Avevo aspettative molto alte sul Laos prima di partire. Lo sognavo da anni e dopo aver visitato quasi tutti i paesi lì vicino aspettavo il momento giusto da dedicargli. Questo momento a un certo punto è arrivato. È legato a un periodo non troppo felice della mia vita, ma questa è un’altra storia. O forse no. Avevo bisogno di staccare completamente da una situazione che mi stava soffocando. Avevo bisogno di un posto non soltanto bello ma anche genuino, sincero, incontaminato. Che mi trasmettesse positività e bellezza, perché è così che mi immaginavo il Laos: bello, sorridente e interessante come i paesi confinanti, ma allo stesso tempo più riservato, riflessivo e tranquillo.
Ed è così che son partita per il Laos. Da sola, con un budget limitato e senza un itinerario prestabilito. Volevo soltanto vedere cose belle, senza affannarmi troppo a correre da un posto all’altro. Ho scoperto subito che mi trovavo nel posto giusto -anche se, in fondo in fondo, lo sapevo già. In Laos è vietato correre: qui si vive e si viaggia in maniera rilassata, quasi che non sembra nemmeno di essere in Asia.
La mia idea iniziale era di visitare sia il nord che il sud del paese, da Luang Prabang a Pakse, ma i ritmi rilassati laotiani e le strade malridotte mi hanno fatto presto cambiare idea. Infatti ho avuto tempo (anche abbastanza poco, a dirla tutta) per visitare soltanto il Laos del nord e in questa sede vi racconto qualcosa di questo pezzetto di Laos, che comunque ha parecchio da offrire.
Ne approfitto anche per dirvi che se avete soltanto due settimane a disposizione, non incaponitevi a voler visitare tutto il paese, sarebbe un errore madornale, ma concentratevi soltanto su una parte.
Se siete pronti a sognare, continuate a leggere che vi porto nei 5 posti più belli del Laos del nord. Ovviamente secondo me. 🙂
Luang Prabang
Templi dorati, ritmi rilassati, tramonti indimenticabili, cibo squisito, gente deliziosa, una cornice naturale mozzafiato: potrei stare ore a elogiare Luang Prabang. Anche se non è più la Luang Prabang di una volta -sarebbe stato bello visitarla una decina d’anni fa, ma conosciamo bene tutti qual è l’effetto del troppo turismo- rimane comunque un baluardo di fascino e seduzione, come pochi altri posti in Asia.
È una città che ti cattura, che ti entra dentro, che ti seduce.
Ho letto da diverse parti che Luang Prabang è finta, che non è il vero Laos e via dicendo. In parte mi trovo d’accordo ma al contempo credo sia normale che i posti belli li vogliano visitare tutti e che, inevitabilmente, l’arrivo di questi tutti porti a snaturarne la vera essenza.
Su Luang Prabang ho scritto questo articolo a cui vi rimando per approfondire l’argomento e vedere un po’ di foto.
Vientiane
Sonnacchiosa e sonnolenta, la capitale del Laos incarna nel migliore dei modi questo paese asiatico che vive senza fretta. Gli animi irrequieti forse scapperanno via subito da Vientiane senza darle nemmeno una possibilità, ma chi si tratterrà più a lungo scoprirà che, sotto sotto, non è un posto così noioso.
Ci sono dei bei templi, si mangia molto bene e i tramonti sul Mekong sono memorabili. Ve ne ho già parlato in maniera approfondita in questo articolo, dove trovate anche tante foto.
Vang Vieng
L’antitesi alla capitale è Vang Vieng, la mecca del divertimento laotiano dove un tempo lo sballo sfrenato di giovani occidentali ubriachi finiva troppo spesso in tragedia.
Adesso le cose sono cambiate e Vang Vieng si è tranquillizzata, ma rimane comunque un posto pieno di backpackers che vagabondano per l’Asia per mesi (beati loro!) e che mettono le tende qui per settimane intere per fare conoscenza con i loro simili (e col tubing alcolico).
Non ho fatto una gran bella presentazione di Vang Vieng, ma il primo impatto non è dei migliori. E non lo dico solo io.
Appena arrivata a Vang Vieng, volevo scappare a gambe levate l’indomani ma poi è andata a finire che son rimasta più giorni del previsto. Perché una volta usciti dalla città -finta, anonima e a misura di turista occidentale- si entra in un mondo fantastico fatto di risaie, villaggi rurali, colline carsiche, piscine naturali e grotte. Un’esplosione di bellezza, un qualcosa di talmente bello che quasi non sembra vero. La sensazione di pace con il mondo che ho provato mentre attraversavo questa dimensione parallela, non l’ho provata tante altre volte.
Nel bilancio di fine viaggio, posso dire che Vang Vieng è stato il top. Se volete leggere qualcosa di più e vedere un po’ di foto, vi rimando a questo articolo.
Nong Khiaw
Nong Khiaw è una piccola località a nord di Luang Prabang che ho adorato. È un posticino super tranquillo in una fantastica posizione sulle sponde del Nam Ou, protetto da due ripide pareti calcaree che nascondono altrettanti punti panoramici, dai quali si gode una vista che lascia senza parole – sulla pagina Facebook del blog o sul mio canale Instagram potete vedere un breve video, tanto da capire il tenore della bellezza di cui parlo.
La vista da sola fa sì che valga la pena arrivare fino a qui. Anche se bisogna fare prima tre ore in uno scomodo mini van da Luang Prabang (che sono pochissime vista la media laotiana), e poi camminare per un’ora abbondante in salita con un’umidità del 200%.
Rispetto ai tre grandi poli del turismo laotiano al nord -Vientiane, Vang Vieng e Luang Prabang- a Nong Khiaw incomincia a esserci molta meno gente a causa di una selezione naturale di viaggiatori: in pochi, a parte chi viaggia soltanto nel Laos del nord, prevedono una tappa da queste parti.
E sono ancora meno quelli che poi risalgono il fiume fino a Muang Khua attraversando un paesaggio carsico di una bellezza sconcertante. Va aggiunto che il viaggio è sì molto bello, ma anche estremamente lungo -si arriva a destinazione col buio dopo un’intera giornata di navigazione che prevede solo una pausa in corrispondenza di una diga in cui si cambia mezzo- e le imbarcazioni non sono il massimo della comodità. A fine giornata sedere e schiena non son più pervenuti (e ve lo dice una di piccole dimensioni che più o meno sta ovunque).
Luang Namtha e Area Nazionale Protetta di Nam Ha
Luang Namtha, a due passi dal confine con la Cina, è una cittadina di per sé non particolarmente affascinante ma che richiama un gran numero di visitatori perché è la base di partenza per fare trekking nella vicina Area Nazionale Protetta di Nam Ha. Al suo interno si trovano alcuni villaggi rurali in cui è possibile passare la notte pernottando in casa di una famiglia. Io mi son spinta da queste parti proprio per questo motivo: ero rimasta entusiasta del trekking che avevo fatto qualche anno prima in Myanmar e desideravo tanto ripeterlo.
Ma partiamo da Luang Namtha. Escludendo i mercati, sempre super pittoreschi, non è un posto particolarmente coinvolgente. Ma basta noleggiare una bicicletta a allontanarsi un po’ dal centro per essere catapultati nel bel mezzo di scintillanti risaie e villaggi rurali (un breve video sulla pagina Facebook o sul mio profilo Instagram).
E poi c’è l’avventura nella giungla. Devo ammettere che il trekking che ho fatto è stato un po’ deludente da alcuni punti di vista che non sto qui ora a raccontarvi, lo farò più avanti in un altro post.
Però non mi era mai capitato di camminare per ore all’interno di una giungla fittissima, col terreno super scivoloso e il sentiero talvolta non pervenuto, umidità a manetta e, soprattutto, sanguisughe che continuavano ad assalirmi cercando di attaccarsi a me per la vita. Detto così sembra più che altro lo sconto di una pena e mentre camminavo l’ho pure pensato. Ma una volta uscita dalla giungla quello che i miei occhi hanno visto era bellissimo. Solo verde tutto intorno, nessun rumore se non quello di qualche uccellino e là sul crinale, il villaggio in cui eravamo diretti per la notte.
Non ricordo il nome di questo villaggio, forse non l’ho mai saputo, ma ricordo che era davvero inespugnabile: per arrivarci bisognava fare il percorso che avevamo fatto noi -5 ore di marcia nella giungla- oppure percorrere una strada dissestata e pericolosa in altrettanto pericolose motociclette. Ma essere catapultati in una dimensione di questo tipo è un’esperienza che non ti dimentichi (sui social l’ho raccontata aggiungendo qualche dettaglio).
NB Nella giungla non ci si va da soli, altrimenti non si esce vivi, ma si deve per forza avere una guida. Io ero con un piccolo gruppo di 6 persone, motivo per cui mi sono espressa al plurale in queste ultime frasi.
Facciamo che mi fermo qui, altrimenti non la smetto più e finisco per scrivere un romanzo. Se non si fosse capito, anche leggendo gli altri articoli che ho scritto sul Laos, questo paese mi è rimasto nel cuore.
Per fare soltanto una top 5 ho dovuto buttare giù dalla torre alcuni posti di cui ho comunque un buon ricordo. E se non sono riuscita a infilarli in questa lista, fatemeli almeno nominare: la sorprendente Udomxai, la remota Phongshali e il lunghissimo viaggio via fiume di due giorni da Huay Xai a Luang Prabang, passando per Pak Beng.
Scriverò altro sul Laos, quindi avrò occasione di spendere qualche parola in più anche su di loro. 🙂
Leggi anche:
- Luang Prabang: cosa vedere, cosa fare, quanto stare
- Cosa vedere e fare a Vientiane, la capitale del Laos
- Cosa vedere e fare a Vang Vieng. Tra grotte, montagne e piscine naturali
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HEY ASPETTA, non scappare via così!
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Sono entrato in Laos dall’unico confine a nord con la Thailandia e nonostante sia poi sceso fino alla Cambogia lungo il Mekong (serbando negli occhi e nell’anima bellissimi ricordi delle 4000 isole) ho esplorato il nord senza farmi mancare il trekking e certe dimensioni non le ho più ritrovate nel resto del cammino.
Grazie del bel report
Ciao Cesare,
grazie a te del commento.
Buon proseguimento!
Silvia
Bellissimo il tuo mini reportage…mi hai proprio ispirato per il mio prossimo viaggio.
A gennaio 2020 si parte.
Possiamo sentirci per ulteriori consigli?
Grazie
Elena
Ciao Elena,
son proprio felice che il mio articolo ti abbia invogliato a partire! Il Laos è un paese stupendo, son certa che ti piacerà.
Scrivimi pure qui nei commenti: magari quello che ti serve può essere utile anche ad atri.
Nel frattempo, se non lo hai già fatto, puoi leggere tutti gli articoli sul Laos che ho scritto qui https://www.tastingtheworld.it/cat/asia/laos/ (ne ho in programma altri, ma sono un po’ lenta a scrivere…).
Buona domenica!
Silvia