Il mio viaggio in Senegal non è stato un viaggio semplice. Son partita insieme a tre amiche e abbiamo deciso di spostarci coi mezzi pubblici, di non prenotare i posti in cui dormire confidando nella proverbiale teranga (ospitalità) senegalese e di non avere un itinerario già deciso a monte ma seguire l’istinto del momento. Un po’ come tutte abbiamo sempre fatto, in “sedi separate”, dato che questa era la prima volta che viaggiavamo insieme. Doveva essere -ed è stato- un viaggio on the road, il cui scopo era più che altro quello di conoscere e parlare con la gente piuttosto che di “fare cose”.
Adesso che son tornata, devo ammettere che il Senegal un po’ mi manca, ma in più di un’occasione quando ero là ho creduto di non apprezzarlo fino in fondo per diversi motivi. Aria più che irrespirabile, tonnellate di immondizia ovunque, difficoltà a comunicare pur parlando francese, “razionamento” del cibo, alloggi scadenti con prezzi super cari. Il tutto senza essere controbilanciato da una bellezza sorprendete dei paesaggi, di quelli che un po’ ti aspetti in Africa (ero preparata a non trovare lo splendore della Namibia o del Madagascar, ma almeno un minimo sindacale). Ammetto di aver talvolta odiato il Senegal e di averci messo un bel po’ a “metabolizzare” questo viaggio, tant’è vero che comincio a scriverne solo ora, dopo mesi dal rientro. Ma mi son finalmente decisa a prendere un foglio ed elencare nero su bianco le cose che mi sono piaciute di questo paese. Sorprendentemente la lista è molto lunga 🙂 Qui però non ve la propongo tutta, ma soltanto 10 “cose” selezionate -materiali e immateriali-, che possono motivare un viaggio da quelle parti. Un paese che, nonostante tutto, ho amato. Anche se ci ho messo un po’ a capirlo.
#1 – Colore ovunque!
Una vera e propria gioia per gli occhi. In particolare ho adorato gli abiti coloratissimi delle donne e la loro eleganza innata, roba che ne dobbiamo mangiare noi di cereali sottomarca (cit.) per avvicinarci ai loro standard.
Tra le altissime pile di tessuti wax nei mercati, le cui fantasie non sono realizzate a caso ma hanno dei significati ben precisi, si assiste a una vera e propria esplosione di colori. Io ho trascorso ore alla ricerca dei tessuti perfetti per poi portarli da un sarto e farmi confezionare dei vestiti su misura. Non vedo l’ora che arrivi l’estate per metterli 🙂
#2 – Il succo di baobab
Caloricissimo e col gusto che ricorda lontanamente quello del succo di pera, il bouye, così si chiama il frutto del baobab, è ricco di vitamine B1 e C e serve inoltre per contenere la diarrea, che quando si viaggia non si sa mai. Inoltre, dove vi ricapita di bere succo del frutto di boabab? Qui un approfondimento.
#3 – Il senso di tranquillità
Si può dire di tutto e di più sul Senegal, ma non che sia un paese pericoloso. Io mi son sentita tranquilla e sicura ovunque, anche quando ero completamente da sola. E non ho mai avuto bisogno di nascondere soldi o oggetti di valore da qualche parte, cosa che rende il soggiorno in un posto decisamente più rilassato. Per quanto possano esserci delle difficoltà logistiche se si viaggia nella modalità fai da te, mi sento di consigliarlo anche a viaggiatori solitari ambosessi (magari non alla prima esperienza di viaggio).
#4 – Trovarsi letteralmente circondati da pellicani
Il santuario nazionale degli uccelli di Djoudj nel nord del paese, ai confini con la Mauritania, è la terza riserva ornitologica più grande del mondo. Qui si fermano a riposare molti uccelli dopo la lunga traversata del Sahara in quanto è il primo “autogrill” che incontrano dopo aver affrontato l’immensità del deserto. Nel parco si fanno dei giri in piroga per osservare gli uccelli e il pezzo forte è senza dubbio la piattaforma di riproduzione dei pellicani, che si raggiunge dopo un’ora di navigazione dal molo. La densità di popolazione dei pellicani in questo punto è altissima, tanto da avere la sensazione di essere letteralmente circondati (qui un breve video che ho fatto). Ma l’esperienza è da provare!
#5 – L’isola fatta di conchiglie
Uno dei posti più interessanti ed affascinanti, di conseguenza anche più turistici, del Senegal è Joal-Fadiouth, un villaggio della Petite Côte diviso in due: Joal, la parte sulla costa, e Fadiouth un’isola di conchiglie collegata alla terraferma da un ponte di legno lungo 500 metri. L’isola è una piccola oasi di pace e serenità, dove gli unici rumori di sottofondo sono le urla dei bambini che giocano e lo scricchiolio delle conchiglie su cui si cammina sopra perché le strade, così come alcuni edifici, sono interamente fatte di piccole conchiglie bianche. Sull’isola non possono entrare le macchine, cosa che contribuisce a preservare l’unicità di questo luogo dove il tempo sembra davvero essersi fermato. Altra particolarità di Fadiouth è che la maggior parte dei suoi abitanti (stiamo parlando del 90%) è di fede cristiana, fatto piuttosto curioso in un paese a maggioranza musulmana. Ma c’è di più: il piccolo cimitero, collegato all’isola da un ponte, è misto. Qui riposano insieme, sotto strati di conchiglie, cristiani e musulmani. Un ottimo esempio di convivenza pacifica 🙂
#6 – Mbour e la sua spiaggia caraibica
Senza voler fare troppo i pignoli e andare a cercare il pelo nell’uovo… sulla spiaggia di Mbour sembra di essere ai Caraibi! Mare cristallino, una lunghissima distesa di sabbia bianca, palme…
Si tratta di una delle principali località turistiche di tutto il Senegal, dove molti occidentali -principalmente francesi- si parcheggiano per una settimana nei suoi costosissimi hotel fronte mare senza nemmeno prendersi la briga di esplorare il resto del paese. Per me una cosa inconcepibile, però un paio di giorni a far nulla in spiaggia si fanno sempre volentieri 🙂 Il resto della città invece non è particolarmente affascinante.
#7 – Il rientro dei pescatori
Il momento in cui i pescatori tornano dopo la nottata in mare è sempre molto emozionante. Donne e bambini si raccolgono sulla spiaggia in trepidante attesa delle piroghe colorate cariche di un bottino di pesce. Dovunque c’è una spiaggia si può assistere a questo evento, ma se vi capita di passare a Djiffer, il villaggio situato all’estremità della stretta striscia di terra sotto Palmarin, vedrete qualcosa di davvero impressionante. È meglio però andarci senza macchina fotografica: da quelle parti non sono troppo inclini a farsi immortalare dagli obiettivi dei turisti curiosi.
#8 – Il clima perfetto
Nel periodo in cui son stata in Senegal, ossia durante le vacanze di Natale, faceva caldo. Ma non di quei caldi umidi e fastidiosi del sud est asiatico: era un caldo secco e si stava una meraviglia! Un paio di volte la sera, ho avuto bisogno di un maglioncino, per il resto sempre in tenuta estiva ma senza pezzare l’ascella più di tanto (e questa è stata una manna dal cielo dal momento che trovare degli alberghi con servizio lavanderia è stato impossibile).
#9 – Mangiare arachidi senza sentirsi troppo in colpa
Il Senegal è uno dei maggiori fornitori mondiali di arachidi. Nel paese l’arachide rappresenta la principale coltura nonché uno dei prodotti su cui si basa l’alimentazione locale. E un viaggio in Senegal non può non prevedere grandi spuntini (a volte addirittura pasti :-/) a base di arachidi, alimento che solitamente associamo al male assoluto in quanto protagonista di molti aperitivi a buffet. Ma le arachidi che si mangiano in Senegal sono leggermente diverse da quelle destinate ai nostri mercati perché non sono salate. Quindi buonissime e sì, una tira l’altra! In due settimane ne ho mangiate tante quante in tutto il resto della mia vita.
#10 – La disponibilità della gente
A parte qualche caso isolato, i senegalesi sono tutti super gentili e disponibili. Non sempre capiscono quello che chiedi, anche se lo fai in francese (la lingua ufficiale), ma con un bel sorriso più o meno ci si intende sempre 🙂
NB Questa classifica (che poi classifica non è in quanto l’ordine di apparizione è casuale) è stata fatta da una persona che non è riuscita a visitare la Casamance. Voci di corridoio dicono sia molto bella e fosse stato per me sarei andata anche se il tempo rimanente era poco. Quando è stato il momento di decidere abbiamo lanciato la monetina (eravamo 2 contro 2) e la sorte ha scelto altro. Forse è stato un bene perché proprio nei giorni in cui potevamo essere là, c’è stato un attentato terroristico con 13 vittime 🙁 Avendo rivalutato il Senegal… sai mai che non ci torno davvero, ma questa volta la Casamance non la salto 😉
Il succo di baobab mi incuriosisce molto. Non riesco a immaginarne il sapore, nemmeno se lo paragoni a quello del succo di pera!
Beh allora l’unico modo è andare in Senegal a provarlo di persona 😉