Sono pochi i bar di Milano in cui si può bere ancora oggi una barbajada, bevanda molto in voga nella prima metà dell’800, a base di cioccolata calda, latte e caffè. Fino agli anni Trenta del secolo scorso aveva ancora un discreto successo, principalmente durante i freddi e nebbiosi mesi invernali, poi però è passata di moda ed è finita nel dimenticatoio, soppiantata da cappuccino e cioccolata calda.
Nonostante ciò, nel 2008 il Comune di Milano ha voluto ribadirne l’importanza culturale inserendola nella lista dei grandi classici della cucina milanese (identificati con la sigla De.Co.), al pari dell’oss bus, della cotoletta e del panetùn.
In qualche bar della città la barbajada è in effetti rispuntata: in un periodo in cui il food (NB non il cibo ma il food, in perfetto stile Milanese Imbruttito) spopola più che mai, alcuni locali non hanno voluto perdere questa occasione. Se poi teniamo conto che un bel bicchiere di barbajada, magari con un topping (non copertura, ma topping) di panna montata e una spolverata di cacao è pure molto instagrammabile, si può affermare che la barbajada abbia tutte le carte in regola per diventare nuovamente una bevanda super cool (un tempo era in voga, oggi può diventare super cool).
Ok, la smetto di usare fastidiosi inglesismi e faccio un tuffo nel passato per raccontarvi com’è nata la barbajada.
Ad avere l’idea di una bevanda calda per viziare un po’ i milanesi è stato Domenico Barbaja, un personaggio di umili origini ma molto intraprendente, che da sguattero/garzone/cameriere si è trasformato in uno dei più grandi impresari teatrale di tutti i tempi (è anche grazie a lui che personaggi del calibro di Rossini, Doninzetti e Bellini hanno avuto successo).
E mentre era impegnato a fare la sua eccezionale carriera, ha trovato anche il tempo di inventare questa bevanda per cui i milanesi sono andati matti da subito e di aprire una serie di caffè in cui servirla (il più noto era il Caffè dei Virtuosi che sorgeva di fianco al Teatro alla Scala).
Si dice che la barbajada fosse molto apprezzata anche da Giuseppe Verdi e Gioacchino Rossini (quest’ultimo pare fosse un buongustaio e a tal proposito vi rimando a questa storia).
La ricetta originale non è facile da reperire, ma a grandi linee per preparare la barbajada occorrono cioccolata calda, latte e caffè in egual misura (il caffè è meglio se lo si aggiunge appena fatto, prima di servire), che vanno fatti schiumare prima di aggiungere dello zucchero. Da qualche parte si legge che ci voglia anche dell’acqua. In inverno un bel ciuffo di panna montata sopra è la morte sua.
La barbajada veniva (viene? Io non l’ho mai vista) proposta anche fredda in estate, ma fatemi dire che calda è molto meglio! 🙂
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HEY ASPETTA, non scappare via così!
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la conosco perché la servono in un caffè vicino a casa mia, che mi sembra proprio quello dove è stata scattata la foto: Hodeidah in via Piero della Francesca 🙂
non la prendo spesso perché è molto calorica (se non erro ci mettono dentro anche il rum), ma ha il suo perché, specie quando fa davvero freddo
Siii esatto, l’ho presa proprio da Hodeidah: allora siamo vicine di casa! 🙂
Il rum non viene usato ma a prescindere da ciò… non è una bevanda light! 😀