Vi siete mai chiesti come nasce una campana? Probabilmente no.
Le campane fanno infatti parte di quelle “cose” che, nonostante accompagnino l’intero corso della nostra vita – nella fattispecie, in maniera piuttosto rumorosa – tendiamo a dare per scontate. Forse è per questo che la curiosità nei confronti di questo strumento fa un po’ fatica a venire fuori. Ma, credetemi, è un argomento che vale la pena di approfondire! 🙂
Se vi capita di passare da Crema – città deliziosa di cui raccomando la visita – cercate di includere anche una tappa alla Fonderia Allanconi, un posto speciale a pochi chilometri dal centro, dove si costruiscono campane.
Qui si scopre come nasce una campana, il ruolo fondamentale svolto dalle campane nel corso della nostra storia e tante curiosità legate a questo strumento musicale (lo sapevate, vero, che le campane sono classificate come strumenti musicali?).
A fare da cicerone in fonderia c’è una guida d’eccezione, Emanuele Strada Allanconi. Lui non solo porta avanti l’attività di famiglia ed è un appassionato campanaro (inteso come artigiano delle campane), ma trasmette a chi lo ascolta tutta l’enorme passione per ciò che fa. Che poi è il valore aggiunto che si percepisce in mestieri come il suo. Un lavoro artigianale di una volta che, come tanti altri, in parte sta scomparendo (fonderie di campane ce ne sono ormai pochissime in Italia e nel mondo).
Pertanto il piccolo museo didattico, realizzato in un edificio a fianco della fonderia vera e propria, rappresenta con le sue visite guidate un modo intelligente per mostrare a più persone possibili questa realtà artigianale che purroppo sta pian pianino perdendosi ma resta indubbiamente affascinante. E dato che in Italia dobbiamo fare di tutto per non perdere le nostre tradizioni artigianali, andate anche voi a visitare la Fonderia Allanconi, non ve ne pentirete! 🙂
Informazioni pratiche: come raggiungere la Fonderia Allanconi, giorni e orari di visita
Parto con qualche informazione pratica: la Fonderia Allanconi si trova a Bolzone, una piccola frazione di Ripalta Cremasca a pochi chilometri dal centro di Crema. Non ci sono mezzi pubblici per arrivare fino a qui quindi le opzioni sono sostanzialmente due: macchina o bicicletta (a piedi, seppur la strada non sia né troppo lunga né troppo trafficata, eviterei).
A titolo informativo, a Crema città ci sono diversi posti in cui poter noleggiare una bici, se non ne avete una vostra (ad esempio Dal ciclista in via Cadorna o da AlCampo Cafè presso il giardino pubblico del Campo di Marte), vi costerà sui 15/20€ per tutta la giornata. E dopo aver visitato la fonderia, potete approfittarne per fare un giro nel vicino parco del Serio.
Le visite alla fonderia durano circa 2 ore e si tengono su prenotazione nel fine settimana, quando l’attività produttiva è ferma. In questo anno un po’ particolare è necessario mettersi in contatto con la fonderia per accordarsi sulla visita (allanconi@gmail.com). Ci si augura di tornare presto alla normalità, ma per ora è così.
Il museo è totalmente fruibile anche dalle persone diversamente abili.
La visita della Fonderia Allanconi
Durante la visita in fonderia si imparano un sacco di cose sulle campane. Non ve le sto a raccontare tutte per non fare troppi spoiler, ma vi accenno qualcosa per sommi capi al fine di ingolosirvi un po’.
In epoche passate, quando non c’era né radio né televisione e men che meno Internet, il ruolo delle campane era fondamentale. Oltre a scandire la vita di una comunità annunciando nascite, morti, funzioni religiose, ecc., le campane servivano a diffondere più velocemente i messaggi di località in località attraverso delle sequenze ben precise di suoni (la logica è un po’ quella dell’alfabeto morse). Senza campane, messaggi importati quali l’arrivo di un invasore o la morte di un papa, sarebbero arrivati troppo tardi. Si stava in campana, quindi.
Le campane sono di bronzo, una lega composta da rame e stagno, ma per realizzarle serve chiamare in causa anche altri materiali, tutti reperibili in natura (argilla, canapa, crine di cavallo, cera d’api e grasso animale). Volendo si potrebbero utilizzare delle sabbie industriali, ma da Allanconi ci tengono a fare uso esclusivo di materiali naturali e a chilometro zero: in questo modo, oltre a garantire una migliore qualità e a lavorere in un ambiente meno contaminato, riescono anche a riutilizzare gli scarti e non hanno spese di smaltimento.
Il lungo (talvolta molto lungo, dipende dalla grandezza di una campana) lavoro artigianale che serve per realizzare una campana prevede diversi passaggi dalla creazione della sagoma in legno fino alla “tirata a lucido”. Per farla super breve vi riassumo tutto così: viene inizialmente creato uno stampo, si riempie di bronzo fuso e si lascia raffreddare. Un po’ come preparare i ghiaccioli a casa d’estate. 😀
La faccenda ovviamente non è così immediata né semplice e servono delle mani esperte per dar vita a una campana.
È importante inoltre non dimenticarsi che la campana è uno strumento musicale. Contrariamente a quanto siamo abituati a dire o sentire le campane non sono stonate! O, quantomeno, non dovrebbero esserlo: se lo sono è perché qualcosa è andato storto nella loro realizzazione. Ma, in linea di massima, una buona campana è in grado di sviluppare oltre 50 toni parziali! Ed esiste anche una specializzazione al conservatorio per diventare carillonneur, ossia “suonatore di campane”. Abbiamo quindi un bel po’ di indizi per poter dire che le campane come strumento musicale sono decisamente sottovalutate, se non addirittura denigrate.
In periodi “normali” la visita prevede anche la dimostrazione della fusione di una campana e, col bronzo avanzato, la realizzazione dei cosiddetti ricordini ossia delle pepite di bronzo dalle forme simpatiche che ogni partecipante può portare a casa alla fine della visita… come ricordo (si dice portino fortuna).
Nell’era del distanziamento sociale questo ultimo step viene saltato e, per ovvi motivi, non sono organizzate visite guidate per gruppi grandi o scolaresche (i bambini si divertono da morire in un posto così!). Ma vale comunque la pena fare un salto a visitare la Fonderia Allanconi perché l’entusiasmo di Emanuele è contagioso… anche dietro la mascherina!
Sito ufficiale della Fonderia Allanconi
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