Passeggiando nel centro di Brescia prima o poi si finisce per incontrare una faccia in pietra a cui è stato tagliato il naso. Difficile non notarla. Si tratta di un mascherone situato all’angolo tra tra corso Goffredo Mameli e contrada delle Cossere soprannominato il mostasù dèle Cosére (faccione delle Cossere in dialetto bresciano), il cui naso è legato non a una o due, ma a ben tre leggende (o a tre varianti della stessa, che forse è più corretto). Quando si dice “avere un naso importante”…
Correva l’anno 1311: a Brescia i ghibellini vennero cacciati via dai guelfi e l’imperatore Arrigo VII, che pose in assedio la città, giurò che avrebbe tagliato il naso a tutti i cittadini. Fu merito del legato pontificio Luca Fiesci se ciò non avvenne: questi riuscì a placare le ire dell’imperatore che si accontentò di mozzare il naso alle statue della città, graziando i cittadini.
C’è chi dice, invece, che Arrigo VII, al suo arrivo in città, non trovò nessuno ad attenderlo: giustamente la cittadinanza si era nascosta per sfuggirgli. Così ripiegò sulle statue e tagliò i nasi a loro.
Infine, c’è chi sostiene che l’imperatore, nel suo percorso lungo il centro cittadino per raggiungere il Broletto e prestare giuramento, non incontrò anima viva. I cittadini erano fuggiti. E così, usò come valvola di sfogo il mostasù, a cui “rifece” il naso.
Variano di poco queste versioni della stessa leggenda: sostanzialmente sembra che il povero faccione sia stato utilizzato da Arrigo VII come pungiball, e da allora non si è ancora trovato un buon chirurgo plastico per metterglielo a posto.
Fonti: Wikipedia, Brescia in vetrina
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