrone (con tutte le sfumature del foliage) diventa la protagonista assoluta, tutto assume un aspetto ancora più suggestivo, nonostante la folla raddoppi. Tra le tante opzioni che offre la città, sicuramente da non perdere sono i giardini del tempio Ginkaku-ji e dell’Eikan-do, io li ho trovati favolosi.
A Kyoto si trovano inoltre alcuni interessanti giardini secchi, karesansui, la cui caratteristica principale è proprio l’assenza dell’acqua. Il più celebre è quello del tempio Ryōan-ji. Non perdetevelo, anche se risulterà un po’ difficile capirlo.
Contemplare Kyoto dall’alto
A differenza di Tokyo, Kyoto non si sviluppa in verticale, ma il senso di magia che ti regala da un punto più in alto è impagabile. C’è chi sale sulla maestosa Kyoto Tower, talmente alta che fa quasi paura (131 metri in una città “bassa” come Kyoto non son briciole), io invece ho preferito raggiungere a piedi la sommità della collina Daimonji Yama, il cui sentiero comincia proprio sopra il Padiglione d’argento (Ginkaku-ji). Una mezz’oretta di cammino alla portata di tutti (ci sono dei punti un po’ più ripidi, ma nulla di impossibile), e si ha l’impressione di dominare la città. Non c’è mai troppa gente in cima, ma qualcuno che ha avuto la vostra stessa idea lo troverete di sicuro. Andateci per il tramonto e aspettatelo lì osservando tutta l’immensità che avete davanti: la calda luce del sole in fase di ritirata rende tutto ancora più incantevole. Una distesa immensa di case basse circondate da montagne (una è quella in cui vi trovate) con degli “isolotti verdi” sparsi a macchia di leopardo in corrispondenza dei templi e dei loro immensi giardini. Anche se non ci sono mai stata, mi ha ricordato un po’ la baia di Halong in Vietnam: qui il mare è rappresentato dalle abitazioni, mentre le isole che emergono dalle acque i templi con i loro giardini.
Una stazione del treno avveniristica
Tra tutte le cose che potevo scegliere a Kyoto, vi chiederete come mai abbia prediletto proprio la stazione ferroviaria alle tante altre incredibili attrazioni che offre questa città.
Lo so, la scelta è decisamente inconsueta per una destinazione come Kyoto, ma non si può non restare affascinati da questa cattedrale d’acciaio che ha la funzione di accogliere una buona parte dei visitatori nel cuore zen del Giappone. Un contrasto che mi fa letteralmente impazzire, in senso buono 🙂
La stazione di Kyoto, inaugurata nel 1997, è un enorme edificio di 15 piani in vetro e acciaio. Le sue dimensioni sono talmente “tante” che fanno quasi paura, ma dopotutto ci troviamo in una delle più grandi stazioni ferroviarie del Giappone nonché una delle più trafficate. Ma non è solo questo. L’edificio si presta ad essere visitato, soprattutto nelle aree non adibite alla primaria funzione di stazione, e regala delle chicche non da poco. Si può salire in cima alla terrazza panoramica all’ultimo piano e si può anche attraversare a piedi la passerella aerea che collega due parti dell’edificio. Nonostante sia “solo” una stazione… qui succede qualcosa di diverso!
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Mi fermo qui, anche se avrei ancora tante cose da dire, ma essendomi imposta di fare una top 5, ho dovuto necessariamente fare delle scelte. Quindi non pensate che mi sia dimenticata di citare, ad esempio, l’atmosfera d’altri tempi che si respira nel quartiere di Gion o il super fotogenico tempio Fushimi Inari Taisha con la sua interminabile galleria di torii rossi: ho semplicemente preferito includere qui altre cose per raccontare la mia Kyoto. E mi piacerebbe conoscere la vostra, nei commenti 🙂