Allontanatevi dal casino del centro, dai locali alla moda e dai buffet dozzinali degli apericena (orrore!). Mettete da parte gli hipster e i loro risvoltini e i fighetti milanesi, quelli che se un cocktail non costa almeno 10€ si è in un posto da sfigati. Entrate quindi in una dimensione più periferica, paesana se vogliamo, di quelle dove la domenica non si trova un’anima in giro manco ci fosse il coprifuoco. Ed è proprio in un contesto come questo che si trova l’Antica Osteria del Progresso: una storica bocciofila, classe 1850 mica scherzi, in una via secondaria del quartiere Maggiolina (quello con le case igloo per intenderci), a cui è stato affiancato un ristorante che, particolarmente nella bella stagione quando è possibile mangiare sotto il pergolato proprio a fianco del campo da bocce, è semplicemente uno spettacolo.
Io ho scoperto questo posto assolutamente per caso, una sera in cui mi sono persa in bicicletta per strade a me ignote e che non volevano condurmi dove dovevo andare. È stato subito un colpo di fulmine: io adoro questi posti un po’ fuori, dove ho la certezza di trovarmi quasi come a casa. Ho segnato il nome, mi sono un po’ documentata in rete, e nella prima domenica di bel tempo a disposizione sono finalmente tornata.
L’atmosfera a mio avviso è fantastica: un bel pergolato con sotto i tavolini a fianco del campo da bocce (non ho capito se è ancora in funzione oppure se fa arredamento e basta). Una casa di ringhiera si affaccia in questa piccola enclave di felicità in un quartiere per sua natura un po’ sonnolento. In inverno si mangia dentro, ma con la bella stagione è tutta un’altra storia.
Il menù non è lunghissimo: qualche antipasto, qualche primo piatto e qualche secondo che cambiano in base alla stagione. Pochi piatti quindi, ma piuttosto curiosi (voi la millefoglie di stracciatella non la prendereste subito?!?!). Ben cucinati e ben presentati, senza però lasciarti ancora con la fame – le porzioni sono da osteria, quello sì! ;).
Il servizio è cordialissimo e sembra davvero di essere in un contesto familiare. A onor del vero, devo dire che nel mio caso è stato un po’ confuso e decisamente lento: abbiamo aspettato oltre un’ora per un antipasto che non è mai arrivato (la millefoglie di cui sopra, a cui avevo fatto una gran voglia). E questo è successo a tutti gli avventori del locale, il che mi fa pensare a qualche problema logistico in cucina, mi auguro straordinario. Rimaniamo tra l’altro piuttosto basiti dal momento che il personale di sala, al di là di doverose scuse verbali, non abbia nemmeno tentato di metterci una pezza: offrendoci un caffè o un amaro, facendoci qualche euro di sconto, non avrebbero avuto ingenti perdite economiche, ma ci avrebbero sicuramente lasciato un ricordo migliore. Aspettare un’ora e mezza quando si è affamati, incattivisce parecchio (e non è una cosa contemplabile né nel ristorante di Cracco né nella peggiore bettola della Barona).
Tuttavia, si stava così bene che abbiamo deciso di chiudere un occhio e di tornarci, prima o poi.
I prezzi non sono proprio da osteria di paese: con 30€ a testa abbiamo mangiato due secondi (tagliata di tonno ai due sesami con basmati e verdure croccanti e ossobuco di tacchino in umido su letto di sedano rapa croccante, rispettivamente 19€ e 17€) e due dolci della casa (millefoglie e cheesecake, 6€ cad). Da bere mezzo litro di Barbera d’Asti sfuso e una bottiglia d’acqua gasata. Nessun’altro optional e tanta voglia di tornare ad assaggiare i primi piatti -che sembravano molto interessanti- e la ormai famosissima millefoglie di stracciatella che, a quanto pare, se l’è mangiata qualcuno di un altro tavolo o.O
In breve: gli darò un’altra possibilità perché non ho mangiato male e perché la location a mio parere è top. Tuttavia, non son disposta ad aspettare più di 20 minuti al prossimo giro. Ripeto: attendere un’ora e mezza per la prima portata è una cosa fuori dal mondo, in qualunque posto e a qualsiasi orario.
L’Antica Osteria del Progresso si trova in via del Progresso 22 (ossia qui). I recapiti e più informazioni li trovate sul sito internet o sulla pagina Facebook.