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Cosa mangiare a Vicenza: tutti i piatti da assaggiare in città (non solo bacalà)

    Categorie ItaliaVeneto


Anche se da sempre i vicentini sono soprannominati mangnagati, non aspettatevi di andare a Vicenza e poter mangiare davvero gatti perché fortunatamente è una cosa che non accade: ci sono diverse leggende, più o meno assurde, su questo appellativo e c’è chi sostiene che davvero in periodo di guerra i vicentini, in mancanza d’altro, si riducessero a mangiare i gatti. Comunque siano andate le cose – io chiaramente voto per le leggende – al giorno d’oggi ci sono tante altre cose buone da mangiare a Vicenza che non ha senso perder tempo in chiacchiere.

In queste righe non intendo chiaramente raccontarvi tutto lo scibile sulla cucina vicentina, piuttosto fornirvi qualche spunto gastronomico indicandovi alcuni piatti della tradizione che non potete non assaggiare una volta in città e segnalarvi qualche locale in cui assaggiarli.

Asiago e soppressa vicentina

Che si tratti di cominciare o finire il pasto, una bella fetta di Asiago, formaggio dal gusto dolce e morbido, ci sta sempre bene, e se non mangiate formaggio… peggio per voi. Asiago è un comune in provincia di Vicenza spalmato su un altopiano dove pascolano le vacche il cui latte, debitamente lavorato, diventa l’omonimo formaggio, che invece non si spalma perché la sua consistenza non lo permette. A onor del vero non sono esclusivamente le vacche vicentine che alimentano la produzione di formaggio Asiago, ma anche le cugine della provincia di Trento, e in parte delle province di Padova e Treviso. L’Asiago, che ormai da anni si fregia del marchio DOP, si trova in tre differenti tipologie: fresco, stagionato e quello denominato “prodotto della montagna“, ossia prodotto con latte di aziende agricole e trasformato interamente al di sopra dei 600 metri di altezza.

La soppresa vicentina, anch’essa DOP (della serie: “se non son DOP non li vogliamo”), è un insaccato che si ottiene lavorando alcune parti di determinate razze di suini tra cui figura anche la coscia, che solitamente viene dedicata alla produzione di prosciutto. Questo rende l’insaccato più nobile e di pregio rispetto a una “soppressa qualunque”.

Risi e Bisi e Bigoli


In quanto a primi piatti, da citare sicuramente i risi e bisi e i bigoli. I primi sono un piatto a metà tra un risotto e una zuppa a base di riso – questo si poteva intuire – e piselli (che poi sarebbero i bisi) da mangiare un po’ in tutte le stagioni ma particolarmente in primavera. È un piatto condiviso tra le province di Vicenza, Verona e Venezia e che, a quanto pare, sembra proprio nasca nella città Serenissima per poi diffondersi nei territori limitrofi.

Anche i bigoli sono diffusi un po’ in tutto il Veneto: si tratta di spaghettoni di grano tenero piuttosto ruvidi, caratteristica ottenuta dalla particolare trafilatura col bigolaro e che permette loro di trattenere meglio il sugo. Un condimento perfetto per i bigoli è il sugo d’anatra, la morte loro.

Il bacalà


Re indiscusso della tavola vicentina è il bacalà, c’è poco da discutere. Si tratta di un piatto talmente celebre che addirittura contende a Palladio il premio popolarità legato alla città di Vicenza (in un altro articolo ho approfondito vita, morte e miracoli di sua maestà il bacalà, non sto a ripetermi qui).

A Vicenza il bacalà si trova principalmente cucinato in due modi: mantecato e alla vicentina. A onor del vero quello mantecato è tipico di tutto il Veneto e non solo della zona di Vicenza, ma è comunque doveroso includerlo nella lista delle cose da mangiare. Si tratta di merluzzo cotto e ridotto in crema e “condito” con olio (in quantità generose), aglio e prezzemolo. È solitamente servito con crostini di polenta, meglio se bianca, ma anche del banalissimo pane va bene. Una libidine.

Il bacalà alla vicentina, come suggerisce il nome, è invece una specialità proprio di Vicenza. I cuochi vicentini sono riusciti a rendere tenero (nonché delizioso) un pesce che per sua natura è stopposo e legnoso. Il segreto? Un luuungo ammollo (si parla di giorni) e una lunga cottura in cui il pesce non deve essere toccato. Si potrebbe discutere ore sulla corretta metodologia di preparazione del bacalà alla vicentina ma, dato che ci hanno già pensato quelli della Confraternita del Bacalà a tentare di trovare un compromesso universale, in questa sede non ha senso dilungarsi. 🙂

I cestini della pasticceria Venezia


Nonostante i cestini non nascano come dolci tipici di Vicenza, lo diventano ad honorem per la loro popolarità. Queste tartellette di pasta frolla ripiene di una speciale crema al burro vanno inevitabilmente legati al nome della Pasticceria Venezia in Contrà Pescaria 4, una storica pasticceria della città (nonché una delle migliori) che, tra le tante goloserie che offre, i cestini sono indubbiamente il top. Una crema di burro che ti si scioglie in bocca e che ti fa venire voglia di mangiarne altri 15, uno dopo l’altro. Una cosa da assaggiare prima di lasciare la città.

A pensarci bene, da annoverare tra i dolci tipici vicentini c’è la torta Putana (astenersi battute, grazie), a base di pane raffermo. Ma i cestini, mi duole ammetterlo, sono molto più goduriosi. Provare per credere.

Spunciotti e prosecco


Non me ne vogliano i vicentini: lungi dal voler minimizzare la loro tradizione gastronomica introducendo dei banali appetizer tra le cose da mangiare a Vicenza, ma un breve cenno agli spunciotti è doveroso dal momento che accompagnano il rito dell’aperitivo (evitando anche tante sbronze, facendo da fondo). In tutti i locali in cui ci si trova per bere un bicchiere in compagnia, al bancone non manca quasi mai un esercito di tartine tra cui poter scegliere. Si pagano in più rispetto al bicchiere e di solito costano poco più di 1€ l’una.

Posti consigliati

Dove mangiare/bere bene a Vicenza, quindi? Di seguito i miei suggerimenti, ma sentitevi liberi di aggiungere altri posti nei commenti:

  • Colazione/dolci
    – la già citata Pasticceria Venezia, “sotto” la Basilica Palladiana.
    Pasticceria Bolzani, non proprio in centrissimo ma meritevole.
  • Pranzo veloce
    Il Ceppo, una gastronomia/bistrot in pieno centro con un’ampia scelta di piatti da acquolina in bocca, tra cui l’immancabile bacalà (mantecato/alla vicentina).
  • Aperitivo
    Il Grottino, un must vicentino all’ombra della basilica palladiana (valida alternativaa anche per un pranzo veloce, hanno anche pochi piatti del giorno, tutti molto local).
    Fiaschetteria da Renzo, altra istituzione cittadina dove – pare – si mangino le tartine (spunciotti) migliori della città.
    Una spiaggia per Vicenza aka Spiaggetta, un locale temporary che già da qualche anno anima, nei mesi primaverili/estivi, un’ansa del Bacchiglione simulando, appunto, il contesto di una spiaggia. È un posto un po’ fighetto che serve bevande discutibili (tipo il prosecco alla spina in bicchieri di plastica :-/), ma il contesto è molto simpatico e vivace.
    La terrazza della Basilica (Palladiana, ndr), dove la location fa tutto da sola. A prescindere da cosa si beve/mangia.
  • Cena
    Il Cursore, un’osteria ruspante dove gustare generose porzioni della cucina vicentina, un posto storico di Vicenza che è sempre una garanzia.
    Al Fiume, un ottimo ristorante… non di cuicna vicentina ma che suggerisco se volete mangiare bene (principalmente cucina a base di pesce) in un contesto intimo. Cercate di accaparrarvi un tavolo in veranda.

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NB Questo post è stato scritto originariamente nel maggio del 2016, per poi essere successivamente aggiornato e ripubblicato.

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