Alberi, tanti alberi, un oceano di alberi che non vedi la fine. E qualche buffa formazione rocciosa qua e là. Questa è la Stolby Nature Reserve, ufficialmente parco nazionale dal 1925, paradiso degli arrampicatori e a pieno titolo attrazione principale della vicina città di Krasnoyarsk, nel bel mezzo della Siberia (si trova più o meno nel punto in cui la Ferrovia Transiberiana compie metà del suo lungo tragitto da Mosca a Vladivostok). A Krasnoyarsk in effetti non c’è granché da vedere e fare: fatta eccezione per il lungofiume (stiamo parlando dello Enisej, ndr) a tratti molto romantico, la città è piuttosto anonima, ma proprio grazie allo Stolby una tappa di almeno due giorni è d’obbligo.
La gente del posto chiama affettuosamente lo Stolby “una terra di rocce fantastiche” o “una terra di giganti della foresta” e una volta in loco capirete il perché. I curiosi pilastri di roccia vulcanica della riserva sono appunto gli stolby, plurale di stolb, che in russo significa pilastro. E i frequentatori regolari di questo posto, da almeno 150 anni, si definiscono stolbist: personaggi leggendari, principalmente arrampicatori, che hanno contribuito e contribuiscono tutt’oggi a rendere ancora più magico questo posto.
Lo Stolby si trova una decina di chilometri fuori Krasnoyarsk: è visitabile in autonomia prendendo un autobus urbano, avendo una buona cartina (indispensabile) e sapendo qualche parola di russo. Tuttavia non è troppo difficile perdersi nei sentieri e se volete vivervela in maniera più rilassata suggerisco di affidarvi a una guida locale. Ovviamente questa seconda opzione è decisamente più costosa, in particolare se siete da soli (il prezzo per una giornata intera si aggira sui 9.000 rubli, comprensivi del trasporto da e per Krasnoyarsk e un pranzo frugale: più siete, meno pagherete a testa), ma vi permetterà di godere appieno di tutta la bellezza e la magia di questo angolo siberiano. Come è immaginabile, a Krasnoyarsk non si trovano miliardi di guide a cui rivolgersi: SibTourGuide monopolizza il tutto, ma con un’assoluta professionalità e competenza. È Anatoliy Bryuhanov il “capo della baracca”, un ragazzo sulla quarantina che parla un inglese impeccabile e che conosce a menadito la riserva, la sua storia e i tanti aneddoti che qui hanno avuto luogo nel corso degli anni. Con lui sarete sicuramente in buone mani.
Dipendentemente dalla vostra forma fisica, Anatoliy vi farà fare un giro più o meno lungo all’interno di questo oceano verde. A noi è stato riservato il “trattamento” per persone in forma che prevede un anello di circa 17 km con inizio dall’ingresso principale del parco e arrivo alla seggiovia dell’albergo Snezhnaya Dolina, utilizzata per scendere a valle (se si scende soltanto non si deve pagare nessun biglietto).
Il giro include la “visita” di diversi pilastri di roccia dalle forme e nomi spesso bizzarri e dalla cui sommità si gode di bellissimi lookout su tutta l’area (nota: il parco è molto esteso, ma soltanto una piccola parte è aperta al pubblico).
Le famose zecche dello Stolby, di cui tutte le guide parlano in toni terroristici (ho letto da qualche parte la seguente frase: “piovono dagli alberi”, se non è terrorismo questo…), ci sono ma soltanto da aprile/maggio fino a giugno e soprattutto va detto che non saltano e non volano. Quindi, se si seguono i sentieri non dovrebbero esserci problemi (c’è un ragazzo che tutti i santi giorni percorre i sentieri del parco ma è stato beccato soltanto 2 volte in vita sua). Morale della favola: il terrorismo delle guide è un po’ esagerato 😉