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Cappella Portinari, Sant’Eustorgio Milano: un anno senza mal di testa


Uno dei capolavori assoluti del rinascimento lombardo è senza dubbio la cappella Portinari, nel complesso della Basilica di Sant’Eustorgio a Milano. La cappella custodisce la maestosa arca di San Pietro Martire sotto una cupola multicolore ed è una di quelle cose not to miss a Milano.

Per poterla visitare bisogna accedere al museo di Sant’Eustorgio, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18. Il biglietto (6 € l’intero e 3€ il ridotto) dà l’accesso, oltre alla cappella, al cimitero paleocristiano collocato sotto la basilica.

A volere la costruzione della cappella e a dargli il nome fu Pigello Portinari, per dare degna sepoltura sia alle reliquie di San Pietro Martire, un inquisitore domenicano, che alle sue spoglie. I lavori iniziarono nel 1462 e terminarono non troppi anni dopo. Entrambi (Pigello Portinari e San Pietro Martire) qui riposano, uno sopra l’altro nel senso che la tomba del primo, al centro della cappella sotto il pavimento, venne letteralmente coperta dall’arca trecentesca dedicata al santo, collocata nella cappella nel 1736. L’arca è il capolavoro dello scultore pisano Giovanni di Balduccio. Il sarcofago in marmo di Carrara è sorretto da 8 pilastri in marmo rosso di Verona, ad ognuno dei quali “si appoggia” una Virtù (nella foto qui sotto vedete il triplo volto della Prudenza).


Sui lati del sarcofago sono rappresentate scene della vita di San Pietro Martire  tra cui la sua uccisione (L’uccisione del Santo), che avvenne nel 1252 da parte di alcuni sicari che lo massacrarono a randellate in testa.

Curiosa è la leggenda legata all’arca e al suo forse poco preciso realizzatore. Si narra infatti che Giovanni di Balduccio avesse fatto l’arca troppo corta e che non potesse contenere tutto il corpo del santo. La testa venne quindi trasferita in un’urna separata che Giovanni Visconti si portò a casa e, dal giorno in cui lo fece, incominciò a soffrire di fortissimi mal di testa. Mal di testa che finirono solo quando riportò l’urna vicino al resto del corpo. Da allora San Pietro Martire viene considerato come protettore dalle emicranie. Se soffrite di mal di testa, dunque, la soluzione è questa: andà a pestà el côo in Sant’Ustorg, andare a picchiare la testa in Sant’Eustorgio. Basta tirare una testata all’arca (magari non troppo forte eh) l’ultima domenica di aprile di ogni anno per essere certi di trascorrere un anno senza mal di testa. In questa occasione i milanesi che soffrono di emicrania si recano in pellegrinaggio nella cappella Portinari per chiedere la grazia di esserne preservati.


L’arca, nonostante la sua grandiosità, non è però l’unica attrattiva della cappella. Alzate lo sguardo ad ammirare la coloratissima cupola; il coro angelico del tamburo; i 4 pennacchi dedicati ai 4 padri della chiesa (San Gregorio Magno, San Gerolamo, Sant’Ambrogio e Sant’Agostino) e il ciclo di affreschi di Vincenzo Foppa rappresentanti la vita di San Pietro Martire tra cui una curiosa Madonna con le corna di cui abbiamo già parlato.
Infine sull’altare si può ammirare il ritratto del Portinari inginocchiato davanti a San Pietro Martire.

Leggi i commenti (3)

  • Io, pur di farmi passare l'emicrania, ho provato anche questa, ma non ha funzionato!!!!!!!!! forse perché a me è stato detto di andare il 29 di aprile e non l'ultima domenica!!!!

    • Vabbè dai...ci hai provato! :-)
      Nel dubbio riproverei anche il 29 aprile...

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