Non tutti sanno che a pochi minuti di treno da Venezia c’è un piccolo gioiellino, un luogo da assaporare lentamente (e per fortuna senza tutta la folla di turisti della città lagunare) apprezzandone sia il lato più romantico che quello più goliardico e festaiolo. Questo luogo è Treviso.
Treviso ricorda tanti posti. Ricorda un po’ la vicina Venezia per i suoi canali e per gli edifici in stile gotico veneziano che puntellano il piccolo e delizioso centro storico, a memoria del dominio della Serenissima. Ricorda un po’ le città dell’Emilia Romagna per i portici che accompagnano buona parte delle vie del centro, una manna dal cielo quando piove. E ricorda anche un po’ una città fortificata, come ad esempio Lucca o Ferrara, perché anche qui ci sono delle mura (in parte percorribili) che la cingono e ne custodiscono il cuore. Insomma, un bel mischione che però contribuisce a renderla unica e bellissima.
Quel che è certo è che si tratta di una città a misura d’uomo dove si vive bene e che ha tanto da offrire a un visitatore, nonostante non possa far vanto di monumenti del tenore delle principali città d’arte italiane. Vi metto subito alla prova: sapreste indicarmi 3 attrazioni che, a nominarle, fanno venire in mente Treviso? Scommetto di no e individuare come tale il tiramisù non vale (do per scontato che sappiate che questo dolce ha i natali trevigiani). Ma non disperate perché questa mini guida, senza avere la presunzione di essere esaustiva, vi fornirà un po’ di spunti per visitare (e gustare) la città di Treviso in un giorno.
È molto difficile riuscire a definire un itinerario preciso da seguire perché attraversare il centro storico da una parte all’altra è davvero questione di minuti, e perdersi nel suo groviglio di vie è quasi inevitabile: rassegnatevi da subito al fatto che le percorrerete parecchie volte. Ma va bene così, fa parte anche questo dell’esperienza trevigiana. 😉
Io ci provo a suggerirvi, come al mio solito, un itinerario preconfezionato ma più che altro vi elencherò le cose da vedere raggruppate per vicinanza (anche se, alla fine della fiera, a Treviso è tutto vicino). E non mancheranno suggerimenti golosi e un capitoletto dedicato a dove mangiare, state tranquilli.
Come già accennato, non aspettatavi monumenti grandiosi a Treviso, ma piuttosto tanti scorci deliziosi e inaspettati. E una vitalità e voglia di vivere tipiche delle città di provincia.
Nota per l’orientamento: il centro di Treviso è attraversato da due canali principali: quello dei Buranelli e il Cagnan, che poi si buttano nel Sile, il fiume cittadino. Spesso vi troverete ad attraversali o affiancarli e sono proprio questi canali che delimitano la zona più romantica e pittoresca della città.
Fatte queste premesse, possiamo cominciare. Vi porterò nei seguenti posti (più o meno nell’ordine in cui li elenco): Piazza dei Signori, Palazzo dei Trecento, Statua della Teresona, Loggia dei Cavalieri, Calmaggiore, Fontana delle Tette, Piazza Duomo, Mosaico tardoantico, complesso di edifici tardomedievali, porte e mura di Treviso, canale dei Buranelli, Cagnan e isola della Pescheria, mulini ad acqua, piazzetta San Parasio, ponte della Malvasia, Ca’ dei Carraresi, Piazza San Vito, Fontana dei Tre Visi, Quartire Latino, Ponte Dante.
E, ovviamente, non mancherò di suggerirvi qualche posto dove mangiare a Treviso.
Piazza dei Signori
Partiamo dalla piazza che rappresenta il cuore pulsante della città, il crocevia da cui tutti passano a prescindere dalla direzione, il centro storico e sociale di Treviso.
Piazza dei Signori, che oggi è a tutti gli effetti un elegante salotto cittadino, un tempo si chiamava piazza della Berlina perché qui veniva praticata la punizione della pubblica umiliazione (la “berlina”, appunto).
La piazza, a partire dal ‘500, è stata chiamata in diversi modi: piazza Grande, piazza del Popolo, piazza San Marco del Carubio e, più tardi, piazza dei Nobili. L’appellativo Piazza dei Signori è quindi piuttosto recente ed è dovuto alla presenza dei palazzi dell’antica Signoria trevigiana.
È proprio questa piazza il luogo laddove si svolsero alcune scene del celebre film “Signore & signori” di Pietro Germi, anche se il nome della città veneta non viene mai citato. Ma è chiaro che si tratti di Treviso! Diverse scene prendono vita all’interno dello storico locale i Soffioni, situato sotto la Loggia dei Trecento e molto in voga ancora oggi, in cui una giovane e bellissima Virna Lisi lavora come cassiera e fa innamorare il ragionier Osvaldo interpretato da un magistrale Gastone Moschin.
Sulla piazza, in cui si notano qua e là i leoni di San Marco con il libro aperto (a ricordare la dominazione della Serenissima), si affacciano il Palazzo del Podestà, che è quello da cui spunta la torre civica, dimora dei podestà trevigiani durante la dominazione veneziana e attuale sede della Prefettura, il Palazzo dei Trecento e Palazzo Pretorio.
La torre civica coi suoi merli ghibellini, ci osserva da 48 metri di altezza. E lo fa dal lontano 1218, sopravvivendo perfino al bombardamento degli Alleati del 1944!
Palazzo del Trecento
Non ha avuto lo stesso destino il Palazzo del Trecento, che è invece crollato quasi del tutto durante i bombardamenti e ha pure rischiato di essere demolito. Per fortuna che riuscì a intervenire per tempo l’allora Sovraintendente ai Monumenti per il Veneto Orientale Ferdinando Forlati che, raccontando una bugia al comando tedesco (ossia che il palazzo custodiva degli affreschi del Veronese di inestimabile valore), risparmiò un’infausta sorte al palazzo. Un abile restauro di ciò che si poteva restaurare, abbinato alla ricostruzione di ciò che, invece, era stato irrimediabilmente compromesso ha ridato vita all’edifico che oggi è più in forma che mai. Le “ferite di guerra” sono però ancora visibili all’occhio attento: sul fianco che dà su piazza Indipendenza è possibile distinguere le porzioni di pareti originali da quelle ricostruite (c’è una fila di mattoni più arretrata rispetto al piano dei muri perimetrali).
A questo punto credo sorga spontanea una domanda: ma chi erano ‘sti Trecento che danno il nome al palazzo? Erano i 300 membri del Maggior Consiglio – 150 cittadini del ceto nobile e 150 popolani “comuni mortali” -, che si riunivano proprio nell’immenso salone del palazzo. Ancora oggi qui si riunisce il consiglio comunale e, in occasione di mostre ed esposizioni, c’è la possibilità di entrare a visitarlo.
Nella Loggia dei Trecento, davanti ai tavolini dei vari locali, ci sono due teche che custodiscono la Fontana delle Tette (quella originale) e la statua di san Liberale, il patrono della città.
Non lontano dal Palazzo del Podestà un tempo sorgeva la Fontana della Tette, quella originale, ora custodita dentro una teca nella loggia del Palazzo dei Trecento.
Nel bel mezzo di Piazza Indipendenza si trova una scultura in marmo che impersonifica la città di Treviso (e non l’Italia, come molti pensano), nell’atto di calpestare le catene della passata dominazione asburgica. È il Monumento dell’Indipendenza o ai Morti per la Patria, ma per molti trevigiani semplicemente la Teresona, nomignolo affettuoso che è stato dato alla statua a causa dell’estrema somiglianza con una signora che gestiva una tabaccheria in città.
In passato la piazza si chiamava Piazza delle Donne perché era il luogo in cui le contadine venivano a vendere frutta e verdura. E, fino al 1875, al posto della Teresona, c’era una cisterna d’acqua usata per lavare gli ortaggi del mercato.
Loggia dei Cavalieri
Non distante dal piazza Indipendenza si trova la bella Loggia dei Cavalieri, nel punto in cui cardo e decumano si incontrano (oggi quindi all’incrocio tra via Indipendenza e via Martiri della Libertà) e che, con tutta probabilità, era il luogo dove sorgeva il foro della Tarvisium romana.
Sulla data di costruzione della Loggia non c’è però un’univoca scuola di pensiero: alcuni sostengono alla fine del 1100, altri alla metà del 1200. Ciò che è certo è che rivestì principalmente la funzione di luogo di convegni e di ritrovo di nobili e cavalieri quando divenne il simbolo del potere politico assunto dai nobili nel periodo del Libero Comune.
Calmaggiore
Da Piazza dei Signori a Piazza Duomo si percorre Calmaggiore, un tempo cardo massimo della città romana, oggi la via principale dello shopping cittadino. Ma non sono solo le belle boutique a rendere interessante il contesto: provate a camminare a testa in su per osservare bene le facciate degli eleganti edifici che vi si affacciano, alcune davvero notevoli. Per farla breve Calmaggiore è sì una via dello struscio, ma molto di classe e per nulla anonima.
Fontana delle Tette
Percorrendo la via da Piazza dei Signori, a un certo punto sulla destra c’è la galleria della Strada Romana, dove si trova uno dei monumenti più fotografati di Treviso (chissà come mai :D), la Fontana delle Tette. Ma non quella originale che, come visto, si trova altrove (e con le tette in parte mozzate). Ad essere sempre nei mirini delle macchine fotografiche è la copia in pietra d’Istria, del tutto integra, che si trova nel cortile di palazzo Zignoli. È piazzata proprio davanti la vetrina di un noto brand d’abbigliamento a cui viene fatta un botto di pubblicità a gratis dai tanti che scattano foto alla fontana e la pubblicano sui propri profili social (cosa che, ovviamente, ho fatto pure io :D).
La storia della Fontana delle Tette è piuttosto curiosa ed è una chiara testimonianza del senso dell’umorismo dei trevigiani. L’originale fu fatta costruire nel 1559 dell’allora podestà delle Repubblica di Venezia, Alvise Da Ponte, alla fine di una brutta siccità che colpì Treviso e dintorni. La particolarità è che dalla fontana, in occasione dell’arrivo di un nuovo Podestà (quindi fino al 1797, anno della caduta della Serenissima Repubblica di Venezia) per tre giorni consecutivi non sgorgava acqua… ma vino rosso da un seno e bianco dall’altro!
Tornati in Calmaggiore, sempre procedendo in direzione Duomo e sempre sul lato destro, segnalo due soste golose:
- Pasticceria Nascimben in Piazzetta Torre (si raggiunge in un attimo dalla Fontana delle Tette). Se non avete fatto ancora colazione è il posto giusto per farla: le brioche sono una garanzia, ma anche la simpatica monoporzione di tiramisù a 3€ non è da meno (serve cominciare a familiarizzare col dolce trevigiano per eccellenza, quindi potete cominciare qui che andate a colpo sicuro).
- Gelateria Dassie, proprio poco prima del Duomo. È una gelateria da 10 e lode non solo per l’ottima qualità del gelato, ma anche per la virtuosa filosofia del locale, estremamente rispettosa dell’ambiente a 360°. Anche se è invero e fa un freddo cane, non negatevi un buon gelato! Un cono da 3 gusti è un investimento di 3,80€ e li vale tutti, fino all’ultimo centesimo.
Piazza Duomo
Ed eccoci quindi nell’ampia e ariosa Piazza Duomo, in cui affacciano diversi edifici di rilievo. La protagonista indiscussa è la Cattedrale di San Pietro Apostolo, che con la sua possente mole di certo non passa inosservata. Vi si accede tramite una maestosa scalinata coronata da un pronao a sei colonne ioniche. Ovviamente anche l’interno, a 3 navate, non lascia indifferenti in quanto a dimensioni. Nella suggestiva cripta riposano i vescovi della città.
Sul lato sinistro del Duomo si trova il romanico battistero di San Giovanni, alle spalle del quale c’è il campanile rimasto incompiuto perché i Dogi di Venezia non volevano fosse più alto di quello di san Marco.
Il mio edificio preferito nella piazza rimane però Casa dal Corno, con una bellissima facciata decorata con gli stemmi della famiglia Dal Corno e dalle fattezze gotico-veneziane. È stata la prima cosa che ho notato a Treviso e mi ha subito disposto molto bene nei confronti di questa città.
Mosaico tardoantico
Ma le sorprese in questa zona non sono ancora finite! Percorrendo il sottoportico che attraversa il palazzo Vescovile, si arriva in via Canoniche dove si può ammirare ciò che rimane di uno splendido mosaico tardoantico venuto alla luce nel 1967 a seguito di scavi eseguiti nell’aera per risistemare la piazza. La decorazione, in parte ancora ben visibile, si divide in tre fasce concentriche: una esterna e una interna, con motivi marini (in quella esterna si riconoscono coppie di delfini con le code intrecciate a un tridente, e un motivo stilizzato che forse rappresenta una conchiglia attorta, in quella interna son rappresentati pesci e conchiglie) e una centrale, la più ampia delle tre, dove si vedono tralci di vite, uccelli, amorini in vendemmia e una testa femminile che con tutta probabilità rappresenta l’autunno. Son state fatte diverse ipotesi su cosa potesse essere questo luogo, quella più accreditata è che fosse un battistero paleocristiano.
Complesso di edifici tardomedievali
Prima di andare nella zona più suggestiva di Treviso (spoiler: quella dei canali!), suggerisco di proseguire per via Canova, approfittandone per dare un’occhiata al bel complesso composto da Ca’ da Noal, Casa Robegan e Casa Karwath, dei pregevoli edifici di origine tardo medioevale dalla tipica facciata affrescata, restaurati più volte (anche loro non son stati risparmiati dai bombardamenti del ’44). Gli spazi interni sono oggi utilizzati come sede espositiva di mostre d’arte.
Porte e Mura di Treviso
Proseguendo sempre in via Canova si sbatte contro Porta Santi Quaranta, una delle tre porte cittadine rimaste in piedi a intervallare le mura cittadine. È intitolata a un gruppo di soldati romani (i 40 martiri di Sebaste in Armenia) che furono martirizzati nel IV secolo, durante le persecuzioni di Licino.
Poco oltre la porta, sulla destra, è possibile accedere alle mura di Treviso, su cui fare una piacevole passeggiata sopraelevata fino a piazza Burchiellati, una grande piazza che, di martedì e sabato è occupata dai banchi del mercato settimanale che le danno un aspetto molto vivace e operoso. Per accedere alla piazza “da fuori” bisogna varcare Porta San Tommaso, la più monumentale delle 3 porte della città rimaste in piedi. E da qui torniamo in centro per proseguire la visita della città, ma prima segnalo che sulle mura ci sono alcuni localini molto graziosi in cui potersi fermare a bere o mangiare qualcosa, in particolare nella bella stagione quando i tavolini esterni aumentano di numero.
Adesso cercate viale Sant’Antonio da Padova, un bel viale alberato che inizia all’estremità occidentale di piazza Burchiellati per entrare nel vivo di Treviso. Non sto ora a dirvi andate di qui, girate di lì, fate una giravolta, fatela un’altra volta, perché sarebbe più complicato di quanto in effetti è. Come dicevo all’inizio dell’articolo, ci sono vie e vicoletti che vi troverete a percorrere più volte: ecco, queste vie e vicoletti sono principalmente qui. 😀
Canale dei Buranelli
Il canale dei Buranelli – che nasce dal ponte di Pria per attraversare in maniera più o meno visibile, tutto il centro di Treviso e sfociare, infine, nel Sile – fa da sfondo ad alcuni tra gli angoli più pittoreschi e romantici di Treviso, di quelli prediletti dagli innamorati, tanto per intenderci. Se credete stia mettendo troppo miele in quello che scrivo, vi invito a camminare in questa zona e provare e smentirmi: sono abbastanza certa che non ci riuscirete. Tra bei palazzi, colorate fioriere, portici e salici piangenti che pucciano le fronde nel canale, il romanticismo qui è di casa.
Il nome del canale, che ricorda la colorata isola della laguna veneziana, deriva da un edificio cinquecentesco tuttora in piedi che era dimora e magazzino di commercianti provenienti proprio da Burano. Un tempo qui, nello spazio che versa sul fiume, venivano le lavandere a lavare i panni dei nobili veneziani.
Non farete fatica a notare, sul muro che costeggia il canale proprio di fronte a vicolo Buranelli (prima dell’inizio dei portici), una sagoma dipinta con due barchette. È una delle ombre di Mario Martinelli che rievoca il naufragio de la bronsa, un’umile barchetta di pescatori di cui scrive Giovanni Comisso nel suo romanzo Gente di mare. A questo punto è doveroso aprire una parentesi su Comisso: è un compianto scrittore, giornalista e poeta, nato e morto a Treviso e che visse proprio in una delle case che affacciano sul canale dei Buranelli, zona che ha ispirato la sua opera. È un personaggio tanto caro alla città, che ha quindi pensato di omaggiarlo con questa opera che dal marzo del 2000 abbellisce i Buranelli.
Cagnan e Isola della Pescheria
Continuando sull’onda del romanticismo, spostiamoci ora sull’altro popolare canale trevigiano, il Cagnan da cui poi arriviamo in Pescheria. Non vi sto portando dal pescivendolo per smorzare i toni: vi sto sì portando nel luogo dove si tiene il mercato del pesce, ma che corrisponde anche a uno degli angoli più pittoreschi e romantici della città. La Pescheria è il luogo in cui dal 1856 si tiene il mercato del pesce di Treviso, definita da Comisso la più tipica pescheria del mondo, galleggiante sulle acque. Si tratta a tutti gli effetti di una piccola isola che nasce dal raggruppamento di tre isolotti naturali già presenti nel canale, in seguito alla necessità sorta verso la metà dell’Ottocento di spostare il maleodorante mercato del pesce da Piazza dei Signori. Quale location migliore per un mercato del pesce, se non un’isola in mezzo a un canale? Ed è così che nacque l’isola della Pescheria, luogo simbolo della città, dove ancora oggi si svolge il mercato. E il romanticismo, quindi? Anche qui vi invito a passarci di sera, quando i rumori e gli odori del mercato sono dei ricordi, le luci dei locali si riflettono nel canale e l’atmosfera fa venire gli occhi a cuoricino. Sedetevi a bere un bicchiere di prosecco da qualche parte, possibilmente in un tavolino fuori per godere appieno dell’atmosfera. E poi mi dite. 🙂
Mulini ad acqua
Una particolarità del centro di Treviso è la presenza di alcuni mulini ad acqua. Nella zone dei Buranelli e del Cagnan dovreste averne visti alcuni e, se non ci avete fatto caso (troppo intenti ad amoreggiare visto il romanticismo diffuso di ‘sti posti? :D), è ora il momento buono per andarli a cercare. Io ve ne segnalo solo un paio, i più famosi e centrali, ma ce ne sono altri: uno è proprio dietro l’isola di Pescheria, l’altro si scorge affacciandosi dal ponte San Francesco (e fa da sfondo alla vista di un ristorantino di cui vi parlerò dopo). Se siete interessanti all’argomento, vi lascio questo link che propone una sorta di caccia al tesoro o, meglio, al mulino!
E adesso continuiamo ad andare alla ricerca di angolini deliziosi che offre il centro di Treviso, più o meno nascosti. Li elenco qui di seguito, così riduco il rischio di perdermi dei pezzi per strada.
Piazzetta San Parisio
Nascosta da una schiera di archi oltre via Pescheria, si trova questa deliziosa piazza che ricorda molto un campiello veneziano. In passato era il chiostro del Convento delle monache di Santa Cristina e San Parisio. La mattina qui prende vita il mercato della frutta e verdura, mentre a partire dall’orario dell’aperitivo si anima, ma in maniera composta, con l’affluenza di avventori nei (pochi) locali che vi si affacciano. Osservate con particolare attenzione i bei edifici e la meridiana (si dice sia molto precisa).
Ponte della Malvasia
Esattamente dall’altra estremità di via Pescheria, rispetto a Piazzetta San Parasio si arriva sul Ponte della Malvasia, da cui godere di uno degli scorci più suggestivi (e fotografati) di tutta Treviso.
Nello spazio esterno di un palazzo che affaccia sui Buranelli si trova la celebre Tuffatrice, che col suo corpo esile e sinuoso, è in procinto di tuffarsi nel canale. È una statua in bronzo opera di Romano Costi, compianto scultore trevigiano che ha contribuito a rendere questa vista ancora più speciale.
Segnalo Taste Coffee and More per un ottimo caffè a cui si possono accompagnare degli sfiziosi dolcetti (se siete fortunati potete aggiudicarvi uno dei pochissimi tavolini sul ponte). Il caffè qui costa un po’ più che altrove, ma c’è la certezza che sia buono: dopotutto è un locale dove fare degustazione di caffè.
L’altra metà del ponte è occupata dai tavolini di un altro locale piuttosto grazioso e molto in voga, che prende in prestito il nome dal ponte: Malvasia.
Ca’ dei Carraresi
Un bel palazzo medievale, oggi sede di mostre e convegni e la cui storia pare avvolta nel mistero. L’ipotesi più plausibile è che fosse la dimora di un membro illustre della famiglia da Carrara (c’è lo stemma carrarese sulla facciata), ma non si esclude nemmeno che potesse essere una locanda.
Piazza San Vito
Su questa piazza, anticamente conosciuta come Piazza delle Prigioni e al cui centro una bella fontana, affaccia uno dei complessi religiosi più antichi della città (pare sia antecedente all’anno Mille): le chiese contigue di Santa Lucia e San Vito. Si accede al complesso dalla chiesa di Santa Lucia, talmente piccola e buia (ma anche molto solonne) che pare una cripta, per poi passare, tramite una porticina nell’abside destra, alla più grande e luminosa chiesa di San Vito.
Fontana dei Tre Visi
In via Balio, proprio davanti al Municipio si trova, trasformata in fontana, una fedele ricostruzione di una statua tri-fronte che andò distrutta durante i bombardamenti. Nonostante l’origine del nome Treviso sia ancora oggi poco chiara, una versione parla di tre presunti volti della città, associati alle tre alture (Piazza dei Signori, Piazza Duomo e Sant’Andrea). La statua quindi, potrebbe essere l’impersonificazione della città. Ciò che invece è certo è che ha vagato parecchio per Treviso senza trovare una collocazione stabile. E, solo dopo essere stata ricostruita, ha trovato pace davanti alla sede del Comune (significherà qualcosa questa collocazione?).
Quartiere Latino
Avendo più o meno esaurito tutto quello che c’è da vedere nel centrissimo di Treviso, possiamo spostarci ora nel Quartiere Latino, ossia il fulcro della zona universitaria. Va da sé che qui si trovino un sacco di locali, bar, ristorati e negozi principalmente declinati per una clientela giovane, ma non vi nascondo che non ho trovato tutta la vitalità che mi aspettavo da un quartiere bazzicato da universitari. Non escludo di esserci capitata nelle serate sbagliate, ma mi è sembrato di capire che il progetto di riqualificazione della zona non sia decollato più di tanto. In qualsiasi caso, anche se si tratta di una zona relativamente giovane (non solo per giovani), non sono del tutto assenti le tracce del passato tra cui cito il primissimo nucleo dell’Ospedale dei Battuti (prima metà del XIV secolo), all’interno del quale si svolgono alcuni corsi universitari.
Ponte Dante
Andando verso il Sile una volta lasciata piazza dell’Università, si trova il ponte dedicato al Sommo Poeta. Inizialmente era chiamato ponte dell’impossibile, vista tutta la tanta fatica fatta per metterlo in piedi, ma poi è stato ribattezzato Ponte Dante quando questi, nel IX canto del Paradiso citò Treviso con i seguenti versi “Là dove Sile e Cagnan s’accompagna“. Tra l’altro, Sile e Cagnan si incontrano davvero all’altezza del ponte, quindi il cambio di nome era doveroso.
Adesso potete proseguire lungo il Sile per una breve passeggiata fino al Castello dei Romano, che in realtà è una villa ottocentesca che però tra merli, fregi e un curioso mix di stili architettonici assomiglia a tutti gli effetti a un castello. Sulla strada per arrivare al castello, segnalo palazzo Orsetti-Dolfin-Giacomelli con la sua importante facciata che di sicuro non passa inosservata.
I precisetti avranno da commentare che ho omesso alcune attrazioni della città, quali ad esempio il Tempio di San Nicolò, la chiesa di San Francesco o il Museo Balio. Specifico che si tratta di una scelta voluta e non di un’omissione: poiché una giornata finisce in fretta, ho ritenuto di includere “solo” le cose di cui vi ho parlato nelle righe sopra, cercando di dare anche spazio ad aspetti quali il buon cibo (ci arrivo, tranquilli) e la vita all’aria aperta. Senza avere la presunzione di aver fornito il miglior itinerario di sempre a Treviso, credo di aver inserito tutti gli elementi per capire la città, avendo solo un giorno a disposizione. Se poi avete più tempo, ancora meglio! 🙂
A Treviso è bello restare anche per la notte per poter fare così un po’ di movida trevigiana e provare la cucina locale.
Dove mangiare a Treviso
Nell’itinerario che vi ho proposto sopra, ho già approfittato per suggerire qualche posto, principalmente per colazione/merenda (Pasticceria Nascimben, Gelateria Dassie, Taste Coffee & More, Malvasia).
Adesso mi concentro invece su faccende un po’ più sostanziose.
In orario di aperitivo, sia a pranzo che a cena, da queste parti è doveroso un bicchiere di Prosecco (ricordo che la Strada del Prosecco comincia proprio poco fuori Treviso, a Conegliano) accompagnato da qualche immancabile cicchetto. I locali suggestivi non mancano nel centro, vi faccio solo un paio di nomi che troverete intorno all’isola della Pescheria: Osteria Muscoli, famoso per la sua varietà di cicchetti, e Acquasalsa con dei romantici tavolini all’aperto che danno proprio sul canale.
Il trevigiano DOC non si fa poi mancare mozza e cedro dalla Gigia (traduco per i non locals: mozzarella in carrozza, che può essere nella versione col prosciutto o con l’acciuga, e un bicchiere di cedrata). L’Osteria dalla Gigia si trova al 20 di via Barberia e lo si riconosce facilmente perché c’è sempre una calca pazzesca lì fuori. Qui, con 3 o 4 euro si fa un aperitivo di tutto rispetto (un po’ come a Milano, vero? :-/). È un locale super storico a Treviso, sempre molto frequentato anche se dal 2019 ha cambiato gestione (e, stando a certi commenti che ho letto sul web, chi lo gestisce ora non spicca in simpatia).
A pranzo o a cena la scelta è ampia, nonostante le piccole dimensioni della città. Un trevigiano DOC vi dirà sicuramente di andare a mangiare da Arman o dai Filodrammatici, due osterie del centro dove si mangia bene e si spende il giusto. Un po’ più a vocazione turistica, ma non per questo non meritevoli, Le Beccherie (NB questo è il locale in cui è nato negli anni Sessanta il tiramisù), Toni del Spin e l’Odeon della Colonna. Quest’ultimo merita una menziona speciale per la bellissima location e per le imperdibili tagliatelle al caffè! 🙂
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Leggi i commenti (12)
Ottima descrizione, molto dettagliata, ho in programma di andare a Treviso la settimana prossima....visiterò tutto quello che hai descritto, mancano però le indicazioni dove Parcheggiare, per poi vendere tutta la città.
Comunque un buon aiuto
Ciao Gianfranco,
grazie mille per il commento e incasso volentieri i complimenti. :)
Poi son curiosa di sapere come hai trovato la città.
Mancano le indicazioni su dove parcheggiare perché io mi sposto con i mezzi pubblici (immagino sia la prima volta che capiti sul mio blog, altrimenti lo sapresti già! :D).
Se però, dopo aver visitato Treviso, ti va di tornare qui sul blog a scrivere come te la sei cavata col parcheggio, probabilmente aiuterai qualche altro lettore. :)
Ti auguro un buon giro a Treviso e di mangiare più tiramisù che puoi durante la tua visita in città!
Silvia
Ottima descrizione
Grazie
Grazie Angelo!
Grazie mi sarai di aiuto la prossima settimana, vado per un matrimonio ma arrivo il giorno prima per fare una passeggiata e rivedere i luoghi che hai descritto minuziosamente…fantastica!
Ciao Consuelo,
sono molto contenta che tu abbia trovato il mio post interessante.
Ti auguro un buon giro a Treviso e di mangiare tanto tiramisù!
Buona giornata
Silvia
Ciao Silvia,
mi è piaciuta davvero tanto la tua mini guida di Treviso: chiara, esaustiva ed anche molto ironica.
Parto domani per una gita in giornata e farò tesoro dei tuoi suggerimenti.
Grazie
Silvia
Ciao omonima! :)
Grazie mille per il tuo commento, mi ha reso la serata migliore.
Diverti a Treviso e mangia tanto tiramisù!
Buona serata,
Silvia
Grazie! Proprio quello che cercavo, una guida bella e sintetica che includa anche i posti per l’aperitivo :))
Preso nota di tutto, non vedo l’ora di andarci
Ciao Laura,
grazie mille per il commento.
Divertiti a Treviso e mangia tanto tiramisù! :)
Buona serata,
Silvia
Grazie per questa bella guida. Siamo stati a Treviso sabato scorso e, complice forse una bella giornata, l’abbiamo girata tutta tra le 10:30 e le 15:30. Abbiamo toccato tutti i posti indicati nella mini guida tranne la passeggiata sulle mura, ma alla porta San Tommaso c’era il mercato e quindi siamo poi tornati indietro per le vie laterali.
Proprio una bella cittadina, piccola, accogliente, anche le persone che abbiamo incontrato cui abbiamo chiesto informazioni.
A proposito del parcheggio, abbiamo messo l’auto vicino all’ospedale, dove c’è scritto “Parcheggio Pubblico”
Sempre su indicazione dei locali, abbiamo mangiato a pranzo e il tiramisù in posti diversi da quelli indicati, per cui toccherà tornare per fare il confronto. Ottima il tiramisù alla Camelia Bakery, un po’ caro però 5,90€.
D’altra parte possiamo tornare visto che siamo a circa 90’ di strada. Magari in primavera i prima dell’estate.
Grazie ancora da Marco e Gianna di Verona
Ciao Marco e Gianna,
grazie mille per il bel commento, per aver condiviso le vostre considerazioni e per il contributo sul parcheggio.
Son molto felice che Trevisio vi sia piaciuta e che abbiate trovato questo mio articolo utile.
Buona serata,
Silvia