Da sempre Ravenna riveste una grande importanza – anche per la sua posizione strategica che ha facilitato in passato scambi religiosi e culturali, oltre che commerciali – ma da un punto di vista turistico è non di rado oscurata da altre città d’arte più esuberanti ma alle quali non ha niente da invidiare. Il solo fatto che a Ravenna, nel giro di pochi metri l’uno dall’altro, sorgano 8 monumenti Patrimonio Unesco fa intuire che siamo davanti a una meta turistica di tutto rispetto a cui va dedicato un po’ di tempo.
Stiamo parlando di una città che, nel corso dei secoli, fu capitale per ben 3 volte di altrettanti imperi molto importanti.
- Nella prima metà del V secolo, a partire dal 402 fu la capitale dell’Impero Romano di Occidente. Questa ascesa fu facilitata dalla posizione: circondata da lagune era più difendibile (principalmente dai barbari) e il porto agevolava scambi e collegamenti commerciali. Nel 476 l’imperatore Romolo Augustolo viene deposto a Ravenna da Odoacre, decretando così la fine dell’Impero.
Di questo periodo sono il Mausoleo di Galla Placidia, il Battistero degli Ortodossi e la Basilica di San Giovanni Evangelista. - Dal 493 al 526 Ravenna fu la capitale del Regno Ostrogoto di Teodorico, che occupò la città e la governò con saggezza per oltre 30 anni. Alla sua morte nel 526 iniziarono le guerre goto-bizantine, che sancirono la fine del regno dei Goti qualche anno dopo.
In questo periodo vennero costruiti il Mausoleo di Teodorico, il Battistero degli Ariani e la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo. - A metà del VI secolo la città diventò capitale dell’Esarcato (province italiane riunificate da Giustiniano, imperatore d’Oriente) e conobbe un nuovo momento di splendore.
La Basilica di Sant’Apollinare in Classe, San Vitale e i mosaici di Sant’Apollinare Nuovo furono realizzati in questo periodo.
Insomma, parecchi secoli di splendore e fermento che ci hanno lasciato in eredità un patrimonio unico nel suo genere.
È stato estremamente difficile realizzare un itinerario di un solo giorno a Ravenna, perché è una città a cui andrebbe dedicato almeno un weekend (se poi partite da Milano come me, è pressoché impossibile farla come gita in giornata): se il centro, tutto sommato è piccolino, e le cose da vedere son tutte lì – tranne Sant’Apollinare in Classe che rimane proprio fuori città – bisogna prendere in considerazione che sono tante e tutte molto interessanti. Per non accennare al fatto che nei weekend e nei giorni festivi è quasi impossibile non trovare coda per entrare nelle varie attrazioni. In sintesi: se volete godervi Ravenna per bene e con calma, restate in città almeno due giorni, altrimenti cercate di seguire l’itinerario che vi propongo qui sotto, ben consci del fatto che ho dovuto tagliare un po’ di cose e che magari dovrete farlo anche voi se vi accorgerete che il tempo a disposizione sta per scadere.
Tanto per iniziare, va detto che per visitare i siti di interesse a Ravenna non bisogna accendere un mutuo come succede purtroppo altrove. Esistono dei biglietti cumulativi a prezzi “politici” che coprono praticamente tutte le attrazioni della città:
- Sant’Apollinare Nuovo, Battistero Neoniano, San Vitale, Mausoleo di Galla Placidia, Museo e Cappella Arcivescovile – biglietto cumulativo da 10,50€, valido per 7 giorni consecutivi a partire dalla data di emissione.
Il biglietto si può fare online a questo link oppure chiamando il centro prenotazioni al numero 0544 541688 o, infine, il giorno stesso in cui se ne usufruirà, presso le biglietterie del Museo Arcivescovile, della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo o della Basilica di San Vitale.
Aggiungo che per visitare il Mausoleo di Galla Placidia e il Battistero Neoniano è previsto un supplemento di 2€ e che la prenotazione obbligatoria. - Sant’Apollinare in Classe, Museo Nazionale di Ravenna, Mausoleo di Teodorico – biglietto cumulativo da 10€, valido nei 3 giorni consecutivi alla data di emissione.
- Cripta Rasponi, Domus dei Tappeti di Pietra, Museo Tamo – biglietto cumulativo da 7€, valido nei 3 giorni consecutivi alla data di emissione.
Un bel pieno di arte e bellezza per una cifra decisamente modesta. 🙂
Altra cosa bella di Ravenna è che le attrazioni – più o meno tutte – fanno orario continuato quindi anche l’ora di pranzo è buona per la cultura (ma vista la zona… anche per una piadina! :D). Indicativamente da marzo a novembre l’orario di apertura è dalle 9 alle 19, mentre nel resto dell’anno dalle 10 alle 17. Vi suggerisco di consultare il sito dell’Ente del Turismo di Ravenna per vedere gli orari di apertura aggiornati.
Scusate, mi sono dilungata un bel po’ nell’introduzione, ma mi sembrava doveroso fare qualche cenno storico e soprattutto pratico/economico. Adesso passiamo all’itinerario, che toccherà i seguenti posti:
- Basilica di Sant’Apollinare in Classe
- Mausoleo di Teodorico
- Basilica di San Vitale
- Mausoleo di Galla Placidia
- Domus dei Tappeti di Pietra
- Pranzo alla Cà de Ven
- Battistero degli Ariani
- Sant’Apollinare Nuovo
- Tomba di Dante
- Basilica di San Francesco
- Cripta Rasponi
- Battistero Neoniano
- Museo Arcivescovile
- Duomo di Ravenna
- Cena alla Cucina del Condominio
Non spaventatevi, so che c’è tanta carne al fuoco. Ma si può fare. Cominciamo?
Basilica di Sant’Apollinare in Classe
La prima cosa che vi porto a vedere rimane un bel po’ fuori dal centro, ma a mio modesto parere non si può rischiare di saltarla, sarebbe un crimine. Quindi vi suggerisco di andarci come primissima cosa la mattina (apre alle 8:30, ce la fate ad essere lì per l’apertura?), anche se da un punto di vista storico/narrativo sarebbe meglio visitarla dopo altre attrazioni ravennati.
Sant’Apollinare in Classe sorge nella frazione di Classe, un piccolo centro abitato di poco meno di 2000 anime che ruota intorno alla maestosa basilica dal campanile cilindrico – peculiarità che vedremo ripetersi in quel di Ravenna.
Per raggiungerla bisogna prendere l’autobus n. 4 o uno dei pochissimi treni. L’autobus si prende nei pressi di piazza San Francesco (vicino all’Ufficio Turistico) oppure, 3 minuti dopo, davanti alla stazione ferroviaria. Nei giorni feriali passa ogni 20 minuti, mentre di domenica e nei giorni festivi ce n’è soltanto uno all’ora (nel momento in cui scrivo ai 37 di ogni ora da piazza San Francesco). Il biglietto è quello urbano da 1,30€ e il tragitto dura 10/15 minuti.
Sant’Apollinare in Classe è il più grandioso esempio di basilica paleocristiana a tre navate senza matronei, edificata sul luogo di sepoltura del martire patrono e “padre” della Ravenna cristiana.
La chiesa in sé è piuttosto spoglia, ma il catino absidale, completamente ricoperto di mosaici compensa alla grande. Qui è riprodotta la trasfigurazione di Gesù – rappresentato dalla croce – avvenuta sul monte Tabor, ossia il momento in cui evidenzia la sua realtà divina. Ad assistere alla trasfigurazione ci sono tre apostoli – Giovanni, Giacomo e Pietro – rappresentati dalle tre pecore in alto.
Il gusto simbolico e astratto della cultura bizantina si riflette in quest’opera in cui non si trovano figure umane, ma solo santi e animali.
Si tratta della più vasta superficie musiva giunta a noi dall’antichità.
Se non avete il biglietto cumulativo, l’ingresso alla basilica costa 5€.
Mausoleo di Teodorico
Una volta rientrati in città, scendete dal bus davanti alla stazione. Se non avete fatto ancora colazione, vi suggerisco una breve deviazione al Bar Caffè Farini in viale Farini Luigi Carlo 2: ci vogliono 5 minuti a piedi dalla stazione. Le brioche sono buone e generosamente farcite e anche il caffè non è male. Detto tra noi: non ho trovato una pasticceria che mi entusiasmasse più di tanto a Ravenna, questo bar è quindi la scelta su cui ho ripiegato.
La prossima tappa culturale è invece il bianchissimo Mausoleo di Teodorico, anch’esso ubicato non proprio in pieno centro ma comunque raggiungibile a piedi in 15 minuti circa dalla stazione (poi giuro che tutto il resto è in centro!).
Si tratta dell’unico monumento in pietra presente a Ravenna, quasi certamente voluto dallo stesso Teodorico. È una costruzione molto massiccia, ma al contempo elegante, realizzata con dei grandi blocchi di pietra d’Istria senza l’utilizzo di malta: stanno insieme grazie ad incastri studiati a regola d’arte (dopotutto se oggi è ancora in piedi…). La parte più impressionante è la calotta, costituita da un blocco unico di pietra istriana con le seguenti dimensioni: diametro di 11 metri, spessore di circa un metro e peso di 500 tonnellate (!). Alla base di quest’ultima si trova un motivo decorativo a tenaglia, molto frequente in ambito bizantino.
Il biglietto d’ingresso, se non avete il cumulativo, è di 4€.
Basilica di San Vitale
La prossima tappa è la basilica di San Vitale che, insieme al mausoleo di Galla Placidia, è spesso e volentieri introdotto da una lunga coda (ma che scorre abbastanza). Del resto sono le attrazioni più visitate della città.
San Vitale, considerata la più pura gloria dell’arte bizantina in occidente, è una chiesa dalle forme piuttosto inusuali. Questo perché la più classica pianta a croce con tre navate lascia il posto a una pianta ottagonale sormontata da una cupola retta da 8 pilastri, collegati tra loro da 7 nicchie traforate con un doppio ordine di arcate rette da colonne con dei bellissimi pulvini scolpiti. Lo so, è difficile immaginarsi la basilica senza avere la possibilità di vederla, in quanto la sua struttura è piuttosto complessa e decisamente poco convenzionale. Ma, credetemi, è una meraviglia.
I mosaici che decorano l’interno di San Vitale sono legati a modelli bizantini e, nel loro insieme, sono a dir poco sorprendenti. Ricoprono le pareti e la volta del presbiterio nonché tutta la conca absidale creando un effetto wow davvero potente. È impossibile rimanere indifferenti una volta varcato il portone d’ingresso alla chiesa.
I mosaici che rappresentano Teodora e Giustiniano, posti uno davanti all’altro, sono probabilmente quelli che catturano di più l’attenzione.
In quello dedicato all’imperatrice Teodora si nota la frontalità delle figure, un mancato senso di prospettiva e un senso sbagliato dello spazio. Anche in quello che rappresenta l’imperatore Giustiniano, con lo sfondo dorato, le figure sono ritratte frontalmente e la prospettiva non è pervenuta (i vari personaggi si calpestano i piedi!).
Questi due mosaici hanno solo un valore simbolico poiché Teodora e Giustiniano non sono mai stati a Ravenna.
La bellezza dei mosaici e lo slancio verso l’alto della chiesa fa trascurare un curioso particolare che vale la pena ricordare: la rappresentazione di un labirinto nel pavimento, proprio di fronte all’altare. Sta a simboleggiare il peccato e il percorso verso la purificazione: una volta trovata la via d’uscita si rinasce (e ci si può concentrare così sull’ammirare alcuni tra i mosaici più belli della cristianità).
Mausoleo di Galla Placidia
Appena usciti da San Vitale mettetevi in coda per entrare nel mausoleo di Galla Placidia, che inizia proprio lì davanti. E non fatevi scoraggiare se è molto lunga perché scorre abbastanza velocemente, anche perché la permanenza all’interno del mausoleo per ogni gruppo è si soli 5 minuti.
Il mausoleo fu commissionato dalla stessa Galla Placidia, celebre figlia dell’imperatore Teodosio, ma le sue spoglie a quanto pare non le ha mai viste (son conservate a Roma). Dall’esterno non è nulla di speciale se non un piccolo edificio a croce latina con mattoni a vista.
Ma è l’interno che sorprende, per la decorazione a mosaico estremamente ricca. I mosaici ricoprono interamente le volte dei 4 bracci e la cupola centrale, nonché le lunette all’estremità di ciascuna volta. Soltanto la parte bassa non è decorata a mosaico, ma è fasciata da uno zoccolo di marmo giallo.
Oltre alla quantità è anche la qualità dei mosaici che stupisce, in quanto sono splendidamente conservati. Il rapporto con l’arte romana qui si fa sentire.
Le decorazioni sono dominate dal tema cristiano della redenzione (indizio che può confermare la destinazione funeraria che aveva l’edificio in origine).
La cupola è un cielo stellato al cui centro si trova la croce, ai quattro lati i simboli degli evangelisti realizzati con tessere dorate. Poi sono rappresentati apostoli, colombe, coppie di cervi, ma la scena che più colpisce è quella del Buon Pastore fra il suo gregge, rappresentato con una naturalezza che dimostra che c’è ancora un rapporto con l’arte romana. Si cerca di suggerire rilievo e profondità. Siamo di fronte a uno dei mosaici più belli dell’arte paleocristiana (si trova nella lunetta che sormonta la porta d’ingresso).
Domus dei Tappeti di Pietra
Lo so, a questo punto starete morendo di fame ma vi chiedo di pazientare ancora un attimo e di smarcare un’ultima attrazione prima di andare a pranzo. Poi vi prometto che vi porto in un bel posto. 🙂
A poca distanza dal mausoleo di Galla Placidia si trova la Domus dei Tappeti di Pietra un sito archeologico scoperto di recente – è stato riportato alla luce tra il 1993 e il 1994 – composto da una superficie di circa 1000 m² completamente ricoperta da mosaici (o ciò che ne resta). Ci troviamo in una Ravenna ricchissima e questa casa, vista la bellezza delle decorazioni, doveva essere di una persona importante.
In linea di massima il sito è aperto tutti i giorni e fa orario continuato, ma verificate prima sul sito ufficiale. Il costo del biglietto d’ingresso, se non avete il cumulativo, è di 4€.
Pranzo alla Cà de Ven
E adesso finalmente a mangiare! Vi porto in un locale storico della città e, proprio per questo… preparatevi a fare la coda anche qui. :-/
Anche se alcuni sostengono che non sia più la Cà de Ven di una volta, non si capisce come mai sia sempre piena zeppa di gente (e non mi riferisco solo a turisti, è frequentatissima anche dalla gente del posto), quindi proprio così malvagia non deve essere. Se poi riuscite ad aggiudicarvi un tavolo nella prima sala dai soffitti affrescati e dall’atmosfera d’altri tempi – il locale è ospitato in un palazzo del Quattrocento- ritenetevi molto fortunati.
Qui potete rifocillarvi con un’autentica piadina romagnola e, se vi sentite di azzardare, anche con dei ciccioli di maiale, che da ‘ste parti mangiano come fossero patatine. Il tutto annaffiato da un buon bicchiere di Sangiovese. Per concludere, una fetta di ciambella romagnola (è molto semplice e inaspettatamente deliziosa) con un bicchiere di albana ci stanno tutti. Ve li siete meritati vista la serrata tabella di marcia della mattina… e quella che vi aspetta nel pomeriggio. Approfittatene e fate il pieno di energie! 🙂
Battistero degli Ariani
Rimangono un bel po’ di cose da vedere anche nel pomeriggio, ma per fortuna sono tutte più o meno vicine tra loro. Se visitate Ravenna nel periodo invernale, quando gli orari di apertura delle attrazioni sono ridotti (da novembre a marzo), vi suggerisco inoltre di tenere un ritmo sostenuto perché dovete fare tutto… entro le 17! :-/
Vi faccio cominciare dall’attrazione più distante, se così possiamo dire, per farvi fare i famosi due passi digestivi: in poco più di 5 minuti a piedi dalla Cà de Ven si raggiunge il Battistero degli Ariani.
Si tratta di un piccolo edificio fatto erigere da Teodorico verso la fine del V secolo quando l’arianesimo si insedia ufficialmente a corte come religione. Si trova di fronte a quella che un tempo era la cattedrale degli ariani, oggi chiesa dello Spirito Santo.
L’interno è piuttosto spoglio – probabilmente un tempo era decorato per la sua interezza – ma basta alzare lo sguardo per rimanere, ancora una volta, senza parole (a Ravenna capita spesso…). Tutta la superficie interna della cupola è decorata a mosaico. Lo schema seguito è, in misura ridotta, quello del battistero Neoniano che visiteremo tra poco. Nel medaglione centrale è rappresentato Cristo, nudo e immerso nelle acque trasparenti del fiume Giordano (personificato anche dal giovane alla destra di Cristo), la colomba come segno dello Spirito Santo e San Giovanni Battista. Gli apostoli sono rappresentati tutti intorno a questa scena centrale, divisi da palme stilizzate.
Il prezzo del biglietto d’ingresso è di 2€.
Sant’Apollinare Nuovo
Camminando per altri 5 minuti si giunge di fronte alla basilica di Sant’Apollinare Nuovo, anch’essa dotata di campanile cilindrico alto 38 metri.
L’interno, molto grande e luminoso, non è nulla di speciale e anzi si nota che vari rimaneggiamenti nel corso del tempo hanno reso le proporzioni un po’ strane.
Ancora una volta, a rendere il tutto più interessante, abbiamo una pregevolissima decorazione musiva che corre lungo le pareti centrali e che permette di seguire da un punto vista stilistico, iconografico e anche ideologico l’evoluzione del mosaico parietale bizantino dall’età teodoriciana a quella giustinianea. Non ve li sto a descrivere tutti poiché sono troppi e ricchi di tanti particolari su cui vale la pena soffermarsi. Vi dico solo che le 26 scene cristologiche, che risalgono al periodo di Teodorico, rappresentano il più grande ciclo monumentale del Nuovo Testamento (fra quelli realizzati a mosaico, il più antico giunto sino a noi). E adesso divertitevi a riconoscere il periodo di realizzazione dei mosaici!
Una volta che uscite dalla chiesa, già che siete in zona, date un’occhiata al vicino palazzo di Teodorico o, meglio, di ciò che rimane.
Tomba di Dante
Prendiamoci ora una breve pausa dai mosaici per portare i nostri omaggi al Sommo Poeta che visse a Ravenna gli ultimi anni della sua vita fino al 1321, anno della sua morte. Qui si trova la sua tomba, un tempietto neoclassico dichiarato monumento nazionale e di recente restaurato.
Intorno alla tomba è stata istituita la cosiddetta “zona dantesca“, un’aerea di rispetto e silenzio di cui fanno parte anche il giardino con il Quadrarco e i chiostri francescani, in cui ha sede il Museo Dantesco.
Vi risparmio in questa sede la storiella delle ossa di Dante “contese” tra Firenze, sua città natale, e Ravenna, garantendovi semplicemente che si trovano qui.
Basilica di San Francesco
Attaccata alla tomba di Dante sorge la basilica di San Francesco, con una semplice facciata in laterizio. È qui che nel 1321 ebbero luogo le esequie dell’Alighieri.
La parte più suggestiva della chiesa è la piccola cripta, sommersa dall’acqua ma che lascia intravedere parte dei mosaici della pavimentazione a cui fanno la guardia dei pesci rossi. Per illuminarla, serve avere una monetina da 1€.
Cripta Rasponi
Usciti dalla chiesa sulla destra si trova l’ingresso per accedere alla Cripta Rasponi, una piccola cappella gentilizia che in teoria doveva essere dedicata ai defunti della famiglia Rasponi. A dire il vero la cripta è la cosa meno interessante una volta varcata la soglia: il pezzo forte sono i bellissimi giardini pensili del palazzo della Provincia che le fanno da contorno, con una scenografica fontana nel mezzo e una fotogenica torre neogotica che permette di salire di un piano e ammirare la piazza San Francesco dall’alto. Una piccola oasi di pace e tranquillità.
Il biglietto d’ingresso, se non avete quello cumulativo, costa 2€. Sul sito ufficiale potete verificare giorni e orari di apertura.
Battistero Neoniano
Pochi minuti di cammino conducono all’altro celebre battistero della città, quello Neoniano o degli Ortodossi. Siamo davanti al più antico dei monumenti ravennati, almeno come inizio di costruzione: risale infatti alla fine del IV secolo/inizio del V.
A differenza del battistero degli Ariani, quello dei Neoniani non risulta per nulla spoglio: non è soltanto l’interno della cupola ad essere decorato, ma anche tutte le pareti sono adorne di stucchi e mosaici.
Anche qui è comunque il mosaico che occupa l’interno della cupola, vicino a modelli bizantini, a rappresentare il pezzo forte. La scena ritratta è quella del Battesimo di Cristo: il Redentore è per metà immerso nelle trasparentissime acque del fiume Giordano, mentre San Giovanni Battista gli versa l’acqua sul capo. Intorno al medaglione centrale con lo sfondo color oro, sono le immagini dei 12 Apostoli su sfondo blu.
Museo Arcivescovile
A fianco del battistero si trova l’ingresso del Museo Arcivescovile, un museo relativamente piccolo ma che custodisce alcune chicche da non perdere. Vado subito al dunque, accennandovele brevemente.
La prima è il bellissimo trono in avorio del vescovo Massimiano (colui che ha consacrato San Vitale e Sant’Apollinare in Classe), che aveva funzione di sedia liturgica. Il trono lo vediamo oggi splendido splendente perché è stato “lavato” non troppo tempo fa. È composto da tavolette in avorio lavorate a rilievo e gli studiosi ritengono che almeno 4 artisti abbiano portato avanti il lavoro (le diverse mani si possono distinguere nei diversi punti del trono).
L’atro must del museo è l’Oratorio di Sant’Andrea, la piccola cappella privata dei vescovi che risale, con tutta probabilità, al periodo del governo di Teodorico. Anche qui troviamo una bellissima decorazione musiva. L’oratorio è preceduto da un atrio rettangolare di piccole dimensioni e con volta a botte, completamente decorata. Nella lunetta è rappresentato un Cristo guerriero che calpesta un leone e un serpente, simboli della forza e del male (su cui ha la meglio).
All’interno della cappella si ammira la preziosa croce d’argento dell’arcivesco Agnello.
Duomo di Ravenna
Contiguo al Museo Arcivescovile c’è il Duomo di Ravenna che, nonostante sia il principale luogo di culto della città, da un punto di vista artistico è uno dei monumenti meno significativi. Con questo non voglio dire che non sia interessante, men che meno che non gli vada data un’occhiata. Tuttavia lo metto in coda all’itinerario perché ritengo sia il monumento più sacrificabile, qualora doveste aver esaurito il tempo a disposizione per la visita di Ravenna.
Segnalo in una cappella nella navata destra la Madonna del Sudore, una piccola tavola dipinta della Vergine incoronata col Bambin Gesù tra le braccia, molto venerata a Ravenna. Il nome dell’opera deriva da un episodio di sacrilegio: un soldato, uscendo da una taverna, avrebbe sfregiato l’immagine di Maria con un coltello in segno di disprezzo. In quell’occasione l’immagine avrebbe “sudato” sangue.
Cucina del Condominio
Se avete la possibilità di fermarvi anche a cena a Ravenna, vi segnalo un posticino super carino che rimane appena fuori dal centro, ma comunque a portata di mano e raggiungibile a piedi: Cucina del Condominio.
Qui non si respira la storia come alla Cà de Ven, anche perché il locale è decisamente più recente, ma è arredato con gusto e nessun particolare è lasciato al caso. Si mangiano i piatti della tradizione romagnola, capitanati dai sostanziosi piatti di pasta fresca fatta in casa (che, durante il giro, si possono comprare per cucinarli a casa).
Un’alta cucina casalinga in un ambiente informale ma gradevole e curato. Prezzi giusti.
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Leggi i commenti (10)
Grazie mille per le belle e sintetiche spiegazioni...per chi non ha molto tempo. Grande servizio ai visitatori e la cultura italiana. Bravi!
Grazie mille a te Riccardo: fa sempre molto piacere leggere commenti come il tuo. :)
Buona giornata,
Silvia
Bravissima, utilizzerò le tue preziose informazioni nella mia prossima visita a Ravenna.
Buona giornata
Marco
Grazie Marco, è molto bello leggere il tuo commento! :)
Ti auguro di trascorrere una giornata top a Ravenna!
Buona serata,
Silvia
Grazie mille per le tue preziose indicazioni.
Ciao Beatrice,
felice di sapere che hai trovato le mie indicazioni preziose. :)
Se ti va, fammi poi sapere come hai trovato la città!
Buona giornata,
Silvia
Grazie farò tesoro di tutto
Ciao Patrizia,
grazie per il commento e buon divertimento a Ravenna!
Silvia
Brava Silvia, non vorrei essere ripetitiva ma trovo il tuo itinerario sintetico nel modo giusto, visiterò Ravenna nei prossimi giorni e farò tesoro dei tuoi consigli
Grazie mille, mi fa sempre piacere ricevere questo tipo di commenti! :)
Buona visita di Ravenna e buona serata,
Silvia