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Israele in una settimana: cosa vedere e fare. Un itinerario papabile

    Categorie AsiaIsraele

Le dimensioni ridotte di Israele non devono far pensare che in una settimana si riesca a visitare tutto il paese, perché di cose da vedere ce ne sono parecchie e vanno fatte delle scelte. C’è anche da dire che le distanze contenute facilitano un po’ le cose e, last but not least, le poche ore di volo dall’Italia permettono (volendo) di visitare il paese a più riprese. Va necessariamente detto che un viaggio in Israele potrebbe/dovrebbe includere anche la visita di parte dei territori palestinesi, un esempio tra tutti è la città di Betlemme. Viste le complessità di questi luoghi, parte integrante del viaggio è quella di parlare con la gente del posto per tentare di capire dinamiche a noi estranee e lontane anni luce. Ed è sempre bene informarsi sulla situazione in corso dato che la tensione potrebbe diventare alta.
Di seguito vi racconto il mio itinerario di una settimana tra Israele e territori palestinesi affinché possiate prenderlo come esempio per buttare giù il vostro.
Nota importante: dal venerdì pomeriggio e per tutta la giornata del sabato gli ebrei osservano lo Shabbat, ossia il giorno di riposo, e tutte le attività sono ferme. Tenetelo sempre a mente sia per quanto riguarda la visita delle attrazioni (molte sono chiuse) ma anche per quanto riguarda gli spostamenti (i trasporti statali si fermano).
Infine apro una piccola parentesi sul miglior periodo per visitare Israele. Sicuramente non l’estate, quando fa un caldo inimmaginabile. E nemmeno i mesi adiacenti. In inverno alcuni località potrebbero essere fredde (io a Gerusalemme ho battuto i denti), quindi un buon compromesso potrebbero essere quelle famose mezze stagioni che forse non esistono più.

Giorno 1 (sabato): Italia > Israele (Gerusalemme)
La partenza dall’Italia (Milano) è il mattino prestissimo e ci permette di essere in Israele verso l’ora di pranzo. Dall’aeroporto Ben Gurion ci dirigiamo subito verso Gerusalemme che raggiungiamo verso le 15. È sabato e la città è piuttosto tranquilla. Mangiamo il primo di una lunga serie di hummus e falafel (da Abu Shukri) e facciamo un giro esplorativo della città vecchia (diamo una prima occhiata al Muro Occidentale o del Pianto, ripercorriamo tutte le tappe della Via Dolorosa per visitare infine la Basilica del Santo Sepolcro).

Giorno 2 (domenica): Gerusalemme città vecchia
Ci svegliamo di buon’ora per essere tra le prime ad accedere al Monte del Tempio, la spianata in cui sorgono due degli edifici più sacri per l’Islam -la Cupola della Roccia e la Moschea Al-Aqsa, dove i visitatori non musulmani non possono entrare- e che rappresenta inoltre un luogo di venerazione per gli ebrei (qui sorgevano il Primo e il Secondo Tempio). Arrivare presto in questo luogo è una mossa astuta, in quanto permette di godere di una pace quasi assoluta, senza troppi turisti.
Successivamente ci rechiamo sul Monte Sion per visitare la Tomba di Re David e il Cenacolo, per poi dirigerci verso il Monte degli Ulivi e visitare gli edifici della zona. Abbiamo deciso di tralasciare, invece, la visita alla Città di David, in quanto ci è sembrata un po’ troppo turistica e artefatta.
Nel pomeriggio ci spostiamo nella città nuova con destinazione l’immenso Israel Museum dove, tra le tante altre cose, sono custoditi i celebri rotoli del Mar Morto. Uscite dal museo facciamo un salto veloce al mercato Mahane Yehuda e cerchiamo in zona un locale in cui cenare (proviamo il famoso hummus di Pinati).

Giorno 3 (lunedì): Gerusalemme > Betlemme > Gerusalemme > Masada
Con un autobus da Gerusalemme, raggiungiamo in meno di mezz’ora il checkpoint tramite il quale si accede alla città di Betlemme. Decidiamo di affidarci a un tassita palestinese che ci porta prima a vedere i murales che Banksy ha realizzato in alcuni punti piuttosto nascosti della città, poi raggiungiamo la città di Hebron e, rientrando, visitiamo un campo profughi e infine il centro di Betlemme. Di ritorno a Gerusalemme nel primo pomeriggio, prendiamo un autobus per Masada sul Mar Morto, dove passeremo la notte. Il tragitto è di circa 2 ore.

Giorno 4 (martedì): Masada > Ein Gedi
Ci svegliamo molto presto per salire su a Masada prima dell’alba, lungo il ripido sentiero del Serpente. Dopo aver visto il sorgere del sole sul Mar Morto dai 400 metri slm della rocca su cui si trova Masada, visitiamo la fortezza e rientriamo in albergo per colazione (NB se si vuole salire a Masada per l’alba è necessario avere l’albergo lì in zona, altrimenti è impensabile, soprattutto se ci si muove coi mezzi pubblici). Dopo colazione ci trasferiamo in autobus a Ein Bokek per una giornata in spiaggia e facendo prove di galleggiamento sul Mar Morto. Nel pomeriggio raggiungiamo in autobus Ein Gedi, dove trascorreremo la notte.

Giorno 5 (mercoledì): Ein Gedi > Gerico > Ein Gedi
Visitiamo in giornata Gerico, la città più antica del mondo, la cui attrazione principale è il monastero ortodosso costruito sulla parete verticale del Monte delle Tentazioni. Coi mezzi pubblici non è facilissimo arrivare a Gerico: i pullman che dal Mar Morto vanno a Gerusalemme (o viceversa) si fermano al raccordo, dopodiché si deve prende un taxi o sperare in un passaggio, perché ci sono un bel po’ di chilometri da fare prima di arrivare in città.
NB per quanto carina, Gerico è stato un ripiego dell’ultimo minuto causa pioggia (è da notare che da queste parti non piove praticamente mai!), altrimenti avremmo visitato gli uadi vicino al kibbutz e raggiunto Gerusalemme prima il giorno successivo.

Giorno 6 (giovedì): Ein Gedi > Gerusalemme
La mattina, visitiamo la riserva naturale di Ein Gedi con i due uadi Arguot e David (quest’ultimo è molto turistico e molto fuffa, è di gran lunga meglio il primo). All’interno del parco ci sono diverse possibilità di fare trekking, anche escursioni un po’ più impegnative della visita dei due uadi (agli ingressi della riserva è possibile prendere un’utile cartina della zona con tutti i trekking possibili da fare: se volte fare dei percorsi più impegnativi e lunghi, bisogna però partire presto). Nel pomeriggio raggiungiamo in pullman la spiaggia di Metzoke Dragot, una spiaggia libera in cui ci si possono fare i famosi fanghi del Mar Morto senza dover pagare il dazio per entrare in una spiaggia attrezzata. Qui si trovano inoltre dei bellissimi cristalli di sale quadrati! Prima di dirigersi nuovamente a Gerusalemme per la notte, facciamo sosta in una spiaggia tutta di sale… per vedere l’effetto che fa.
Nota a margine: gli spostamenti sul Mar Morto, senza avere a disposizione un mezzo proprio, sono abbastanza macchinosi. Macchinosi ma non impossibili: ci sono dei pullman che percorrono, in entrambe le direzioni, la strada che costeggia il Mar Morto, gli orari sono un po’ irregolari (e non vengono sempre rispettati). Un’altra soluzione percorribile è quella di ricorrere all’autostop, che da queste parti viene fatto da molti. Le distanze da percorrere non sono lunghissime.

Giorno 7 (venerdì): Gerusalemme > Tel Aviv
La mattina visitiamo a Gerusalemme lo Yad Vashem, il toccante museo dell’olocausto situato alla periferia occidentale della città, dopodiché prendiamo un pullman per Tel Aviv prima che sia troppo tardi: i preparativi per lo Shabbat fervono, e a breve i mezzi di trasporto pubblico smetteranno di circolare. Arriviamo a Tel Aviv nel tardo pomeriggio, quindi non facciamo in tempo a visitare i vivaci mercati della città, rimpianti che resteranno dato che non faremo a visitarli nei giorni successivi: al sabato perché chiusi, alla domenica perché dobbiamo partire troppo presto (da vedere quello delle pulci di Giaffa e il Mercato Carmel). Facciamo una lunga passeggiata fino a Giaffa, il nucleo più antico di Tel Aviv. Nell’attendere il tramonto sulla spiaggia, ben prima di raggiungere Giaffa, ci ritroviamo nel bel mezzo di una jam session in quella che è stata ribattezzata la Drummers’ Beach: qui ogni venerdì sera si riuniscono suonatori di tamburi e altre percussioni per suonare finché c’è gente che balla e voglia di far festa. Un ottimo preludio dello Shabbat. La sera ci godiamo cena e dopo cena in un posto molto hipster (come tanti altri locali a Tel Aviv) ma estremamente carino.

Giorno 8 (sabato): Tel Aviv
Cominciamo la giornata facendo un giro per la città e fermandoci più volte a bere un caffè in uno dei tanti graziosissimi locali di Tel Aviv: anche se è sabato, troviamo un’ampia scelta di locali. Alle 11 prendiamo parte a un tour gratuito che ci porterà a scoprire la Tel Aviv della Bauhaus e altre curiosità sulla città.
Nel pomeriggio, non potendo andare per mercati, facciamo un altro giro nella lunga spiaggia cittadina in attesa del tramonto. E ci concediamo poi una serata molto telaviviana e hipster: prima beviamo un drink nel delizioso rooftop di The Prince, e poi un’interessante cena nel modaiolo Port Sa’id.

Giorno 9 (domenica): Tel Aviv > Italia
Gli orari dei voli per rientrare a Milano non sono proprio il massimo: dovendo essere 3 ore prima in aeroporto (consigliato visti i numerosi controlli approfonditi che possono fare), non c’è tempo per fare nulla a Tel Aviv la mattina della partenza, se non bere un caffè al volo sulla strada per prendere il treno che porta all’aeroporto. Quindi questo ultimo giorno è sostanzialmente perso in spostamenti. E tocca pure tornare a casa :-/

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