Visitare Vicenza in un giorno soltanto è possibile, tuttavia è altamente raccomandato fermarsi un intero weekend per poter girare con più calma la città e magari per fare anche una capatina nelle vicine Marostica e Bassano del Grappa (ma anche Thiene e Schio che, seppure località meno pop, celano sorprese interessanti).
Il centro, con deliziosi dettagli veneziani qua e là, è molto piccolo e tutte le attrattive principali, a parte qualcuna, si trovano al suo interno. Girare a piedi è l’ideale, ma va anche detto che è una città a misura di bicicletta (che però a fini turistici non serve granché).
Vicenza è la città di Palladio e del bacalà: due “cose” che arrivano da fuori ma che sono inequivocabilmente legate a questa terra. Palladio, al secolo Andrea di Pietro della Gondola, è nato nella vicina Padova ma ha dato il meglio di sé a Vicenza e dintorni, disseminando capolavori architettonici che ci invidiano un po’ ovunque all’estero. Basti solo pensare alla Rotonda, sintesi di perfezione architettonica.
Il bacalà, che qui si scrive con una c soltanto, viene da ancor più lontano (dalla Norvegia), ma una volta giunto in Veneto i cuochi vicentini lo hanno valorizzato inventando un nuovo modo per cucinarlo, insieme alla polenta.
Oggi Palladio e il bacalà si contendono ad armi pari il titolo di simbolo di Vicenza ed entrambi rappresentano un must di una visita, anche veloce, alla città.
Avendo un solo giorno a disposizione per visitare Vicenza, dedicherei la mattina a visitare le attrazioni “in alto” (Monte Berico, villa Valmarana, la Rotonda) e, dopo un pranzo a base di bacalà, passerei il pomeriggio a girare per il centro storico in senso stretto per finire poi la giornata a spunciotti e spritz in qualche locale.
Prima di entrare nel succo della questione, è doveroso fare un cenno ai biglietti cumulativi disponibili: la Vicenza Card costa 20€, vale 8 giorni e dà la possibilità di visitare 10 attrazioni, mentre la la Card 4 Musei, vale sempre 8 giorni, costa 15€ e dà la possibilità di visitare 4 attrazioni a scelta, come suggerisce il nome. Tra le attrazioni visitabili con le card è incluso il Teatro Olimpico, che da solo costa già 11 € (e che va obbligatoriamente visitato). Quindi se avete intenzione di fare gli acculturati, vi conviene sicuramente fare uno dei due biglietti (se state in città solo una giornata, la Card 4 Musei può essere sufficiente). Qualche info in più sulle card nonché su prezzi dei biglietti singoli e orari della attrazioni vicentine a questo link.
Purtroppo le attrazioni private quali Villa Valmarana e la Rotonda, non sono incluse nella Museum Card e vanno pagate a parte.
In ordine di apparizione, parlerò di:
- Monte Berico;
- Villa Valmarana;
- La Rotonda di Palladio;
- Teatro Olimpico;
- Santa Corona;
- Palazzo Thiene;
- San Lorenzo;
- Duomo;
- Basilica Palladiana.
Monte Berico
Cosa c’è di meglio che cominciare la visita di una città osservandola dall’alto? Da Monte Berico, la vista su Vicenza è davvero fantastica. E diventa ancora più bella nelle giornate limpide, con le montagne sullo sfondo, magari innevate…
Il modo migliore per arrivare in cima a Monte Berico è a piedi: non fatevi spaventare dalla dicitura monte, si tratta semplicemente di una collinetta di 100 metri sul livello del mare, nulla di impegnativo. Ci sono due opzioni per arrivare fino in cima: le scalette o la via dei portici. La prima opzione, è la più datata nonché l’unica via d’accesso al Santuario fino a metà Settecento, quando vennero realizzati i portici. Consiste in una rampa di scale che parte dal cosiddetto Arco delle Scalette in piazzale Fraccon. Dopo aver salito 192 gradini bisogna percorrere poi un tratto a piedi, prima in piano poi in leggera salita, ed è fatta.
La via dei portici è stata realizzata in anni più recenti ed è il percorso più suggestivo per raggiungere il Santuario. Si tratta di una strada in salita affiancata da un porticato sullo stile di San Luca a Bologna, ma più corto: sono solo 700 metri di portici (150 arcate).
Qualsiasi strada decidiate di prendere, comunque non ci metterete più di 30 minuti a raggiungere il Santuario dal centro città.
Il Santuario di Monte Berico è stato eretto in onore di Maria, qui apparsa per ben due volte nel 1426 e nel 1428 a donna Vincenza, una contadina che portava il pranzo al marito che lavorava sul colle. In quegli anni la città di Vicenza era martoriata dalla peste e fu la Madonna in persona a chiedere l’erezione del Santuario affinché la città potesse essere liberata. E in effetti, così accadde: nel 1430, anno in cui terminarono i lavori del Santuario, la peste abbandonò Vicenza. Un caso? All’interno del Santuario sono conservati diversi capolavori di arte sacra, ma il pezzo forte è l’annesso Museo degli ex voto e della pietà popolare, una delle più importanti collezioni italiane dedicate alla devozione popolare (qui più info).
Doverosa una capatina sulla terazza panoramica da cui la vista sul centro di Vicenza e tutta la verdura che lo circonda è davvero bellissima. Chi volesse fare una sosta caffè/dolcetto/aperitivo, lo può fare da Al Pellegrino 1926, anche qui con vista.
Villa Valmarana ai Nani
In altri 15/20 minuti a piedi dal santuario di Monte Berico si raggiunge, attraverso un sentierino pedonale, la bellissima villa Valmarana, conosciuta anche come villa dei Nani perché nel suo muro esterno ci sono le statue in pietra di 17 nani.
Legata alle statue di questi nanetti c’è una leggenda piuttosto curiosa: un tempo in quest’umile dimora abitava una principessa affetta da nanismo i cui genitori, per non farla sentire diversa, la fecero vivere in isolamento all’interno della villa, circondandola da una corte di servitori anch’essi nani. Ma un giorno successe che un bel giovane entrò nel giardino e Layana, questo era il nome della principessa, se ne innamorò seduta stante. Nel contempo, però, realizzo di essere diversa dalle altre persone, e per il dolore si lanciò da una torre. Ma non finisce qui, aggiungiamo ancora un po’ di tragedia a quella che, per fortuna, è solo una leggenda: appena la principessa si tolse la vita, tutti i nani della corte si trasformarono in statue di pietra dal dolore.
Questa è la versione ufficiale della leggenda che si legge anche negli opuscoli illustrativi di villa Valmarana. Tuttavia, circola anche un’altra versione del finale che, tutto sommato, dona una sorta di lieto fine: è Layana a respingere il bel giovane trovandolo deforme a causa della sua altezza eccessiva.
La Villa è composta da tre edifici (palazzina, scuderia e foresteria) inseriti all’interno di un grande parco, i cui muri perimetrali sono quelli dei nani di cui sopra, che in passato decoravano il giardino. I protagonisti assoluti della villa – dopo i nani si intende! – sono i Tiepolo, padre e figlio (più padre a dire il vero), che hanno completamente affrescato palazzina e foresteria.
È la palazzina il fiore all’occhiello del complesso: qui Gianbattista Tiepolo – il padre, quindi – ha dato il meglio di sé decorando gli ambienti con scene tratte dai grandi poemi del passato (Iliade, Gerusalemme Liberata, Eneide e Orlando Furioso). Delle rappresentazioni meravigliose anche per chi, come me, non è troppo in grado di apprezzare l’arte.
Nella foresteria è invece Tiepolo figlio, Giandomenico, ad avere il quasi monopolio degli affreschi (scrivo quasi perché c’è comunque anche qui lo zampino del padre): abbellisce le pareti con scene di vita quotidiana o dedicate all’Oriente, che ai tempi andava di moda.
Villa, panorama, statue dei nani e affreschi son tutti molto belli e assolutamente da vedere. Il biglietto costa 11€. Giorni e orari di apertura nonché altre info sulla villa li trovate sul sito ufficiale e sulla pagina Facebook.
La Rotonda
Camminando ancora una decina di minuti o poco più dalla Villa dei Nani, seguendo un sentierino acciottolato, si raggiunge villa Almerico Capra, decisamente più nota come la Rotonda di Palladio. Un edificio a pianta circolare che definire perfetto è quasi riduttivo.
Se proprio volessimo fare i pignoli (sì, vogliamo!) è tecnicamente scorretto definire l’edificio rotondo in quanto la pianta non è circolare, ma è l’intersezione di un quadrato con una croce greca. Dettagli? Può darsi, ma rimane il fatto che l’edificio è perfetto, o quantomeno sembra. Continuando nel voler fare i pignoli, va detto pure che non è nemmeno perfettamente simmetrico, come invece si vuol far credere: le facciate, ad esempio, differiscono per qualche elemento e i gradini non sono ampi allo stesso modo. Questa mancata simmetria è stata pensata apposta per renderlo completamente armonico rispetto all’ambiente circostante. Va infine aggiunto che la location, in cima ad un colle nel bel mezzo della campagna, non è casuale: la Rotonda fu progettata per essere in perfetta armonia con il paesaggio.
E se già da fuori fa la sua porca figura, è un peccato non vedere anche gli interni, nonostante gli orari e i periodi di apertura non sempre siano ottimali. Il pezzo forte è indubbiamente la sala centrale circolare con la cupola decorata, da cui poi si sviluppano tutti gli altri ambienti.
Attualmente la villa è di proprietà della famiglia Valmarana e dal 1994 è stata inclusa dall’Unesco nella sua lista dei Patrimoni dell’Umanità.
La villa purtroppo non è sempre aperta: in linea di massima solo sabato e domenica e, in alcuni periodi dell’anno, anche di venerdì e nelle feste comandate (date un’occhiata al sito ufficiale). Il biglietto d’ingresso costa 10€, 15€ se si prender parte a una visita guidata (da prenotare).
Occhio che il sito chiude alle 12, prima di riaprire nel pomeriggio: se decidete quindi di seguire il mio itinerario, partite presto la mattina per fare in modo di essere alla rotonda almeno alle 11:30.
Pausa pranzo a Vicenza
Dopo tutta ‘sta cultura, non vi è venuta fame? Per pranzo e vi consiglio di tornare in centro per provare il bacalà alla vicentina che, se non si dovesse evincere dal nome, è un piatto tipico di Vicenza. O meglio è IL piatto tipico di Vicenza e i vicentini ne son talmente gelosi che hanno messo su addirittura una Confraternita per vigilare sul rispetto della tradizione. Il centro è pieno di ristoranti in cui poter assaggiare questa specialità: io ne ho un paio da suggerirvi.
Ovviamente il bacalà non è l’unica cosa che si mangia a Vicenza, una panoramica dei piatti da provare in città ve l’ho fatta in questo articolo. E, a pancia piena, si riprende la visita.
Teatro Olimpico
Come prima cosa da fare subito dopo pranzo è la visita del Teatro Olimpico, l’attrazione che non si può saltare, per nessuna ragione al mondo (nonché quella che chiude prima delle altre).
Il piccolo teatro, tuttora sede di rappresentazioni e concerti, è il primo e più antico teatro stabile coperto dell’epoca moderna. Fu Palladio a progettarlo ispirandosi ai teatri romani descritti da Vitruvio. Correva l’anno 1580 quando ricevette l’incarico, ma purtroppo non fece in tempo a vederlo realizzato e funzionante, poiché morì prima. Fu quindi Vincenzo Scamozzi, erede spirituale di Palladio, a portarlo a termine e a creare delle scenografie per la prima rappresentazione, l’Edipo Re di Sofocle nel 1585, talmente belle che furono promosse a parte integrante del teatro. Questa piccola meraviglia è inclusa dal 1994 alla lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco.
Il Teatro Olimpico è aperto tutti i giorni, fatta eccezione del lunedì, dalle 9 alle 17 (nei mesi estivi dalle 10 alle 18). Orari e giorni di apertura aggiornati, nonché eventuali aperture straordinarie li trovate sul sito ufficiale del Teatro Olimpico. Il prezzo del biglietto intero è di 11 €.
Santa Corona
Altra attrazione top di Vicenza, non distante dal Teatro Olimpico, è la chiesa di Santa Corona: apparentemente anonima dall’esterno, ma piena zeppa di tesori al suo interno e con un grazioso chiostro. Sicuramente da non perdere:
- il dipinto del Battesimo di Cristo sull’altare Garzadori (navata sinistra), capolavoro di Giovanni Bellini, realizzato intorno al 1500-1502;
- l’Adorazione dei Magi, opera della maturità di Paolo Veronese, custodita nella cappella di San Giuseppe (navata destra);
- l’altare centrale opera dei fiorentini Colbarelli e completamente decorato da bellissimi intarsi policromi realizzati con pietre dure pregiate;
- la cripta e la cappella Valmarana ad opera di, rispettivamente, Lorenzo da Bologna e Andrea Palladio.
La chiesa di Santa Corona è aperta per le visite tutti i giorni tranne il lunedì con orari piuttosto generosi, in linea con quelli delle altre attrazioni vicentine e che variano leggermente durante l’anno (qui li trovate sempre aggiornati).
Palazzo Thiene
Non distante da Santa Corona, si trova l’affascinante Palazzo Thiene, un favoloso esempio di architettura rinascimentale da poco inserito nel sistema museale civico. Il palazzo è stato ideato da Giulio Romano (se siete stati a Mantavo lo avrete sentito nominare spesso) e realizzato tra il 1542 e il 1558 da Andrea Palladio, autore anche della progettazione esecutiva. Se da fuori può non colpire più di tanto, gli interni lasciano davvero senza parole. Qui qualche informazione in più nonché giorni e orari d’apertura.
San Lorenzo e il suo bel chiostro
Un luogo molto amato dai vicentini, anche se non corrisponde all’attrazione turistica più preziosa della città, è la chiesa di San Lorenzo. Tra l’altro non è situata in centrissimo, seppur nemmeno in periferia, quindi se c’è qualcosa da “sacrificare” perché il tempo stringe… potrebbe essere lei.
San Lorenzo è una chiesa con una bella facciata a capanna che si affaccia su un’ampia piazza, ha un interno luminoso e soprattutto un delizioso (e poco frequentato) chiostro.
La chiesa, officiata dai francescani conventuali, è stata costruita verso la fine del XIII secolo ma a fine Settecento venne occupata dalle truppe napoleoniche e utilizzata come caserma e ospedale. San Lorenzo è identificato anche come tempio cittadino perché, durante un restauro intorno al 1836, vi furono trasportati monumenti e tombe provenienti da altre chiese cittadine, prima di essere riaperto al culto.
La chiesa è aperta dalle 10:30 alle 12 e dalle 15:30 alle 18 nei giorni feriali, mentre nei festivi solo dalle 15:30 alle 18. L’ingresso è gratuito.
Duomo di Vicenza
La cattedrale di Santa Maria Annunciata è un edificio che non rimane inosservato, e non solo perché è il principale luogo di culto cattolico della città, ma per la sua maestosità nonché per una facciata del tutto particolare.
Ricostruita più volte nel corso degli anni, anche qui il Palladio ci ha messo becco progettando sicuramente la cupola (in pendant con il tetto della vicina basilica palladiana, che chic!) e presumibilmente anche un portale laterale e la cappella Almerico.
L’interno, molto luminoso, racchiude diverse opere d’arte tra cui segnalo il monumento funebre a Lavinia Thiene realizzato da Giulio Romano (si trova nella prima cappella a sinistra). Altra particolarità della chiesa è il campanile, situato a parte, sull’altro lato della strada.
La cattedrale è visitabile nei giorni festivi dalle 10:30 alle 11:45 e dalle 15:30 alle 18, mentre nei giorni festivi dalle 15:30 alle 17:15 e dalle 18 alle 19:15. L’ingresso è libero.
Basilica Palladiana
L’edificio simbolo di Vicenza, svetta imponente sul lato sud della piazza dei Signori, il salotto della città. Come è facile immaginare è tutta colpa di Palladio che proprio grazie a questo incarico diventa ufficialmente l’architetto della città di Vicenza.
Anche se il nome può essere fuorviante, la basilica palladiana non è un luogo di culto né lo è mai stato: oggi ospita uno spazio espositivo dove ruotano mostre temporanee e nasce come sede delle magistrature pubbliche di Vicenza. Tra il 2007 al 2012 è stata oggetto di un restauro architettonico, sia funzionale che impiantistico.
Notevole è la terrazza della basilica, da cui si gode di una bellissima vista sulla città e dove in alcuni periodi dell’anno è allestito un bar/caffetteria: bere un caffé o un drink qui è un’esperienza unica!
Per salire al primo piano bisogna pagare un biglietto di 5€ (1€ per i residenti a Vicenza e provincia) che permette anche di sbirciare nel salone dove vengono allestite le mostre. Qui trovate qualche informazione in più su giorni e orari di apertura.
Bene, io con la Basilica Palladiana termino il mio itinerario di un giorno a Vicenza. Ovviamente, trovandovi al cospetto della Basilica date un’occhiata anche alla bellezza delle piazze che la circondano e agli edifici che le impreziosiscono: piazza dei Signori, con le due colonne e su cui affaccia la torre Bissara che coi suoi 82 metri d’altezza si scorge da molto lontano, piazza delle Biade e la sempre molto animata piazza delle Erbe, luogo sempre molto animato e tanto amato dai vicentini che qui si danno appuntamento per bere qualcosa ammirando il loro vanto cittadino.
Se vi avanza tempo (nel caso voglio sapere come avete fatto!) ci sono anche un paio di musei da vedere tra cui quello dedicato a Palladio e un grazioso parco, parco Querini, in cui fare due passi e osservare conigli e tartarughe. E comunque non lasciate la città se prima non vi siete fatti almeno uno spritz o un bicchiere di prosecco accompagnato da qualche spunciotto, ossia delle specie di tartine farcite, che si pagano a parte se si vuole stuzzicare qualcosa (costano poco più di 1€ l’una più o meno ovunque). Le serate vicentine cominciano così! 😀
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NB Questo post è stato scritto originariamente nell’aprile del 2016, per poi essere successivamente aggiornato e ripubblicato.
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La foto dell’interno della villa Valmarana mi è stata gentilmente fornita dai responsabili della villa.
Grazie per la tua stupenda chiarezza e simpatia. abbiamo deciso di girare Vicenza seguendo il tuo itinerario!
Son sicura che vi piacerà! 🙂
E, mi raccomando, non dimenticatevi di ingozzarvi di bacalà!