Tra il ‘400 e il ‘500 è transitato da Milano un uomo che, ancora oggi, ci rende fieri di essere italiani. Quest’uomo risponde al nome di Leonardo da Vinci. Di lui e del suo soggiorno milanese sappiamo un po’ di cose: sappiamo ad esempio che ha realizzato capolavori come il Cenacolo e la Vergine delle Rocce (in ben due versioni) e sappiamo che ha contribuito alla progettazione dei navigli perfezionando la tecnica delle conche. C’è però un particolare che sfugge ai più e di cui si parla piuttosto poco (leggi: niente): il luogo preferito di Leonardo, quello in cui si recava a pensare e trovare ispirazione. E, visto il tenore dei pensieri che faceva, questo luogo deve aver avuto davvero qualcosa di veramente speciale… Peccato però che adesso sia stato praticamente abbandonato.
Un po’ fuori dal centro di Milano, in una tranquilla zona residenziale dove sorge anche qualche ufficio, dove non si vede un turista a pagarlo oro e talvolta si fa fatica a trovare un indigeno, si trova un glicine che, a modo suo, ha fatto la storia. In pochi sanno della sua esistenza e ancora in meno conoscono la sua valenza storica. Forse è per questo che è ridotto in stato di simil abbandono. Ma andiamo con ordine (allo stato di simil abbandono ci arrivo).
All’ombra del glicine nientepopodimenoche il signor Leonardo da Vinci soleva sedersi a pensare e, leggenda narra, proprio qui Leonardo insieme a Ludovico il Moro ideò il progetto della conca fallata dei navigli milanesi.
Fortunatamente perché le cose più segrete hanno un fascino diverso, unico e magico. Le cose che sanno in pochi si apprezzano di più o forse dovrei ribaltare il tutto dicendo che le cose troppo conosciute alla fine rischiano di essere date per scontate e perdere il loro valore autentico.
Purtroppo perché rimanendo per così dire “marginale”, in pochi se ne stanno prendendo cura e rischia di fare una brutta fine (almeno questa è l’impressione che ho avuto io che non ho proprio il pollice verde). Dopotutto non è più un ragazzino ed ha bisogno di un po’ di attenzione in più. Tra l’altro è stato costruito proprio davanti al glicine un’obbrobrio in plastica che lo cela in buona parte a chi arriva dalla strada: per poterlo ammirare bisogna intrufolarsi dentro ad un cortile. La bella notizia è che dal 16 febbraio 2013 (alla buon’ora!) è in vigore in Italia la legge 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani“, che prevede il censimento e la protezione degli alberi monumentali, nei quali mi auguro di cuore sia incluso il glicine di Leonardo. Stiamo a vedere cosa succede.
Il glicine di Leonardo è inoltre uno dei glicini più vecchi d’Italia (se non addirittura il più vecchio), dovrebbe avere più di 715 anni! E si dice che le sue radici siano ormai così lunghe da arrivare a misurare circa 2 chilometri.
Il glicine si trova al numero 2 di via Verro nel quartiere Morivione. Siamo nella parte sud di Milano, a due passi da viale Toscana e da via Ripamonti. Morivione è uno dei quartieri più antichi della città, della Lombardia e forse addirittura dell’intera penisola e prende il nome da una storia piuttosto curiosa, quella di Vione Squilletti e della storpiatura di una frase. Il nostro altro non era che un bandito che andava in giro per Milano a rubare e terrorizzare la gente e che, ovviamente, non era né ben visto né particolarmente amato. Il 23 aprile 1336 (o 1339 a seconda della fonte) venne finalmente catturato e giustiziato il giorno successivo. Nel luogo in cui trovò la morte venne posta una pietra su cui era scritto “Qui morì Vione“. Non si conoscono i passaggi esatti ma, a poco a poco, questa frase si è trasformata nel termine Morivione con il quale viene identificato ancora oggi il quartiere.
Qualche anno dopo passò di lì Leonardo, ma ormai questa storia la conoscete…
Leggi i commenti (10)
...pensare che non solo non l'ho mai visto, ma ignoravo pure la sua esistenza...
Purtroppo lo conoscono in pochi e ancora in meno se ne prendono cura. Speriamo davvero che la legge lo tuteli in qualche modo...
affascinate,ignoravo completamente. ma quali sono le fonti??
Ciao Mirco,
grazie per il tuo commento.
Ricordo che, ai tempi in cui ho scritto il post, un amico milanese mi aveva messo questa "pulce nell'orecchio": io non ne sapevo nulla del glicine di Leonardo.
Sul web ho poi trovato questo post http://blog.libero.it/Amazzoneperforza/8776452.html e, inoltre, recandomi in loco, una signora che abita proprio lì sopra mi ha confermato la storia.
Tuttavia se leggi il commento qui sotto di Federico sembra che ai tempi di Leonardo i glicini non fossero stati ancora introdotti in Europa. Ciò mi lascia pensare che il glicine sia in qualche modo collegato a Leonardo, anche se forse non gli ha mai fatto ombra :-D
Buonasera a tutti Voi
Voglio farvi sapere ,che con molto piacere ed Onore , che io abito, da 2 anni , all'ombra del vecchio/saggio Glicine di Leonardo in via b.verro e Mi !
Tutte le mattine ci salutiamo con un'abbraccio !, e quando parto x lavoro c'è sempre q.uno che Le offre da bere!
Ci tenevo a farVi sapere che non è abbandonato , ora ci sono io che lo amo e con me anche gli altri 12 proprietari che lo Rispettano !
( verissimo CMQ che gli hanno costruito ,attaccato alle Radici , un'orrendo "garage" ......
.che vergogna !!!! ...... .......... ........................
(gli offre da bere)
Scusatemi !
Al tempo di leonardo i glicini non erano ancora stati introdotti in Europa. Il primo glicine fu classificato come tale da Linneo(XVIII secolo) ed era una pianta americana (l'odierno Wisteria frutescens), mentre ebbe successo e si diffuse solo nella prima metà del XIX secolo, specificamente nelle specie asiatiche che tutti ammiriamo fiorite in aprile. Quel glicine pertanto è sicuramente vecchio, ma non fece certo ombra a Leonardo. Cmq andrò a vederlo e il nome assegnatogli può starci, poichè lì, dove si dice che Leonardo sostò, secoli dopo venne piantato un bel glicine.
Cordialmente,
F
Ciao Federico, grazie mille del tuo commento, l'ho molto apprezzato!
Questa cosa non la sapevo e sono contenta che tu abbia contribuito ad arricchire il contenuto.
Il glicine di cui parlo nel post, è tuttavia identificato dai pochi che lo conoscono, come "glicine di Leonardo". Adesso bisogna scoprire come mai si è arrivati a chiamarlo così.
Grazie ancora,
Silvia
Ho avuto la fortuna di fotografarlo nel pieno del suo splendore(1990) e quando esisteva la vecchia trattoria di Morivione,nel cui interno esisteva un dipinto rappresentante la cattura del Vione.Se vi interessa posso inviarvi le relative fotografie.
Ho visto il Glicine ieri, 1/5/2019, e le condizionii in cui si trova non sono delle migliori: il magazzino prefabbricato di plastica c'è ancora, malgrado i vicini dicano che esiste un'ingiunzione per eliminarlo, assolutamente ignorata.Il tronco gigantesco non ha spazio sacrificato fra motorini parcheggiati. Occorre intervenire, per non perdere un pezzo di storia di Milano