Decretare quali siano i gianduiotti più buoni di Torino è un’impresa talmente ardua che, in confronto, scalare a mani nude la Mole Antonelliana può sembrare un gioco da ragazzi. Provate a chiedere a un po’ di torinesi quale sia secondo loro il gianduiotto in assoluto più buono della città: difficilmente riceverete tante risposte uguali da farvi orientare su una marca piuttosto che su un’altra. Ognuno, com’è forse giusto che sia, ha il suo “gianduiotto del cuore”, la sua personalissima preferenza, la sua scuola di pensiero. Tuttavia una mezza certezza c’è: a Torino ci sono due maître chocolatier estremamente quotati e popolari che riescono a creare dei gianduiotti maledettamente buoni: Guido Gobino e Guido Castagna.
A quanto pare chiamarsi Guido conta se di mestiere vuoi fare il cioccolataio. E a dimostrarcelo sono il baffuto Gobino, torinese doc e Guido Castagna, in arrivo dalla vicina Giaveno ed approdato di recente anche in televisione (per inquadrare meglio i personaggi in questione vi suggerisco di dare un’occhiata all’intervista doppia inserita a fine pagina).
Prima di passare in rassegna le creazioni di questi due guru del cioccolato, è doveroso fare qualche premessa ed includere alcune note storiche e di folklore. Se non vi interessano, passate oltre e arrivate dritti al dunque.
La nascita del gianduia
Il gianduia è un impasto ottenuto dal matrimonio d’amore e di passione tra il cioccolato e la nocciola, quella delle Langhe, mica una qualsiasi, e venne inventato non tanto per gola, quanto per necessità. A metà ‘800, con il blocco delle importazioni di merci provenienti dall’Inghilterra e dalle sue colonie voluto da Napoleone, nel Regno di Sardegna era molto difficile nonché costoso reperire il cacao. Si pensò quindi di utilizzare un prodotto locale (la nocciola delle Langhe, appunto) per rimpiazzare in parte la penuria di cacao. Ed è così che nacque il gianduia.
Estrusione o concaggio?
I gianduiotti possono essere prodotti con due tecniche diverse: l’estrusione e il concaggio. L’estrusione è la tecnica più antica e consiste nel colare l’impasto direttamente su di una piastra, senza utilizzo di stampi: in questo modo i cioccolatini risultano poi più soffici, ma non fluidi. Il concaggio, invece, prevede il riempimento di stampi ed è una tecnica più industriale. Con l’utilizzo di questa tecnica i cioccolatini risultano essere più duri perché vi è la necessità di farli uscire dagli stampi.
Dopo aver fatto tesoro di queste nozioni, arriviamo finalmente al dunque.
GUIDO GOBINO
COSA | Gobino si fa addirittura in tre quando si parla di gianduiotti, da fine novembre 2017 addirittura in quattro. Non solo gianduiotti ma anche tourinot, ossia dei gianduiotti mini del peso di soli 5 grammi. Volendo ci sarebbe anche la versione al caffè (sia di gianduiotto che di tourinot), ma in questa sede non approfondisco. I gianduiotti e tourinot di Gobino sono estrusi.
Giandujottino Tourinot: è più dolce e meno morbido rispetto agli altri due, molto delicato e con un retrogusto di vaniglia (estratto da bacche di vaniglia burbon del Madagascar).
Tourinot Maximo: vedi sopra, copia e incolla ma toglici il latte… et voilà Maximo, più soffice del fratello e di poco meno dolce.
Maximo +39: il più soffice dei tre, dove la nocciola è indubbiamente la protagonista. Come suggerisce il nome, la nostra attrice protagonista è presente in una quantità superiore al 39%. È prodotto in edizione limitata e si trova solo da ottobre a marzo.
Tourinot n. 10: l’ultimo nato in casa Gobino è il Tourinot realizzato per festeggiare i (primi) dieci anni della bottega di via Lagrange. Qui la nocciola incontra il cioccolato fondente e, di conseguenza, il risultato è più amaro (ma non da amaro in bocca in senso figurato 😉 ).
DOVE | Boutique in via Lagrange 1 a Torino (e altri punti vendita… non solo a Torino! Controllare qui).
QUANTO | Una confezione mista da 100 grammi, con tutti e quattro i tipi di cioccolatini sopra citati, costa sui 6€.
SITO INTERNET
GUIDO CASTAGNA
COSA | Giuinott, un gianduiotto di dimensioni leggermente più piccole rispetto a quelli tradizionali. Castagna usa solo le fave di cacao provenienti da Chuao in Venezuela e nocciole del Piemonte IGP nella misura del 40%.
Il suo gianduiotto è soffice, talmente soffice da sciogliersi in bocca, mentre il sapore di nocciola si sprigiona poco a poco. Dolce sì, ma non esasperatamente. Estruso.
DOVE | Boutique in via Maria Vittoria 27/C a Torino.
QUANTO | Una confezione da 100 grammi di gianduiotti costa 6€.
SITO INTERNET
Quindi, qual è il più buono? Domanda difficilissima, a cui forse non so rispondere. Personalmente sono molto indecisa tra il Maximo 39 di Gobino e il Giuinott di Castagna. Entrambi soffici e nocciolosi. Forse (e sottolineo il forse) propendo un po’ di più per il Maximo +39, dove l’equilibrio tra nocciola e cacao è pressoché perfetta.
Per voi, invece, qual è il gianduiotto più buono?
NB se non trovate coerenza tra quanto scritto nel post e i commenti è perché questo post è stato originariamente scritto in data 17/05/2013, per poi essere aggiornato e ripubblicato il 19/02/2017 e il 14/01/2018. E la foto di copertina è un collage fatto nel 2013 con packaging leggermente diverso da oggi.
Il Gianduiotto più buono è quello originale di Caffarel che nel lontano 1865 lo inventò e viene prodotto ancora oggi utilizzando la tecnica a estrusione
Voto pieno per Guido Catsagna!!!!!!!! il miglior giuinott del mondo. (parola di intenditore)
correzione: Castagna