Tanto per cominciare Malta è un arcipelago, e non una sola isola! Ma questo davo per scontato lo sapeste già. O meglio: Malta è anche un’isola ma se si parla in maniera generale, si fa riferimento all’arcipelago (o alla Repubblica di Malta, se proprio vogliamo fare gli istituzionali) e bisogna quindi includere nel prezzo Gozo, Comino e qualche scoglietto sparso qua e là. Anche con queste aggiunte, la superficie dello stato rimane molto esigua tant’è che la capitale, La Valletta, detiene il primato di capitale più piccola d’Europa, con un’estensione di circa 1 km² (c’è chi dice poco di più e chi dice poco di meno, io nel dubbio mi accomodo nel mezzo). Per uno stato piccolo, ci vuole una capitale piccola. Non fa una piega.
Dopo queste nozioni di base -chiamiamole curiosità introduttive– procediamo con qualcosa di più corposo.
Una storia antichissima
Per rimanere in tema storico, a breve distanza da La Valletta si trova l’unico tempio preistorico sotterraneo del mondo, l’ipogeo di Ħal Saflieni. Anche questo di dimensioni sorprendenti, soprattutto vista la location.
Dolce come il miele
Sarà poi un caso che il colore degli edifici maltesi realizzati in pietra calcarea locale, assumano proprio il colore del miele durante alcune ore del giorno?
Le barche occhiute
Due campanili per due ore
Un assegno per una birra
A Malta quando ordini una birra ti portano una Cisk, termine che in maltese significa assegno. E che c’entra il mondo bancario con la birra? Semplice: alla Cisk venne dato il nome, anzi il soprannome, del banchiere fondatore della “The Malta Export Brewery”, azienda che diede alla luce la birra nazionale. Per completezza di informazione, il banchiere di cui sopra, tale Giuseppe Scicluna (aka Ic-Cisk, “lo chèque”, “l’assegno”) nonché fondatore della più antica banca privata maltese, acquisì nel 1928 l’azienda di un cliente che produceva di birra pilsner e munchener, detenendone l’esclusiva. E fu così che a Malta nacque la sua birra.
Il piatto nazionale… di terra!
In un arcipelago di isole vi aspettereste di trovare del pesce come piatto nazionale, vero? Sbagliato! A Malta il piatto nazionale è il coniglio selvatico, fenek, di cui i maltesi vanno matti e che saltella allegramente per le isole prima di finire… nel piatto. Viene cucinato in tanti modi diversi: in padella, in umido, fritto o marinato. Da assaggiare.
La bomba (forse) inesplosa
Se in molti hanno voluto e vogliono credere al miracolo, va detto che esiste pure un’altra versione della storia, ossia quella che la bomba fosse piena di sabbia e contenete un messaggio di saluti da parte dei lavoratori della Škoda (fabbrica della Cecoslovacchia occupata dai nazisti), che erano riusciti a sabotare la produzione di una bomba vera e propria.
Caravaggio ha lasciato (l’unico) segno
Credo non ci sia bisogno di fare una intro su Caravaggio, abbiamo tutti l’obbligo morale di sapere chi sia. Risaputo è anche il fatto che il nostro aveva un bel caratterino: spesso coinvolto in risse e pestaggi, commise addirittura un omicidio che gli valse una condanna a morte. Comincia così a scappare da una città all’altra per approdare anche a Malta ad inizio Seicento dove si mise al lavoro per i Cavalieri e lasciò in eredità un paio di opere talmente belle che fanno dimenticare in fretta il fatto che l’artista non fosse proprio uno stinco di santo. L’opera più pregevole che si trova in quel di Malta, all’interno della Concattedrale di San Giovanni a La Valletta, è la Decollazione di san Giovanni Battista, che tra l’altro è l’unica opera autografa di Caravaggio: in nessun altro suo lavoro è apposta la firma. Tra l’altro, molto originale (o forse più pulp) il modo in cui firma l’opera: col sangue che schizza dalla testa del Santo decapitato.
Un amore… al contrario
Un mosaico di balconi colorati
Il fenomeno sembra essere relativamente recente: a La Valletta i primi gallarija “documentati” -galeotto è stato un dipinto del palazzo del Gran Maestro- risalgono ben oltre alla metà del Seicento, prima di allora la città aveva soltanto balconi aperti in pietra. Fa molto strano pensare a La Valletta, il luogo dove il mosaico di gallarija è particolarmente evidente, senza i suoi fotogenici balconi in legno.
Ma qual è la loro funzionalità? La prima gallarija di Malta, quella del palazzo del Gran Maestro appunto, era una lunga galleria in legno (il nome potrebbe derivare dall’italiano “galleria”) che collegava le varie stanze del palazzo e che permetteva al Gran Maestro di passeggiare e tener d’occhio quello che succedeva “sotto di lui”. Il Gran Maestro ha lanciato una moda tant’è che tutti in città hanno poi voluto la loro gallarija personale per poter osservare l’andirivieni nelle strade senza essere visti da fuori. Ma, per ovvi problemi di spazio, son stati realizzati tanti piccoli balconi colorati e non lunghe gallerie, lasciando al Gran Maestro la possibilità di dire “io ce l’ho più lungo”.
È meglio stare sempre in guardia
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