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Cosa vedere a Bangkok in un giorno


Cosa vedere a Bangkok in un giorno soltanto? Purtroppo molto poco, ma se il convento passa questo, che è comunque meglio di niente, rimbocchiamoci le maniche, alziamoci molto presto e non perdiamo altro tempo. 🙂
24 ore sono poche per poter apprezzare una città come Bangkok soprattutto perché l’impatto può essere molto forte e non sempre positivo. Le megalopoli asiatiche vanno capite e scoperte un po’ alla volta: tra caldo, umidità a mille, troppa gente, traffico infernale e smog a livelli mai visti non è escluso che si arrivi ad odiarle. Ma col tempo, credetemi, si finirà per apprezzarle (polvere e sudore inclusi).

Ma torniamo al nostro giorno di visita. Prima di incominciare, alcune doverose premesse:

  • la sveglia deve essere presto per poter iniziare il prima possibile il tour de force.
  • dress code: pantaloni lunghi, maglietta che copre le spalle e scarpe chiuse. Lo so, fa un caldo boia e sarebbe meglio girare in bikini, ma alcune attrazioni richiedono un abbigliamento di un certo tipo. Mal che vada si possono prendere dei vestiti in prestito, ma i più schizzinosi faranno bene ad arrivare già preparati.
  • pronti a spendere un po’ di soldi: Bangkok rispetto al resto del paese è mediamente più cara e visitare le attrazioni costa.
  • pronti ad affrontare caldo, umidità, (forse) monsone e tanti, troppi turisti.

Dato che la maggior parte delle persone che visitano Bangkok alloggia a Khao San Road o dintorni (inclusa la sottoscritta), vi propongo un itinerario che include tutte le principali attrazioni della città che si possono visitare in un solo giorno, partendo proprio da questa zona. Inutile dire che ci sarebbero molte altre cose da vedere e fare a Bangkok, credo di averlo già detto, ma se il tempo è tiranno bisogna fare di necessità virtù. Aggiungo inoltre che non si tratta di un itinerario infallibile: altre persone magari farebbero altre scelte avendo a disposizione solo un giorno, ma io ho fatto così 😉

Grand Palace e Wat Phra Kaew

Da Khao San Road, con una camminata di circa 30 minuti passando da Phra Athit Road per poi attraversare l’università, si arriva al Grand Palace.
Se non ce l’avete ancora, recuperate una cartina della città al chiosco delle informazioni proprio lì davanti.
Il palazzo apre alle 8:30 e chiude alle 15:30 (NB!) e per visitarlo ci vuole come minimo 1 ora e mezza, ma volendo anche molto di più.
Si tratta di un insieme di edifici più o meno imponenti, con alcuni particolari assolutamente degni di nota. Bellissimi i muri del cortile, tutti completamente dipinti con scene del Ramakien. E poi c’è il Buddha di Smeraldo, che dopo aver girato in lungo e in largo (qui potete approfondire la sua storia), ha finalmente trovato pace a Bangkok.
Interessante è anche il Queen Sirikit Museum of Textiles (sito ufficiale), situato verso l’uscita del complesso, che racconta la storia tessile della Thailandia e il particolare legame con Sua Maestà. Alla fine del percorso si trova un costosissimo shop, dove si possono acquistare, tra le altre cose, delle fantastiche borse in seta thailandese, sicuramente di una qualità superiore a quelle delle bancarelle che inondano la città. Inoltre nel museo c’è l’aria condizionata di cui probabilmente sentirete la necessità dopo aver vagabondato per ore nel complesso del Palazzo Reale, tra caldo e umidità a manetta.
Tutte le guide, dalla Routard alla Lonely Planet, raccomandano di arrivare al Grand Palace & C. molto presto la mattina. Vero, ma sappiate che, trattandosi della principale attrazione di Bangkok ci sarà sempre e comunque un sacco di gente. L’ingresso costa 500 bath.

Wat Pho

Dopo 10/15 minuti a piedi (pant pant), si arriva al complesso del Wat Pho, sì proprio quello del Buddha gigante sdraiato. L’ingresso costa 100 bath e nel prezzo è inclusa anche una bottiglietta d’acqua fresca. Per visitare il complesso ci vuole circa un’ora. Dove c’è il Buddha sdraiato, aspettatevi di trovare molta gente, nonché di avere come sottofondo il tintinnio delle monete che i fedeli inseriscono, una dopo l’altra, in tanti contenitori in rame situati dietro la statua, sulla via dell’uscita. Suggestivo. A titolo informativo, il Buddha sdraiato è una robetta lunga 46 metri e alta 15 :-/

Wat Arun

Praticamente davanti a Wat Pho, un po’ nascosto dalle bancarelle, c’è l’imbarcadero Tha Tien. Con la modica cifra di 3 bath si viene traghettati dall’altra parte del fiume per raggiungere Wat Arun (ci vuole poco più di un minuto da una sponda all’altra).
Wat Arun, aperto dalle 8:30 alle 18, ingresso 50 bath, ha dei bellissimi colori e tutte le decorazioni sono fatte con i cocci di porcellane cinesi. Io le ho trovate bellissime.

Chinatown
Per l’ora di pranzo ci si sposta a Chinatown! 🙂
Dal Wat Arun bisogna prima ritornare sulla sponda opposta del fiume, dopodiché prendere il Chao Phraya Express (biglietto 15 bath) fino alla fermata di Memorial Bridge o ancora meglio Rajchawongse, per poi perdersi nel dedalo di viuzze dove si può trovare praticamente qualsiasi cosa, rigorosamente ammassata in uno spazio di poco più di 3 metri quadri che viene definito negozio.
È inutile nonché troppo difficile raccomandare un posto a Chinatown in cui mangiare. O meglio: io non ne sono capace dato che ho preferito farmi trascinare dalla folla piuttosto che tentare di recuperare l’orientamento, tanto sarebbe stato inutile. E non sono nemmeno riuscita a scattare mezza foto. Sedetevi a mangiare in uno stand a caso, dove vedete tanta gente che divora prelibatezze cinesi: così si va sul sicuro.
Godetevi Chinatown senza troppa fretta, ma ogni tanto però date un’occhiata all’orologio perché entro le 17 (ma possibilmente un po’ prima) c’è da raggiungere la casa museo di Jim Thompson, che non è proprio vicinissima.

Jim Thompson House

Da Chinatown si può camminare fino alla stazione di Hua Lampong, prendere la metro per una fermata fino a Samyan (16 bath), l’autobus per 2/3 fermate lungo Phaya Thai Road per poi fare l’ultimo pezzetto a piedi. Almeno è quello che ho fatto io: non escludo ci siano alternative più rapide.
La casa di Jim Thompson (sito ufficiale), situata in un vicolo di fronte al National Stadium, rappresenta un’enclave di pace nel caos di Bangkok e anche se si trova un po’ fuori mano, vale il viaggio.
L’ingresso per un adulto costa 100 bath ed è comprensivo di una visita guidata di 35/40 minuti senza la quale non si potrebbe visitare l’interno. La casa è tenuta in maniera maniacale, è molto bella e tanto affascinante quanto il tizio che l’ha abitata e fatta costruire (che poi sarebbe quello che ha fatto conoscere in tutto il mondo la seta thailandese).

Per i patiti dello shopping segnalo che, a due passi dalla casa di Jim Thompson, si trova un enorme centro commerciale, l’MBK che pare essere il più grosso di tutto il paese. Io comunque preferisco di gran lunga i mercati. 🙂
Per tornare verso “casa” si può prima prendere lo skytrain (metropolitana sopraelevata) fino a Saphan Taksin per poi imbarcarsi sul Chao Phraya Express fino a Phra Athit, da cui si raggiunge Khao San Road camminando per una decina minuti. Ormai sarà l’ora del tramonto, e sarà bellissimo risalire il fiume.

Bangkok dall’alto

Dopo cena concedetevi un cocktail costosissimo (per gli standard thailandesi) dal 61mo piano del Banyan Tree Hotel al Moon Bar at Vertigo: uno spettacolo che non si può descrivere (foto da Twitter). In caso di pioggia -che a Bangkok non è poi così rara- il bar è chiuso per ragioni di sicurezza. Ma non perdetevi d’animo: potete sempre fare un salto al bar del 52mo piano e accontentarvi della vista che si gode da 9 piani in meno. Se avete soldi da spendere, magari potete rimanere anche per cena…
Il Banyan Tree Hotel si trova in Sathorn Road, un po’ distante da Khao San Road: bisogna prendere un taxi, soprattutto al ritorno se intendete fare le ore piccole. Il bar chiude all’1 di notte e il taxi per tornare in albergo non vi costerà più di 100 bath.

Ecco, questo è quello che consiglierei di fare ad un amico che dovesse chiedermi consigli su cosa si può fare a Bangkok avendo pochissimo tempo a disposizione. Non è però tutta farina del mio sacco: devo ringraziare Andrea che, oltre ad averne già parlato nel suo blog in tempi non sospetti, mi ha dato qualche dritta customizzata e mi ha fatto scoprire la cheesecake al mango 🙂

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